La prima reazione è stata di gioia, non tanto per l’elezione di Donald Trump quanto per la sconfitta della Clinton. Espressione dei poteri più forti degli Usa, sostenitrice accanita di quei cosiddetti diritti civili che prevedono il rifiuto della sacralità della vita e della centralità della famiglia, la Clinton avrebbe ripetuto i guasti delle presidenze del marito Bill (1993-2001) e di Barack Obama (2009-2016).
Avremo tempo per capire il progetto della Presidenza Trump. Se devo giudicare dall’odio con cui i giornalisti del mondo occidentale hanno accompagnato la sua campagna elettorale e ancora la sua elezione, è lecito sperare che possa fare bene.
La sua elezione ricorda quella di Silvio Berlusconi nel 1994, quando un “uomo potente” si pose contro i “potenti” e vinse le elezioni. Nel ventennio successivo Berlusconi non ha risposto positivamente all’entusiasmo popolare che lo aveva portato a vincere le elezioni politiche altre due volte e a governare quasi dieci anni. La colpa è stata certamente anche sua, soprattutto perché non ha creduto e non si è speso fino in fondo per quei principi naturaliter christiani e per quel senso comune che ha rappresentato per molti anni nell’opinione pubblica italiana. Ma la colpa è anche di quei potenti che non hanno mai accettato che un estraneo ai poteri forti entrasse nel cuore del potere italiano e gli hanno dichiarato una guerra totale. Non è riuscito a invertire la direzione della storia, ma ha contribuito a rallentare il processo di scristianizzazione del Paese, nonostante le sue Tv e il suo stile di vita certamente non esemplare. L’Italia ha continuato ad agonizzare, ma bisogna riconoscere che è stata risparmiata dalle leggi peggiori e più nocive, quelle che l’attuale governo sta portando a realizzazione.
Anche a Trump probabilmente accadrà la stessa cosa e verrà attaccato in ogni modo da quei poteri che lo hanno sempre demonizzato. E, come accaduto a Berlusconi, verrà definito e disprezzato come ricco e potente un uomo che ha saputo intercettare il consenso della classe media e dei poveri, non certo quello dei potenti.
Da parte nostra non possiamo che pregare sinceramente e aspettare con pazienza e attenzione.
Auguri Presidente, metta al centro la famiglia e difenda sempre la vita dal concepimento alla morte naturale, e l’America ritornerà a essere la grande protettrice di coloro che, in ogni parte del mondo, amano la verità e la libertà.
Marco Invernizzi