Giovanni Paolo II, Discorso ai Vescovi della Regione Apostolica del Centro-Est della Francia in visita ad limina Apostolorum, del 28-3-1992, n. 3, L’Osservatore Romano, 29-3-1992. Titolo e traduzione redazionali.
La Chiesa vuole rivelare al mondo che la vita morale, appoggiandosi sulla pratica della legge, è un modo nuovo di vivere volgendosi risolutamente verso la salvezza, offerta dalla grazia. Perciò, l’insegnamento morale presuppone una catechesi sul senso dell’essere e dell’agire umani, sulla teologia della creazione e dei fini ultimi, del peccato e della grazia.
Senza incorrere nei rischi di una disperazione certa per i suoi membri, una società non si può costruire senza precetti morali e soprattutto senza riferimento a una visione dell’uomo come essere spirituale chiamato, per natura, alla perfezione, insomma, senza una sana antropologia. Cristo, nell’Incarnazione, ci ha svelato l’uomo perfetto. Nel mistero dell’Assunzione, contempliamo in Maria il dono che ci è riservato. La Scrittura ci rivela la natura dell’uomo creato a somiglianza di Dio, specchio dello splendore trinitario che non può essere completamente oscurato o alterato da nessuna debolezza, da nessun peccato, da nessuna minorazione. L’umanità dell’uomo è l’iconostasi di Dio. Perciò l’essere umano è un bene tanto prezioso che nessun altro può essere paragonato a esso al momento della decisione morale. Questo messaggio, iscritto nella Scrittura, dà all’uomo una grande speranza e una gioia intensa, che nessuno gli può rapire.
Il discernimento e l’agire morale retto sono le risposte dell’uomo che, esercitando le sue capacità le più elevate, il suo giudizio e la sua ragione, accetta di volgersi a Dio e di entrare nell’Alleanza definitiva suggellata in Cristo. Questa Alleanza comporta due aspetti congiunti, il decalogo presente nell’Antico e nel Nuovo Testamento, e la legge d’amore che lo porta a compimento. Sono i due polmoni della vita morale. Ogni gesto umano è esigente perché non ci si può lasciar guidare dal desiderio del momento, ma anzi bisogna unificare la propria vita e il proprio essere per orientarli al bene. La legge morale è un elemento necessario perché questo orientamento sia fonte di un’autentica libertà. Non si tratta di un fatto privato e puramente soggettivo, perché la grandezza della vocazione umana supera l’esistenza individuale. Inoltre, non deve sposare le idee del tempo perché è ordinata ai beni essenziali e quindi svolge un ruolo profetico. Infatti, apre l’uomo alla dimensione della speranza che esige da ciascuno un impegno radicale. Allora la legge d’amore si può dispiegare in verità; porta all’adesione a Cristo per essere, come Lui, al servizio dei nostri fratelli.
Le virtù teologali e morali sono la chiave di questo modo di vivere. Ricordate agli uomini che la gioia vera viene dall’ascesi, dall’essere esigenti e dalla lotta perché il peccato non abbia la meglio sul bene.
Giovanni Paolo II