Da Avvenire del 14/01/2021
Un contenitore di «pericolose e inquietanti affermazioni», che propugnerebbe una «educazione vetero- cattolica paternalistica» e «dittatoriale »: così è stato definito il Manuale di Bioetica del cardinale Elio Sgreccia da alcuni articoli apparsi nei giorni scorsi su quotidiani nazionali nei quali si esprimeva con strepito di aggettivi il più vivo scandalo per le posizioni espresse su temi come l’omosessualità e aborto dal padre della bioetica cattolica (e non solo), scomparso il 5 giugno 2019 a 91 anni. Il manuale – in due tomi, usciti nel 2007 e nel 2012 – è il riferimento in Italia e all’estero nella formazione di studenti di numerose università, anche se il dito accusatore si è puntato solo su Claudia Navarini, filosofa e bioeticista, docente all’Università europea di Roma, che l’ha adottato per il suo corso, come decine di colleghi in tutto il mondo. L’ateneo romano non ha esitato a replicare alle rumorose polemiche: «Respingiamo ogni tentativo di conculcare la libertà di insegnamento, specie di carattere morale, di ciascuno dei nostri docenti, a cominciare da chi voglia fare riferimento al modello cattolico-personalista».
Di «autentica censura» agitata con «volgarità » e «gratuità di toni» parla una nota di Scienza & Vita, di cui Claudia Navarini è tra i soci fondatori: «La vera dittatura – aggiunge l’associazione – è quella rappresentata dal mainstream » che si vorrebbe «imporre a tutti, Chiesa cattolica compresa ». È una manifestazione di vera «ignoranza » quella di chi disprezza un pensiero bioetico «maturato proprio nei luoghi di dialettico confronto pluralista» per opera di un uomo dipinto come «un prete retrivo e bigotto» mentre «è nota la sua attitudine al confronto con le altre visioni bioetiche » che «andava di pari passo con la sua passione per tutte le persone che incontrava ». Non meno vibrante il dissenso sulle critiche al Manuale e a Sgreccia espresso dal Movimento per la Vita che ricorda «don Elio» come «un uomo sinceramente innamorato della persona umana», «grande promotore dell’accoglienza incondizionata e senza giudizio, attivo difensore del rispetto della dignità di ogni vita attraverso la sua riflessione bioetica che contrapponeva il personalismo ontologico all’individualismo dilagante». Ferma anche la reazione del Centro Studi Livatino che, smontate le accuse, ironizza amaramente: «Si dica, in definitiva, che la libertà di educazione, di insegnamento e di manifestazione del pensiero sono bandite».
Foto da cattolicanews.it