
Una Porta Santa “militare”, le malefatte risorgimentali, ancora un attacco alla libertà religiosa in Polonia
di Luca Bucca
– La decisione di aprire una Porta Santa sulla nave scuola Amerigo Vespucci ha attirato le critiche di alcuni ambienti pacifisti, secondo i quali questa scelta sarebbe incoerente con il messaggio evangelico. Niente di più falso. Tutti, anche i militari, hanno bisogno della misericordia di Dio. I cristiani sono operatori di pace, ma sanno bene che a volte la guerra è purtroppo inevitabile ed è necessario, come minimo, difendersi. Non sono pochi i soldati divenuti santi anche svolgendo questo ruolo. Né la Chiesa li ha mai stigmatizzati. Già san Giovanni Battista, a precisa domanda, li invitava non certo a deporre le armi, ma a compiere il loro dovere senza soprusi e accontentandosi delle loro paghe. Il non sum dignus recitato in ogni Messa sono le parole rivolte a Gesù da un centurione romano. Polemiche inutili, dunque, delle quali si sarebbe fatto volentieri a meno.
– L’abbaglio, film appena uscito, con Toni Servillo e il duo comico Ficarra e Picone per la regia di Roberto Andò, ripropone, tra il serio e il faceto, la consueta lettura del Risorgimento come momento fondativo dell’Italia unita. Non si ricorda, però, mai abbastanza che questa unità fu fatta contro le identità locali e la Chiesa cattolica, che i risorgimentali non erano “buoni liberatori”, ma si macchiarono di crimini anche contro la popolazione civile, che i briganti non erano criminali, ma insorgenti che difendevano proprio ciò che il Risorgimento stava spazzando via con la violenza, che proprio in quel periodo affonda le sue radici la cosiddetta Questione Meridionale.
– Quando si parla di persecuzione religiosa, i più pensano immediatamente a eventi cruenti. Non sempre, però, è questa la modalità. Esistono forme più subdole e meno evidenti, come la cosiddetta persecuzione amministrativa. Ne è un esempio la petizione, accompagnata da circa dodicimila firme, presentata recentemente al Parlamento polacco da Rafał Betlejewski, attivista non nuovo a iniziative del genere, con la quale si chiede di vietare il sacramento della Confessione ai minori di diciotto anni. Ci si augura che la richiesta non abbia seguito, ma non si può fare a meno di notare come, negli ultimi anni, in Polonia minoranze organizzate stiano soffiando pericolosamente sul fuoco dell’anticristianesimo, trovando sovente la sponda istituzionale del governo di Donald Tusk.
Mercoledì, 22 gennaio 2025