Udienza privata pontificia a esponenti di due prestigiose e feconde realtà della cultura cattolica spagnola.
In riconoscimento di un impegno venticinquennale
Speiro
Nel vasto panorama delle iniziative culturali cattoliche fiorenti oltre i Pirenei — un «oltre i Pirenei» che non termina a Gibilterra, ma che giunge alla Terra del Fuoco e in cui sopravvive spesso più del profumo della Cristianità — hanno un rilievo particolare — per qualità e per anzianità — la Fundacóin Speiro e l’Editorial Speiro, entrambe di Madrid, e che — in coerenza con il loro nome, dal greco speiro, «semino» — hanno fruttificato in tutta la Spagna producendo la vivace realtà informale che raccoglie gli «amici della Ciudad Catolica».
Da più di venticinque anni, oltre a sostenere istituti religiosi e seminari, operano nel campo della formazione nella dottrina sociale della Chiesa attraverso riunioni settimanali, congressi annuali e, soprattutto, con la pubblicazione di libri e della rivista Verbo, che si definisce appunto come «rivista di formazione civica e di azione culturale secondo il diritto naturale e cristiano».
Questo periodico ha contato fra i suoi collaboratori gli scomparsi Francisco Elías de Tejada y Spinola, Eugenio Vegas Latapié e padre Teófilo Urdánoz Aldaz O.P. e ospita scritti — fra gli altri e per citare solo spagnoli — di Juan Vallet de Goytisolo, Francisco Canals Vidal, Rafael Gambra Ciudad, padre Victorino Rodríguez y Rodríguez O.P. e padre Bernardo Monsegu C.P. Il gruppo che lo anima fa particolare riferimento al pensiero di Michele Federico Sciacca.
Compiuti i venticinque anni di attività, nel mese di maggio del 1987 un gruppo di amici della Ciudad Católica viene ricevuto da S.E. il cardinale Marcelo Gonzáles Martin, arcivescovo di Toledo e primate di Spagna, e lo prega di propiziare un’udienza pontificia.
Tale udienza si è svolta a Roma il 9 dicembre 1987, dopo quella generale. Ai rappresentanti della Fundación Speiro e dell’Editoria1 Speiro — guidati dai rispettivi presidenti, Juan Vallet de Goytisolo e Luis González-Iglesias Rodríguez — il Santo Padre Giovanni Paolo II ha consegnato una lettera — firmata in loro presenza — nella quale, fra l’altro, si dice: «Le attività del vostro gruppo sono note nel mondo intellettuale spagnolo e nel campo editoriale. Perciò mi è gradito esprimervi il mio apprezzamento per gli ideali che animano i vostri lavori in pro della cultura e della retta dottrina, in fedeltà ai principi cristiani e agli insegnamenti della Chiesa.
«Con la mia sincera stima per le vostre persone e realizzazioni, desidero incitarvi a continuare nel vostro sforzo di intellettuali cristiani inteso a svolgere un particolare servizio nell’approfondimento dell’identità culturale della società spagnola. L’identità culturale, vi è ben noto, è un concetto dinamico e, nello stesso tempo, critico. È un processo attraverso il quale si ricrea nel presente un patrimonio del passato proiettandolo verso il futuro, perché se ne impadroniscano e ne vivano le giovani generazioni.
«Perciò vi invito a contribuire, nel segno di un sano pluralismo, alla promozione e alla difesa dei valori della spirito che hanno formato e arricchito il patrimonio culturale spagnolo e la sua proiezione nel mondo».
A conclusione, il Sommo Pontefice ha detto: «Alla mia parola di incitamento per il vostro meritorio lavoro, unisco la mia preghiera all’Onnipotente perché vi assista nei vostri compiti».
In una lettera di presentazione, consegnata al Santo Padre da Juan Vallet de Goytisolo, si definiva il gruppo come costituito da laici operanti — secondo la loro vocazione specifica — «per contribuire a realizzare il Regno Sociale di Nostro Signore Gesù Cristo». Nel corso dell’udienza è stata donata a Papa Giovanni Paolo II una raccolta completa di Verbo, rilegata in pelle d’agnello e con lo stemma pontificio.