GIOVANNI CANTONI, Cristianità n. 279-280 (1998)
Nella Repubblica Slovaca nel settembre del 1998 è previsto lo svolgimento di elezioni politiche e in novembre di consultazioni amministrative. Entrambe le scadenze comportano — fra l’altro — prese di posizione relative alla problematica europea — la Repubblica Slovaca è guardata con diffidenza dall’Unione Europea Occidentale (1) — e alla vacanza della carica di presidente della Repubblica. Infatti il 2 marzo Michal Kovác’, il primo presidente dello Stato slovaco, proclamatosi indipendente dalla Repubblica Federativa Ceca e Slovaca il 1° gennaio 1993, ha esaurito il suo mandato — ampiamente caratterizzato da gesti di vistoso contrasto con il Governo, da lui accusato anche in occasione di visite all’estero di “autoritarismo” — e da allora non si è ancora trovata una maggioranza parlamentare per sostituirlo. In questa prospettiva e con queste rilevanti pendenze sono in corso grandi e piccole manovre di preparazione alle importanti scadenze.
Particolarmente significativo, in proposito, quanto accaduto sabato 27 giugno 1998, a Zilina, una città sul fiume Vah, nella regione settentrionale del paese, dove si è tenuto un congresso straordinario della KSÚ, l’Unione Cristiano-Sociale Slovaca, guidata dall’ingegner Viliam Oberhauser. Nel corso dell’assise la formazione politica di centrodestra — nata nel 1992 da una scissione del KDH, il Movimento Democristiano di Ján Carnogurský, di fronte al problema dell’indipendenza dalla Repubblica Cecoslovaca — ha deciso di confluire nell’SNS, il Partito Nazionale Slovaco diretto da Ján Slota, così come ha dichiarato che farà anche l’SZA, l’Alternativa Slovaca Verdi, guidata da Zora Lazarova. Quindi, la tornata elettorale di settembre vedrà la presenza, sotto il nome del Partito Nazionale Slovaco, di una coalizione di tre realtà politiche di diversa consistenza alla quale — secondo un sondaggio realizzato da un’agenzia ceca — viene attribuita la possibile raccolta del 20% dei suffragi. Quindi una forza di tutto rispetto, atta a collaborare con e a condizionare significativamente l’HZDS, il Movimento per una Slovachia Democratica, guidato da Vladimír Mec’iar, attuale capo del governo.
A confondere il quadro politico e nella prospettiva dell’erosione elettorale dell’HZDS e dei suoi alleati di centrodestra — conferma del fatto che, almeno per qualche aspetto, e non sempre fra i migliori, “tutto il mondo è paese” — al centro operano la SDK, la Coalizione Democratica Slovaca, e il SOP, il Partito d’Intesa Civica. La prima formazione raccoglie cinque partiti di centro, democristiani, liberali e socialdemocratici, fra i quali i democristiani di Carnogurský, vistosamente ridimensionati dalla posizione antindipendentista; la seconda è stata fondata da Rudolf Schuster, sindaco di Kosic’e, nella parte orientale del paese, e “lanciato” il 16 maggio con un gesto di alto profilo “dottrinale”, tale da qualificare inequivocabilmente la denuncia e l’opposizione al cosiddetto “populismo” del Governo, cioè con un dispendioso concerto di Luciano Pavarotti nell’anfiteatro di questa città.
Sul versante di sinistra sono presenti la SDL, il Partito della Sinistra Democratica, costituito da post -comunisti che hanno ereditato le strutture del vecchio partito comunista e che sono guidati da Jozef Migas’; la ZRS, l’Associazione degli Operai della Slovachia, costituita da post-comunisti pragmatici, diretti da Ján Lupták, che fanno attualmente parte della coalizione di governo; e il KSS, il Partito Comunista Slovaco, costituito da neo-comunisti, che del vecchio partito comunista puntano alla conservazione dell’eredità ideologica e che non sono rappresentati in parlamento.
Dunque, in Slovachia è in corso un’intelligente operazione politica che — a partire da una sostanziale attenzione alle esigenze della dottrina sociale naturale e cristiana — rivela l’intento di costruire un Polo di centrodestra, e a questa decisione e alla sua realizzazione — come non manca di dichiarare pubblicamente Oberhauser, che al congresso della sua formazione politica nel giugno del 1997 ha invitato l’on. Gianfranco Fini, che si è fatto rappresentare dall’on. Oreste Tofani — non è assolutamente estranea una meditata attenzione alla vita politica italiana, al suo corso più recente e all’esperienza del Polo per le Libertà.
Giovanni Cantoni
* Articolo anticipato, senza note e con il titolo redazionale Le speranze della Slovacchia riposte in un Polo di Centrodestra, in Secolo d’Italia. Quotidiano di Alleanza Nazionale, anno XLVII, n. 152, 1-7-1998, p. 12; quindi tradotto quasi integralmente con il titolo Nádeje Slovenska smerujú k centropravci [La speranza della Slovachia si orienta al centrodestra], in Slovenská Republika, 7-7-1998, uno dei maggiori quotidiani d’informazione della Slovachia.
***
(1) Cfr. Parere della Commissione sulla richiesta di adesione della Slovacchia all’Unione europea. Documento redatto sulla base del COM(97) 2004 def. documento, in Agenda 2000. Bollettino dell’Unione europea, supplemento 9/97.