Giovanni Cantoni, Cristianità n. 318 (2003)
In relazione all’annosa questione della Riforma Agraria, il quotidiano brasiliano O Estado de S. Paulo, del 29 agosto 2003, ha raccolto una dichiarazione di S. E. mons. Tomás Balduíno, vescovo di Goiás, capitale dell’omonimo Stato della Repubblica Federale del Brasile, e presidente della CPT, la Comissão Pastoral da Terra della CNBB, la Conferência Nacional dos Bispos do Brasil: “Non possiamo più accettare — affermava il presule — che i senza terra di tutte le regioni del paese siano deportati nelle terre demaniali là dove finisce il mondo, in Amazzonia” (1).
Per quanto incredibile, a questa dichiarazione spropositata mons. Balduíno ha aggiunto che è necessario dare al MST, il Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra, terreni nelle aree più produttive e più ricche del paese, servite da buone strutture viarie e vicine ai mercati di consumo.
L’episodio e le dichiarazioni che lo sostanziano hanno indotto la redazione di Catolicismo, il mensile pubblicato a San Paolo dalla Sociedade Brasileira de Defesa da Tradição, Família e Propriedade, la TFP brasiliana, a riproporre un passaggio del dibattito svoltosi dopo una conferenza tenuta dal fondatore della TFP, Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1994), il 15 marzo 1961, a Belo Horizonte, la capitale dello Stato di Minas Gerais. Dopo un pubblico intervento sulla Riforma Agraria, svolto su invito dell’União Estadual dos Estudantes de Minas Gerais, l’oratore diede ai presenti la possibilità di rivolgergli domande. E una di esse ricorda la singolare affermazione del presidente della CPT. Ecco la domanda: “Dottor Plinio, le terre disabitate, che sono in mano al governo, offrono condizioni adeguate per il lavoratore? Ossia: ospedali, scuole, abitazioni? Chi le darà loro?”.
E l’oratore rispose: “Se questo modo di pensare fosse stato prevalente, il Brasile non esisterebbe… Perché, se i portoghesi di Pedro Álvares Cabral [il nobile scopritore del Brasile nel 1500 (1467 ca.-1520 ca.)] avessero chiesto se vi erano scuole… [risa], non si sarebbe realizzato quanto sta scritto nel Genesi: “Andate e popolate tutta la terra”.
“E chi avesse dovuto costruire un ospedale avrebbe potuto chiedere se vi fosse un ospedale per lui. Il che significa che si tratta di un circolo vizioso. Quindi, non si popola mai nulla! Perché, se vado soltanto dove vi sono ospedali, anche il lavoratore, che deve costruire l’ospedale, andrà solamente nel caso che vi siano ospedali…
“Ora, chiedo: allora, finché non vi siano ospedali, scuole, abitazioni — si potrebbe aggiungere: se non vi sono locali cinematografici… [risa] —, finché non vi sia tutto questo, non si va a popolare nulla?!”.
Poiché non è necessario bere il mare per sapere che è salato, trovo assolutamente puntuale la sintesi della redazione di Catolicismo, come si ricava dal titolo dell’articolo al quale mi riferisco, secondo cui il problema per il Brasile non è costituito dalla presenza di “uomini senza terra”, ma da quella di “terra senza uomini”.
Note:
(1) Cfr. “Ide, povoai a Terra inteira”. No Brasil, o problema não está no homen sem terra: está, isto sim, na terra sem homem, in Catolicismo, anno LIII, n. 632, San Paolo agosto 2003, p. 2. Tutti le citazioni sono tratte da questo articolo.