Sulla base delle reazioni scatenate dall’enunciazione di qualche verità storica sui protagonisti del Risorgimento — “per la maggior parte dei massoni, degli avventurieri e […] l’equivalente di quelli che sono morti negli anni scorsi per le Brigate rosse” (Corriere della Sera, 20-4-1990) —,
Alleanza Cattolica — associazione civico-culturale di laici cattolici — nota come tali reazioni rivelino
1. il carattere globalmente rivoluzionario della classe politica italiana, che — erede delle minoranze sovversive che hanno fatto il Risorgimento — è resa isterica dalla sola ipotesi che il popolo — il grande assente dall’”epopea risorgimentale” — si sottragga in qualche modo alla presa dello Stato unitario, da essa invaso come tali minoranze hanno in illo tempore occupato gli Stati preunitari;
2. il carattere “organico” di gran parte dell’intellighenzia, che corre a “coprire” le affermazioni degli uomini di partito, dal momento che concepisce la storia come il primo storico marxista russo, M. N. Pokrovskij, cioè come “politica rivolta al passato”;
3. il carattere totalitario dell’establishment culturale, sempre pronto a denunciare un presunto “dogmatismo” cattolico — fondandosi, per esempio, sul “caso Galilei” —, ma che non tollera la messa in questione del “dogma” risorgimentale;
quindi auspica che la revisione culturale del Risorgimento — versione nostrana della Rivoluzione francese — prosegua oltre la contingenza della tornata elettorale.
23 aprile 1990
San Giorgio martire