Partito Comunista Cinese, Cristianità n. 201-202 (1992)
Mentre l’opinione pubblica mondiale segue, con maggiore o minore attenzione e profitto, le conseguenze di quanto è accaduto al “polmone occidentale” dell’impero socialcomunista, il “polmone orientale” continua a produrre miasmi. Lo prova un documento, datato 5 febbraio 1991, che trascriviamo da Cina Oggi, n. 15, novembre 1991, pp. 369-376, supplemento all’agenzia Asia News, n. 99, tradotto dall’originale cinese a cura della stessa agenzia, del Centro Missionario PIME, il Pontificio Istituto Missioni Estere, di Milano; anche il titolo — salvo quanto fra parentesi quadre — e le note sono della stessa fonte.
“La serietà e severità del documento — nota Asia News — non è da sottovalutare. I suoi contenuti spiegano a fondo gli ultimi avvenimenti in campo religioso, ed in campo cattolico, naturalmente. Nei rapporti con la Cina, esso impone una nuova valutazione ed un preciso ripensamento sui rapporti fra partito e Chiesa. Leggendo questo lungo documento, conciliante nella forma ma severo nella sostanza, si ha la chiara impressione che l’ipotesi, spesso formulata da visitatori occidentali di buona volontà in Cina, che il governo cinese si sta aprendo ad eventuali contatti e rapporti con la Santa Sede, è un’ipotesi in nulla confermata dai fatti. Nell’attuale fase di riflusso e di restaurazione nella sua politica interna, Pechino si dimostra sempre più chiusa a qualsiasi influsso esterno che possa mettere in dubbio il controllo ideologico del partito sul popolo cinese. Mentre quindi la Cina si apre ai finanziamenti stranieri, al commercio estero, alle joint ventures con multinazionali capitaliste, al turismo internazionale e all’accoglienza di personale tecnico che possa aiutare nella modernizzazione del paese, nel campo politico-ideologico-religioso rimane assolutamente refrattaria a qualsiasi influsso esterno” (Cina: un nuovo documento governativo contro le attività religiose, ibid., p. 368).
Una conferma della diagnosi drastica viene ancora dal “continente giallo”, in termini spesso identici a quelli del documento: “La Cina erigerà una nuova “Grande Muraglia”, questa volta in ferro e acciaio, per proteggere lo Xinjiang (la parte occidentale del Paese ai confini con le ex repubbliche sovietiche musulmane) dagli agenti anticomunisti che vogliono destabilizzarlo instillando idee separatiste.
“La notizia è pubblicata dallo stesso quotidiano dello Xinjiang che cita un responsabile del Pc locale, Wang Enmao, secondo cui “le forze borghesi liberali e quelle nazionaliste dispongono di agenti infiltrati che sobillano la popolazione”, una sorta “di quinta colonna di forze occidentali ostili che, nello Xinjiang, vogliono cambiare il socialismo in capitalismo”.
““La Cina, dopo lo sgretolamento dell’Unione Sovietica e i cambiamenti in Europa dell’Est — sostiene ancora il dirigente del Pc dello Xinjiang — è diventata il principale obbiettivo del capitalismo internazionale”.
““Occorre dunque bloccare l’evoluzione pacifica (così viene chiamata nel gergo propagandistico cinese la strategia occidentale per trasformare gli Stati socialisti in capitalisti, ndr.) — è la conclusione — costruendo un muro di ferro e acciaio”.
“Lo Xinjiang (una volta Turkestan cinese) è un’immensa regione in gran parte desertica dove il governo di Pechino da anni deve combattere una debole, ma endemica, guerriglia indipendentista.
“Lo sgretolamento dell’Unione Sovietica l’ha reso ora particolarmente “vulnerabile ai nemici del socialismo” giacché confina con le nuove repubbliche indipendenti sovietiche del Kazakhstan, Kirghizstan, Tagikhistan le cui popolazioni musulmane sono etnicamente uguali a quelle dalla parte cinese” (Cina: grande muraglia contro l’anticomunismo, in Corriere della Sera, 11-1-1992).
«Circolare dagli organi centrali del Partito [Comunista Cinese] e dal Consiglio di stato [della Repubblica Popolare Cinese] per una più precisa attenzione verso alcuni problemi posti dal lavoro religioso»
Doc. n. 6/1991
Data: 5 febbraio 1991
Riservato
Ai comitati di partito ed ai governi del popolo di ogni provincia, regione autonoma e città direttamente sotto il governo centrale; ai comitati di partito dei principali distretti militari, ad ogni comitato dei dipartimenti del centro del partito e degli organi di governo, ad ogni quartiere generale sotto la commissione militare, ai comitati di partito di ogni sezione delle forze armate e ad ogni organizzazione del popolo:
A partire dal Terzo Plenum dell’11mo Comitato centrale (1), attraverso lo sforzo comune dei comitati di partito ad ogni livello, del governo e delle organizzazioni patriottiche, la politica religiosa del partito è stata progressivamente attuata, ed il lavoro religioso (2) ha raggiunto successi ragguardevoli. Avendo aperto e ripristinato luoghi per le attività religiose, ricostituito o formato organizzazioni religiose patriottiche, avendo protetto attraverso la legge e scelte politiche il diritto dei cittadini alla libertà di credo religioso e avendo provveduto al diritto legale proprio delle organizzazioni religiose ad attività religiose normali, ed avendo affrontato attività illegali e criminali fatte in nome della religione, l’attività religiosa è normalizzata nella maggioranza delle località.
La coscienza patriottica e socialista delle personalità religiose è stata elevata. Esse sostengono la funzione-guida del Partito comunista cinese ed il sistema socialista. Da un punto di vista positivo, esse assistono il partito ed il governo nell’attuazione della politica religiosa. Hanno dato un grande contributo nel mantenimento della stabilità sociale e dell’unità etnica, come anche nella promozione dell’unità nella madrepatria e nello sviluppo di relazioni amichevoli sul piano internazionale. Il Fronte unito patriottico, sotto la guida del partito, è stato ulteriormente rafforzato ed allargato tra le personalità religiose di ciascuna minoranza (etnica) nazionale, e le masse dei credenti di ciascuna minoranza (etnica) partecipano positivamente alla creazione della civiltà socialista, sia materiale che spirituale.
L’esperienza ha mostrato che la politica religiosa del partito e del governo è giusta e che la situazione generale del lavoro religioso è buona. Dobbiamo tuttavia renderci conto che forze nemiche estere hanno utilizzato la religione come un importante strumento per la promozione della loro strategia di evoluzione pacifica (3), e continuano a svolgere attività di infiltrazione e sabotaggio.
I separatisti tra le minoranze (etniche) nazionali hanno pure utilizzato la religione per fomentare difficoltà, attaccare la dirigenza del partito ed il sistema socialista, e per distruggere l’unità nazionale ed etnica. In alcune località imperversano alcuni elementi a noi nemici. Hanno costituito organizzazioni illegali e ci combattono allo scopo di avere autorità sui templi e sulle chiese. Alcuni hanno fondato scuole per lo studio delle scritture, seminari o scuole teologiche per combatterci al fine di ottenere la fedeltà della gioventù. Alcuni templi hanno ristabilito il sistema feudale di privilegi religiosi e di sfruttamento oppressivo che era stato abolito in passato. Ai livelli di base sono riapparse situazioni di interferenza religiosa nell’amministrazione governativa, nei tribunali e nei circoli educativi.
Nello stesso tempo, si deve osservare che nell’attuazione della politica di libertà religiosa permangono ancora molti problemi. Alcune autorità locali violano il diritto dei cittadini alla libertà religiosa ed i diritti legali di templi e di chiese. Interferiscono anche negli affari e nelle attività normali degli organismi religiosi.
Si devono ancora risolvere molti problemi riguardanti la restituzione delle proprietà religiose e di fabbricati ai loro legittimi proprietari. Sorgono talvolta contraddizioni sociali per il fatto che delle questioni religiose non sono state affrontate in modo appropriato. I comitati di partito ed i governi (amministrazioni) ad ogni livello dovrebbero riconoscere con chiarezza la natura complicata e l’importanza di questi problemi, ed attribuire grande importanza al lavoro religioso.
Il corretto trattamento delle questioni religiose è un’importante realtà nel compito di costruzione socialista del nostro paese. È un elemento importante nella costruzione di un socialismo con caratteristiche cinesi. L’attuare bene il lavoro religioso ha un grande significato per il mantenimento della stabilità sociale, per rafforzare l’unità etnica, unificare la madrepatria e promuovere la modernizzazione.
Il documento n. 19, emanato dal centro del partito nel 1982 ed intitolato La politica base e la posizione che il nostro paese deve tenere verso il problema religioso durante questo periodo del socialismo (4), è un documento importante per la direzione del lavoro religioso, e noi dobbiamo continuamente cercare di attuarlo coscienziosamente. Dobbiamo mantenere la continuità e la stabilità della politica religiosa.
In futuro, il dovere fondamentale del partito e del governo nei riguardi della politica religiosa sarà: attuare coscienziosamente la politica religiosa del partito, proteggere il diritto del cittadino alla libertà religiosa, approfondire la formazione delle masse dei credenti e delle personalità religiose nel campo del patriottismo e del socialismo, attivare i loro fattori positivi, sostenere le loro iniziative migliori, rafforzare e sviluppare il Fronte unito patriottico con le personalità religiose, dirigere gli affari religiosi in accordo con la legge, troncare ed attaccare l’uso della religione allo scopo di compiere attività illegali e criminali, e resistere con fermezza alle attività di infiltrazione da parte di forze religiose estere nemiche.
Tutto ciò deve essere fatto allo scopo di mantenere la stabilità, aumentare l’unità, unificare la madrepatria e sviluppare il paese.
Ora, segue la circolare per affrontare ulteriormente alcuni problemi del lavoro religioso.
I. Attuare pienamente e correttamente la politica di libertà religiosa
La politica, fondamentale e di lunga data, del partito e del governo nell’affrontare le questioni religiose è di rispettare e proteggere la libertà religiosa. La libertà di credo religioso è un diritto concesso ai cittadini dalla Costituzione. I cittadini hanno la libertà di credere nella religione e la libertà di non credere. Nessun organo di stato, organismo pubblico o individuo può costringere i cittadini a credere, o a non credere, in qualsiasi religione; neppure possono fare discriminazioni contro i cittadini che credono o non credono.
L’attività religiosa deve essere svolta entro i limiti della legge e della politica (fissata). Lo stato protegge le normali attività religiose.
Nell’esercizio del loro diritto alla libertà religiosa, i cittadini hanno anche l’obbligo di assumersene i doveri. Nessun individuo può fare uso della religione per opporsi alla funzione-guida del partito o del sistema socialista. Neppure possono mettere in pericolo l’unità del paese, la stabilità sociale e l’unità tra le nazionalità (5). Non possono causare danni alla società o al bene comune, né possono ostacolare i diritti legittimi degli altri cittadini.
Nessun individuo può usare la religione per interferire con l’amministrazione governativa, con i tribunali, con l’educazione nelle scuole o con l’educazione pubblica socialista. La religione non può essere usata per ostacolare attività che si svolgono sotto il sistema educativo obbligatorio. Non riportiamo in vita il sistema, già abolito, di privilegi religiosi feudali e di sfruttamento oppressivo.
Le relazioni tra credenti e non credenti, o le relazioni tra i credenti delle diverse religioni o denominazioni, dovranno essere caratterizzate da rispetto reciproco e da unità. Nei luoghi in cui i non credenti sono in maggioranza, si deve fare attenzione a rispettare e proteggere i diritti della minoranza dei credenti religiosi. Dove i credenti sono la maggioranza, si deve fare attenzione a rispettare e proteggere i diritti della minoranza non credente. Creiamo unità tra credenti e non credenti, così che entrambi possano lavorare assieme per attuare il compito della modernizzazione socialista.
Nell’attuare la politica di libertà religiosa, si correggano con risolutezza incidenti di violazione del diritto dei cittadini alla libertà religiosa e dei legittimi diritti di personalità religiose. Nelle località nelle quali i luoghi per le attività religiose sono troppo pochi, si risolva il problema del bisogno di luoghi per normali attività religiose, e si tratti nel modo corretto qualsiasi residuo problema riguardante le proprietà ecclesiastiche. Ciò è d’aiuto all’unificazione della vasta massa dei credenti e per la stabilità nazionale e sociale.
II. Rendere effettiva la supervisione degli affari religiosi in accordo con la legge
Rendere effettiva la supervisione della religione in accordo con la legge si riferisce all’attuazione delle leggi, dei regolamenti e delle politiche riguardanti la religione, attraverso le quali il governo esercita la sua gestione amministrativa e di sorveglianza su di essa. In accordo con la legge, il governo protegge i diritti legali delle organizzazioni religiose, dei templi e delle chiese. Protegge i “professionisti religiosi” quando questi svolgono affari ed attività religiose normali. Protegge le attività religiose normali delle masse dei credenti. Impedisce e frena gli elementi irrispettosi della legge dall’usare la religione e le attività religiose per creare disordini e commettere crimini, e si oppone alle forze nemiche straniere che utilizzano la religione per mettere in atto l’infiltrazione.
L’esercizio della sorveglianza sugli affari religiosi ha come scopo di condurre le attività religiose all’interno degli obiettivi della legge, dei regolamenti e della politica. Non significa interferenza nella normale attività religiosa e negli affari interni delle organizzazioni religiose.
Ogni luogo di attività religiosa dovrà essere registrato in accordo con la legge (misure pratiche verranno formulate separatamente). I luoghi di attività religiosa che sono stati registrati ricevono la protezione della legge. Sotto la guida amministrativa dell’Ufficio governativo per gli affari religiosi, le organizzazioni patriottiche religiose ed il personale religioso per professione sono responsabili della loro sorveglianza (cioè dei luoghi per le attività religiose), in accordo con i principi di gestione democratica.
Per aprire nuovi luoghi di attività religiosa si deve ottenere l’approvazione del governo del popolo al di sopra del livello di distretto. Si devono frenare con risolutezza le pratiche evangeliche e gli altri generi illegali di attività missionaria compiuta da predicatori indipendenti. Si sopprimano, in accordo con la legge, ogni scuola di (studio delle) scritture, seminario o scuola teologica illegali.
Gli organismi religiosi e gli affari religiosi del nostro paese devono aderire al principio dell’amministrazione indipendente ed autonoma delle rispettive religioni, e non sono soggetti ad alcun dominio straniero. Sulla base dell’eguaglianza e dell’amicizia, gli organismi religiosi dovranno sviluppare positivamente e correttamente relazioni religiose con organismi religiosi esteri, ma dovranno respingere con fermezza qualsiasi tentativo da parte di forze religiose estere nemiche di controllare le religioni del nostro paese.
Non è permesso a qualsiasi organizzazione religiosa straniera o a qualsiasi individuo di interferire con gli affari religiosi del nostro paese. Neppure è loro consentito aprire un ufficio d’affari, costruire chiese e templi o compiere attività missionaria nel nostro paese. I competenti dipartimenti di governo prenderanno misure per controllare libri, nastri, video-cassette, ed altro materiale di propaganda di natura religiosa che entra nel nostro paese dall’estero, e rafforzeranno il controllo su di esso. Tutto ciò che contiene materiale reazionario e che esprime opposizione contro i quattro principi base o contro il governo, dovrà essere confiscato in accordo con la legge.
Nessuno può ricevere sussidi religiosi o fondi missionari dall’estero che abbiano come obiettivo l’infiltrazione. L’autorizzazione per le nostre organizzazioni religiose, templi o chiese, di ricevere grosse elargizioni monetarie provenienti da organizzazioni religiose estere o da credenti (stranieri), deve essere ottenuta dai più alti livelli del governo provinciale o dall’Ufficio per gli affari religiosi del Consiglio di stato.
Nel caso che le organizzazioni religiose invitino organismi o individui religiosi stranieri in visita al nostro paese, oppure nel caso esse siano invitate all’estero, si dovrà prima ottenere il permesso dai più alti livelli del governo provinciale oppure dall’Ufficio per gli affari religiosi del Consiglio di stato. Per partecipare ad attività di rilievo all’estero si dovrà prima ottenere l’autorizzazione del Consiglio di stato.
Qualora i nostri organismi religiosi vengano invitati all’estero da organizzazioni non religiose, nel caso che queste comprendano organismi con qualche intonazione religiosa, oppure nel caso che personalità religiose importanti ed influenti vengano in Cina in visita o per turismo, l’Ufficio per gli affari religiosi dovrà esserne informato. Quando dipartimenti come quelli del commercio, della tecnologia, della cultura, dell’educazione, della sanità, dello sport e del turismo intraprendono scambi e cooperazione con l’estero, e tali scambi coinvolgano organizzazioni religiose estere, o organismi ed individui loro connessi, la dichiarazione di cooperazione da firmare non dovrà contenere articoli che permettano il lavoro missionario, l’apertura di uffici religiosi o la costruzione di chiese e di templi.
Si affretti il lavoro di formulazione di una legislazione in campo religioso. L’Ufficio per gli affari religiosi del Consiglio di stato dovrà preparare quanto prima un abbozzo di regolamenti amministrativi per gli affari religiosi. In seguito, basandosi sulle leggi ed i regolamenti nazionali del caso, ciascuna provincia, regione autonoma e municipalità direttamente sotto il Consiglio di stato, potrà formulare i regolamenti locali per gestire gli affari religiosi adatti alle condizioni del luogo.
Le autorità governative al livello di base dovranno rafforzare la loro guida circa il lavoro religioso, attueranno coscienziosamente la politica religiosa del partito e del paese, ed aiuteranno i “professionisti religiosi” e le masse dei credenti a controllare bene i loro luoghi di attività religiosa, ed a compiere le rispettive attività religiose in accordo con la legge.
III. Dare piena responsabilità alla funzione degli organismi patriottici
Le organizzazioni religiose patriottiche sono ponti del partito e del governo per unire ed educare le personalità religiose.
La completa attuazione della funzione delle organizzazioni religiose patriottiche garantirà che esse saranno gli organismi principali per attuare bene la politica del partito nel normalizzare l’attività religiosa. Si corregga coscienziosamente la situazione in quei luoghi dove le funzioni delle organizzazioni religiose patriottiche sono insufficientemente esercitate. Si incoraggino e si aiutino a rafforzare le loro organizzazioni, nel muoversi indipendentemente in accordo con le loro speciali circostanze e costituzioni, e dando completo spazio alle loro caratteristiche positive.
Si incoraggino e si sostengano nei loro progetti di autosostentamento, di servizio e nelle iniziative di beneficio alla società. Vengano aiutati a risolvere problemi connessi con il compimento del loro lavoro, come spazio per uffici, spese, e le difficoltà in alcuni luoghi riguardanti il mantenimento dei “professionisti religiosi”.
Ogni organizzazione religiosa patriottica dovrà accettare la funzione-guida del partito e del governo, osservare le leggi del paese, mettere in pratica la tradizione di auto-educazione, provvedere con regolarità alla preparazione dei “professionisti religiosi” nel patriottismo, nel socialismo, negli affari e nella politica correnti, nelle leggi nazionali e nei regolamenti. (Dovranno anche) continuamente tener viva la consapevolezza di dover salvaguardare gli interessi del paese e del popolo, e di perseverare nel principio di indipendenza ed autonomia.
Gran parte delle personalità religiose della nostra nazione sono patriottiche e rispettose della legge. La loro cooperazione con il partito e con il governo è di lunga data, ed esse costituiscono un’importante forza per mantenere la stabilità nel paese e nella società, per contattare i credenti e per gestire bene gli affari religiosi. Gli organi della dirigenza del partito a tutti i livelli dovranno regolarmente ascoltare le opinioni e i suggerimenti delle organizzazioni religiose patriottiche e delle personalità religiose, e discutere a fondo con loro le questioni importanti che toccano gli affari di natura religiosa.
Si sostengano e si aiutino le organizzazioni religiose patriottiche a gestire bene i luoghi di formazione religiosa. Si aiutino a formare, in modo pianificato ed organizzato, un gruppo di “professionisti religiosi” che amano fervidamente la madrepatria, accettano la funzione-guida del partito, perseverano nel seguire il socialismo, nel salvaguardare l’unità nazionale ed etnica, abbiano una conoscenza religiosa e siano capaci di contattare i credenti religiosi. Al momento attuale, inoltre, si incrementi la formazione dei responsabili dei templi, delle chiese e degli altri luoghi di attività religiosa.
IV. Si attacchino con risolutezza coloro che usano la religione per compiere attività criminali
Mentre si devono proteggere i diritti dei cittadini alla libertà religiosa ed alle normali attività religiose, è altrettanto necessario attaccare risolutamente quei contro-rivoluzionari e gli altri elementi criminali che usano la religione per compiere attività disgregatrici. I dipartimenti di Pubblica sicurezza a tutti i livelli devono adottare misure effettive per mettere fermamente fine all’uso delle questioni religiose per agitare le masse, per disturbare l’ordine sociale e distruggere l’unità nazionale ed etnica. Quanti vanno contro la legge dovranno essere trattati in accordo con la legge.
I principali colpevoli che cospirano con le forze straniere nemiche per danneggiare la sicurezza del paese devono essere severamente puniti.
A riguardo dei luoghi usati per attività religiose illegali, se le circostanze non sono gravi, si dovranno criticare ed educare coloro che sono coinvolti e si dovrà dare loro un certo tempo perché cambino i loro modi. Ma se si rifiutano di cambiare, oppure se le circostanze sono più gravi, si trattino in accordo con la legge.
Nel vostro lavoro dovete distinguere nettamente e trattare correttamente i due differenti generi di contraddizione (6), dovete avere una corretta comprensione della politica, dovete unirvi e dipendere dalle forze religiose patriottiche, dovete dividere e spaccare le forze nemiche, portare dalla nostra parte (convincere) le masse che sono influenzate o controllate dalle forze nemiche, ed isolare i pochi capi più importanti tra di loro.
I dipartimenti giudiziari nazionali dovranno, in accordo con la legge, dare una spiegazione legale alle punizioni imposte per l’uso della religione allo scopo di compiere attività criminali. Gli organi della Pubblica sicurezza dovranno cooperare tra loro nell’attaccare le attività criminali, secondo la legge.
V. Si rafforzino gli organi per il lavoro religioso e si aumentino le fila dei quadri per il lavoro religioso
Per migliorare il lavoro religioso, gli organi governativi per il lavoro religioso devono venir rafforzati. Nelle province (regioni autonome, città direttamente sotto il governo centrale), nelle amministrazioni locali, prefetture e nei distretti, dove la responsabilità del lavoro religioso è particolarmente onerosa, il governo dovrà istituire organi per il lavoro religioso integrandoli nei ranghi governativi.
I distretti che già hanno organi per il lavoro religioso dovranno continuare a mantenerli. Quelli che non hanno ancora istituito simili organi dovranno collaborare con i dipartimenti competenti in modo che possano essere provvisti di quadri preparati. Città e villaggi che hanno responsabilità per il lavoro religioso dovranno mettere qualcuno in carica del lavoro religioso stesso. Dove le responsabilità sono pesanti, dovranno essere provvisti dei quadri professionali.
Si dia grande importanza alla formazione di quadri per il lavoro religioso e se ne migliori continuamente il livello. I quadri in carica del lavoro religioso dovranno conoscere bene il significato e le responsabilità del loro lavoro. Dovranno coscienziosamente studiare la filosofia marxista e la teoria religiosa, come anche le linee politiche del partito. Dovranno conoscere bene le leggi riguardanti la religione e possedere una salda conoscenza del lavoro religioso. Dovranno essere adatti ad unire le personalità religiose e la massa dei credenti. Dovranno gradualmente formarsi e divenire quadri per il lavoro religioso in possesso di eccellenti qualità politiche, di uno stile di lavoro ottimo e di un alto grado di competenza. I comitati di partito ed i governi ad ogni livello dovranno prendersi cura della politica, del lavoro e del sostentamento dei quadri per il lavoro religioso.
VI. Rafforzare la funzione di guida del partito sul lavoro religioso
La più importante funzione-guida che il partito esercita sul lavoro religioso è di natura politica. I membri, quindi, dovranno assimilare bene la direzione politica e le linee politiche più importanti. I comitati di partito ed i governi ad ogni livello devono mettere il lavoro religioso all’ordine del giorno, e in tempi determinati dovranno studiare ed analizzare le condizioni del lavoro religioso. Dovranno coscienziosamente esaminare la situazione nell’applicazione della politica religiosa, e risolvere con prontezza ogni problema pendente. Dovranno mobilitare l’intero partito e tutti i livelli del governo e della società perché si preoccupino di svolgere bene il lavoro religioso, così che religione e società socialista possano adattarsi l’una all’altra.
I compagni ad ogni livello nella guida del partito ed i dipartimenti del Fronte unito del partito dovranno svolgere bene il loro lavoro con i rappresentanti dei circoli religiosi. Si aumentino i contatti con loro, si spieghi ad essi la politica del partito, si diano loro informazioni sui problemi rilevanti, si ascoltino le loro opinioni con una mente aperta, e li si aiuti a risolvere i problemi inerenti al loro lavoro.
I comitati di partito ed i governi ad ogni livello devono rafforzare il lavoro di indottrinamento politico e guidare gli organi di propaganda nell’educare le grandi masse nel patriottismo, nel socialismo e nell’unità nazionale.
Si educhino positivamente le masse, specialmente i giovani, nel materialismo dialettico e storico (incluso l’ateismo). Si formino le grandi masse dei giovani a divenire una nuova generazione in possesso di ideali, di virtù, di cultura e di disciplina. Si guidino e si aiutino i sindacati, le organizzazioni giovanili comuniste e le federazioni delle donne a lanciare differenti forme di attività sane e benefiche. Si insegni loro come trattare in modo corretto problemi come la nascita, l’età anziana, la malattia, la morte, la cattiva e la buona sorte. Si aiutino ad acquisire una visione scientifica del mondo e della vita. Non è permesso a pubblicazioni che toccano il tema religioso di violare la politica religiosa del partito e del governo o di urtare i sentimenti delle masse dei non credenti. Neppure è permesso usare la religione per distorcere la storia o per danneggiare l’unità nazionale ed etnica.
I membri del Partito comunista non possono credere nella religione, né possono partecipare ad attività religiose. Si aiutino ad acquisire una corretta visione del mondo, a delimitare con chiarezza i confini tra l’ateismo ed il teismo, e ad affermare la loro fede nel comunismo. Si incoraggino quanti persistono nel loro atteggiamento ad uscire dal partito. Contro coloro che prendono parte nel fomentare il fervore religioso e sostengono la costruzione indiscriminata di templi e di chiese si prendano con serietà misure di critica e di educazione.
Se, dopo aver trascorso un periodo educativo, si dimostrano ancora non pentiti, vengano espulsi dal partito. Per quanto riguarda i membri del partito che vivono a livello locale nelle aree di minoranze etniche dove la totalità della gente è credente, e questi prendono parte in attività di massa che hanno sapore religioso ed appartengono alle tradizioni delle minoranze (etniche), si tengano presenti le direttive del Centro del partito.
Dopo che tutti i comitati di partito ed i governi locali hanno ricevuto questa circolare, basandosi su una completa indagine circa l’attuazione della politica religiosa, si valutino coscienziosamente le lezioni imparate nel trattare le questioni religiose. Alla luce delle reali situazioni di ciascuna località, si formulino misure concrete e vengano coscienziosamente attuate. I comitati di partito ed i governi di ciascuna provincia, regione autonoma e città direttamente sotto il governo centrale dovranno inviare un rapporto scritto al Centro del partito ed al Consiglio di stato riassumendo le indagini svolte sulla propria situazione particolare.
Il Comitato centrale del Partito comunista cinese
il Consiglio di stato
5 febbraio 1991
Note:
(1) Il Terzo Plenum dell’11° Comitato centrale è stato tenuto a Pechino dal 18 al 22 dicembre 1978. Esso ha segnato il ritorno di Deng Xiaoping al controllo del partito e l’inizio della grande svolta riformista.
(2) “Lavoro religioso” si riferisce in genere alle attività iniziate dal partito allo scopo di “guidare” le cinque religioni ufficialmente riconosciute, e non alle attività svolte dalle religioni.
(3) “Evoluzione pacifica” è un’espressione parecchio usata durante gli ultimi anni ’80 dai “riformisti” per indicare la necessità di portare il Partito comunista cinese verso una trasformazione politica, tale da permettergli una rinnovata funzione di guida del paese. Nel 1989, l’espressione venne ad identificarsi con il movimento di persone e di idee che ruotavano intorno a Zhao Ziyang, il Segretario generale del partito eliminato nel giugno di quell’anno. Dall’estate scorsa, dopo il fallito colpo di stato di Mosca, l’espressione indica una forte campagna contro gli atteggiamenti degli anni passati che incoraggiavano apertura e cooperazione con tutte le forze. L’evoluzione pacifica, secondo Pechino, sarebbe una tattica adottata da forze economiche e ideologiche (o religiose) straniere, nemiche della Cina, allo scopo di sovvertire il sistema socialista e togliere al Partito comunista il monopolio del potere. Essa completa l’attacco compiuto ai danni del paese dai fautori della “liberalizzazione borghese”.
(4) Cfr. Cina Oggi, n. 5, supplemento ad Asia News, n. 60, dicembre 1989, pp. 84-101.
(5) Le diverse etnie che compongono il tessuto sociale della popolazione cinese.
(6) Ci si riferisce al discorso Sulla giusta soluzione delle contraddizioni nell’ambito del popolo pronunciato da Mao il 27 febbraio 1957. In esso si distinguono due tipi di contraddizioni: “le contraddizioni nell’ambito del popolo” (che riguardano questioni ideologiche che possono essere risolte col dialogo) e “le contraddizioni tra noi e i nostri nemici” ( o contraddizioni antagoniste, che devono essere trattate in modo differente).