Intervento, riveduto e annotato, al convegno dal titolo Fatima. 1917-2000 e oltre, organizzato da Alleanza Cattolica e da Cristianità, a Ferrara, il 13-10-2001, nel quadro della settimana mariana dell’arcidiocesi di Ferrara-Comacchio, su cui cfr. Giuseppe Bonvegna, “Fatima. 1917-2000 e oltre”, in Cristianità, anno XXIX, n. 308, novembre-dicembre 2001, pp. 19-21. Tutti i riferimenti internet, cui rimando nelle note, sono stati verificati il 16-10-2002.
MASSIMO INTROVIGNE, Cristianità, n. 313 (2002)
1. Fatima, millenarismo, nuova religiosità
In un’intervista apparsa l’11 ottobre 2001 su L’Espresso mi si chiedevano alcune valutazioni su tre categorie di persone che, all’indomani dei tragici avvenimenti dell’11 settembre 2001, hanno subito affermato di averli in qualche modo previsti: gli appassionati di Nostradamus (Michel de Nostredame, 1503-1566), i maniaci delle speculazioni numerologiche, e coloro che si ritengono detentori di testi o d’interpretazioni autentiche — alternative a quella pubblicata dalla Santa Sede — della terza parte del segreto di Fatima (1). Evidentemente, per i cattolici è sorprendente — e anche sgradevole — che una devozione presa sul serio — per dire il meno — e raccomandata da tutti i Pontefici che ne hanno avuto conoscenza — e particolarmente da Papa Giovanni Paolo II — si trovi associata a così dubbie compagnie. Il compito dello studioso non è però quello di stupirsi o d’indignarsi; è piuttosto quello di chiedersi perché.
Qualunque narrativa — uso volutamente, qui, un termine il più possibile tecnico e neutrale — di contenuto profetico si presta a riletture e a interpretazioni infinite da parte di correnti e di movimenti che s’ispirano al millenarismo. Per una serie di ragioni in parte ovvie — legate alle guerre e alle catastrofi che lo hanno contrassegnato — il secolo di Fatima, il XX — così come, del resto, il secolo precedente —, è caratterizzato da un’autentica esplosione di fenomeni millenaristi (2).
La parola “millenarismo” deve essere precisata, in quanto ha subito, nel corso degli ultimi due secoli, uno slittamento semantico e un cambiamento di significato. La vicenda è simile a quella che riguarda un’altra parola assai diffusa, “fondamentalismo”, che originariamente indicava, con notevole precisione, una specifica corrente protestante che intendeva difendere — contro correnti teologiche più liberali — una serie di tesi sulla Bibbia elaborate fra la fine del secolo XIX e l’inizio del XX, codificate — per così dire — nei dodici volumetti The Fundamentals, pubblicati fra il 1910 e il 1915 (3). Com’è noto, dall’originario ambito protestante il termine “fondamentalismo” — talora non senza qualche ragione, almeno di tipo analogico; altre volte in modo abusivo e caricaturale — si è dilatato fino a ricomprendere in linea generale fenomeni di reazione anti-moderna e di difesa militante dell’ortodossia nel mondo cristiano, ma anche islamico, ebraico, induista, buddhista, e così via (4). “Millenarismo” designava inizialmente, nel linguaggio teologico protestante — e anche cattolico, dove se ne parlava per condannarlo —, la tesi secondo cui, dopo la sconfitta dell’Anticristo, vi saranno mille anni esatti di regno visibile di Gesù Cristo sulla Terra, il Millennio, seguiti da una breve, ultima rivolta di Satana e infine dal giudizio finale. Originariamente, il “millenarismo” non era necessariamente collegato a previsioni precise sulla data d’inizio del Millennio. Era più un sapere su come sarebbe stato il Millennio che su quando sarebbe arrivato.
Già nel secolo XIX — e ancor più nel XX — il termine diventa meno preciso, e si comincia a chiamare “millenarista” chi attende la fine del presente ordine di cose come imminente, creda o no a un letterale Millennio, o comunque a un regno cristiano di felicità e di pace; infatti, si parla di millenarismi anche al di fuori del cristianesimo, per esempio in ambito islamico, buddhista o esoterico. Ormai, nella disciplina universitaria dei Millennial Studies — riconosciuta nella sua autonomia dalla stessa American Academy of Religion — si prendono in considerazione, sotto il nome di gruppi “millenaristi”, tutti quei movimenti che affermano di sapere qualcosa di preciso sulla fine del mondo, o di questo mondo, e che in genere la considerano imminente.
Alcune distinzioni — per quanto oggi rivisitate e aggiornate — derivano però da studi condotti in anni lontani sul millenarismo stricto sensu, cioè sulle dottrine protestanti — occasionalmente abbracciate anche da qualche cattolico — a proposito del Millennio. Questi studi distinguevano fra premillenarismo e postmillenarismo. Per il primo, il premillenarismo, le cose andranno di male in peggio, fino a che — a fronte di un mondo segnato in modo ormai irreversibile dal peccato e dall’apostasia — irromperanno i castighi dell’Apocalisse e la seconda venuta di Gesù Cristo. Per il secondo, il postmillenarismo, il progresso permetterà invece all’umanità di andare di bene in meglio, e la seconda venuta del Signore verrà a consacrare e a celebrare tempi finalmente gloriosi e maturi. Il postmillenarismo, legato al mito del progresso, ha celebrato i suoi trionfi in una certa letteratura protestante del Settecento; dopo la Rivoluzione francese, s’afferma invece il premillenarismo, e all’interno di questo prevale statisticamente la variante detta “pre-tribolazionista”, secondo cui i buoni saranno rapiti in Cielo prima dell’avvento dell’Anticristo e saranno così sottratti al suo durissimo regno. Quando si dice, per esempio, che un terzo degli americani è “millenarista”, s’intende affermare che segue il premillenarismo nella sua variante pre-tribolazionista, a sua volta consacrata dai romanzi di grande successo della serie Left Behind (5).
Estendendo la categoria di millenarismo a fenomeni anche non protestanti o non cristiani, la distinzione fra postmillenarismo e premillenarismo è stata conservata, distinguendo — secondo una terminologia introdotta dalla sociologa americana Catherine Wessinger — fra millenarismo “ottimistico” — che promette, appunto, un’età dell’oro al termine di un progresso continuo — e millenarismo “catastrofico” (6). Il millenarismo “catastrofico” è, insieme, più diffuso e più duraturo. Chi annuncia disastri apocalittici potrà sempre dire, senza timore di sbagliare, che — forse senza caratteristiche “finali” — un qualche disastro, cataclisma o guerra si è comunque verificato; chi annuncia “magnifiche sorti e progressive” si trova, evidentemente, in difficoltà. Nonostante questo, anche il millenarismo “ottimistico” conosce periodici revival, il maggiore dei quali è — o è stato, dal momento che proprio le sue promesse di un’”età dell’oro” prossima ventura hanno finito per metterlo in crisi — il New Age (7).
La nozione di “nuova religiosità” non è, a sua volta, univoca, e non è facile fissarne i confini (8). Anche se non mancano eccezioni — soprattutto fra i gruppi di derivazione orientale ed esoterica — gran parte della nuova religiosità — comunque la si definisca — è, in senso lato, “millenarista”.
In questa chiave, la nuova religiosità incontra Fatima, anche se sarebbe certamente eccessivo affermare che riferimenti a Fatima siano onnipresenti nel contesto neo-religioso. È giustificato affermare che Fatima s’incontra nei vari ambiti della nuova religiosità, in alcuni movimenti e tendenze, mentre altri se ne disinteressano più o meno completamente. La presenza di Fatima è tuttavia sufficientemente ampia da rendere impossibile un catalogo in questo studio. Mi limiterò pertanto a qualche esempio scelto fra i più rilevanti. Prenderò in esame, in particolare, cinque ambiti: l’esempio principale di millenarismo ottimistico, il New Age; una corrente che oscilla fra millenarismo ottimistico e catastrofico, i culti dei dischi volanti; il classico millenarismo catastrofico protestante, in alcune sue più recenti versioni pentecostali; un millenarismo particolare segnato dalla sua inculturazione geografica, quello delle Chiese Iniziate da Africani; infine, il “cattolicesimo di frangia” nella sua variante “mariano-apocalittica”, sulle cui caratteristiche esiste un dibattito meritevole di qualche specifica osservazione.
2. Fatima e il New Age
Come ho accennato, quello dei new ager è un tipico millenarismo ottimistico, che — almeno nella sua forma originaria e “classica” — annuncia l’avvento di una prossima “età dell’oro”, chiamata appunto New Age. Il New Age è anche un fenomeno tipicamente sincretistico ed eclettico, alla perpetua ricerca di conferme dovunque possa apparentemente trovarle. In questa chiave, molti new ager manifestano un interesse per le apparizioni mariane, benché questo si concentri soprattutto su Medjugorje, in Erzegovina (9).
La trama generale è di tipo femminista: le religioni, si afferma, hanno rappresentato Dio — e il sacro in genere — con accenti maschilisti e patriarcali, mentre una spiritualità equilibrata dovrebbe comprendere anche un riferimento al sacro “al femminile” e a una Dea Madre. Senza che le masse cattoliche — manipolate dalla loro gerarchia, che è appunto maschilista e patriarcale — lo sappiano, la devozione cattolica alla Madonna è appunto un deposito inconsapevole di riferimenti alla Dea Madre. È lei che si manifesta — a stento nascosta dalle interpretazioni “ufficiali” della gerarchia — nelle apparizioni mariane. Vi sono apparizioni — soprattutto fra quelle non riconosciute — che si prestano più di Fatima a un’interpretazione New Age: il messaggio di Fatima e il millenarismo ottimistico non sembrano avere molto in comune. Tuttavia, vi è almeno un testo importante, nel revival New Age d’interesse per la Madonna, che si concentra su Fatima. Si tratta di Secret Prophecy of Fatima Revealed. New Age Visions of the Virgin Mary, di Timothy Green Beckley e Art Crockett, che ha avuto tre edizioni fra il 1982 e il 1991 (10). Con una tecnica comune ad altre pubblicazioni di area New Age, i brani del messaggio di Fatima relativi a castighi e ad avvenimenti non precisamente positivi sono re-interpretati come allusioni, in linguaggio simbolico, a catastrofi ecologiche causate dall’insufficiente attenzione umana all’ambiente. Da ultimo, tuttavia, l’”epoca di Maria” — per poco che si sia capaci di “decodificare” (11) il messaggio di Fatima — coincide con il New Age. L’essenziale di quanto annunciato ai veggenti di Fatima, leggiamo, “[…] è semplicemente PACE — AMORE — ARMONIA e GIUSTIZIA per tutti coloro che partecipano del nostro mondo oggi e in futuro” (12). Per arrivare a queste conclusioni, occorre evidentemente rovesciare il senso letterale del messaggio di Fatima; e questo spiega perché nel New Age il riferimento a Fatima, ancorché non assente, non abbia avuto particolare successo.
Ai margini del New Age — e del suo rinnovato interesse per lo spiritismo e per la parapsicologia — il tema è talora rivisitato in chiave esoterica. È il caso dell’Ordine Spirituale Universale I Nuovi Apostoli Gesù-Gesù, fondato a Milano il 23 dicembre 1996 dal pittore Luciano Cassan, il quale, il 29 giugno 2000, ha pure fondato una Chiesa Superiore Universale di Dio. Secondo Cassan, il vero terzo segreto di Fatima riguarderebbe la verità sul peccato originale, mentre il testo diffuso dalla Santa Sede sarebbe falso. Il peccato originale consisterebbe nella ribellione degli angeli a Dio, con conseguente frantumazione del loro spirito in miliardi di frammenti, che — tramite il ministero di Gesù Cristo e di altre incarnazioni divine, fra cui Krishna e Sathya Sai Baba — dovrebbero essere faticosamente ricondotti al Padre (13). Anche queste speculazioni rimangono, tuttavia, abbastanza periferiche nell’ambito del contemporaneo ritorno dello spiritismo.
3. I culti dei dischi volanti
I culti dei dischi volanti — cioè, quelle nuove minoranze religiose fondate su messaggi asseritamente trasmessi da extraterrestri — contano oggi decine di migliaia di seguaci, e la loro liquidazione come fenomeno semplicemente folkloristico o curioso appare, per dire il meno, riduttiva. A loro volta, i culti dei dischi volanti rappresentano un segmento minoritario di un interesse per gli UFO — Unidentified Flying Objects, “oggetti volanti non identificati” — e gli alieni che si esprime, assai più spesso, in forme non religiose. In questo più vasto ambito l’interesse per Fatima è molto forte, da molti anni, e si concentra sul miracolo del sole, di cui si sottolineano le analogie con fenomeni simili asseritamente causati da astronavi extraterrestri. Male interpretato da persone radicate nella cultura cattolica — o manipolate dal clero —, l’episodio di Fatima sarebbe una delle più clamorose “visitazioni” extraterrestri del secolo XX. Questa interpretazione di Fatima è proposta per la prima volta nel 1962 dal musicista francese Paul Misraki — pseudonimo di Paul Misrachi (1908-1998) —, il quale — per non compromettere la propria carriera musicale — pubblica l’opera Les extraterrestres sotto lo pseudonimo di Paul Thomas (14). Il volume avrà diverse edizioni, e sarà tradotto anche in inglese.
Da allora, l’interpretazione ufologica di Fatima è quasi data come ovvia da una parte significativa della letteratura sui dischi volanti, e diffusa da autori considerati a loro modo autorevoli in questo ambiente, da Antonio Ribera a Jacques Vallée. Nel 2000, la tematica è stata ripresa vigorosamente da Whitley Strieber, un popolare autore di ufologia noto per aver reso familiare a molti il tema dei rapimenti di terrestri a bordo di astronavi aliene (15). Strieber — che paragona anche la Madonna di Fatima descritta da Lucia a figure femminili apparse a diversi “contattisti” che affermano di avere visto extraterrestri — è un personaggio caratteristico dell’oscillazione, nel mondo degli UFO, fra millenarismo ottimistico e millenarismo catastrofico: se talora sembra che gli extraterrestri promettano, con il loro aiuto, un futuro di pace per il Pianeta Terra, altre volte si tratta di minacciosi futuri colonizzatori del tipo reso popolare dalla serie televisiva X-Files. In questa chiave, l’interpretazione extraterrestre di Fatima non è necessariamente rassicurante.
Lo diventa, invece, in alcuni culti dei dischi volanti italiani, che vorrebbero combinare gli UFO con il “cattolicesimo di frangia”, un ambiente dove reclutano una parte dei loro seguaci. Il caso più noto è quello di Giorgio Bongiovanni, originariamente un allievo del “contattista” siciliano Eugenio Siragusa, che dal 1985 al 1999 anima i gruppi Nonsiamosoli, con sede centrale a Porto Sant’Elpidio, in provincia di Ascoli Piceno. Oggi Bongiovanni dichiara di avere sciolto Nonsiamosoli, e d’interessarsi principalmente alla lotta contro la mafia, ma molti sono tuttora ispirati dalle sue precedenti attività ufologiche. Bongiovanni affermava di essere in contatto sia con gli extraterrestri sia con la Madonna di Fatima, e di essere anche la reincarnazione del beato Francisco Marto (1908-1919). Anch’egli avrebbe ricevuto il terzo segreto di Fatima, che parlerebbe di una crisi nella Chiesa e di una grande guerra nella seconda metà del secolo XX. Quando la Santa Sede ha pubblicato il testo del 2000, Bongiovanni — che, evidentemente, non ha cessato del tutto di occuparsi di Fatima — ha affermato che si tratta di una versione “camuffata” (16).
Più pacato nei confronti della Santa Sede è Giorgio Dibitonto, animatore della rivista NovaConvivia (17) e della relativa Unione di Preghiera, contattato dagli extraterrestri nel 1980 e autore nel 1983 di Angeli in Astronave, all’epoca presentato pubblicamente, fra gli altri, dal demonologo monsignor Corrado Balducci, del resto ben noto per il suo interesse per gli extraterrestri; nel 1997 il volume è giunto alla dodicesima edizione (18). Secondo Dibitonto, il testo della terza parte del segreto è stato pubblicato dalla Santa Sede nel 2000 con un’interpretazione corretta, ma parziale, carente del tema — annunciato dagli angeli extraterrestri che gli si sono a suo tempo rivelati — secondo cui la Terra si è separata dall’Amore di Dio e vi deve ritornare per riprendere il suo posto fra i pianeti.
Queste interpretazioni — che continuano ad attribuire le apparizioni alla Madonna, sia pure rileggendone il contenuto in chiave ufologica — hanno incontrato un certo successo. Del tutto diverso è l’uso dell’ipotesi UFO nell’ambito di una letteratura anticlericale, da anni presente in Portogallo, tesa a squalificare l’interpretazione cattolica di Fatima. Il più ambizioso tentativo in questo senso risale al 1981 con l’opera di Joaquim Fernandes e di un secondo autore, nascosto sotto lo pseudonimo di Fina de Armada, più volte ristampata, che riesamina con una certa attenzione al dettaglio i documenti storici originari, interpretandoli uno per uno in chiave extraterrestre (19). In questo testo — che pure rappresenta a suo modo un tour de force — l’intento polemico è chiaramente prevalente; mentre il relativo successo di un personaggio come Bongiovanni mostra le infinite possibilità del sincretismo nell’ambito della nuova religiosità contemporanea.
4. La terza e la quarta ondata pentecostale
Una forma di premillenarismo classico è diffusa nei gruppi della terza e della quarta ondata pentecostale-carismatica (20). Su queste correnti ha esercitato una notevolissima influenza una teologia — detta della spiritual warfare —, nata originariamente in ambiente non pentecostale, che insiste sui miracoli e sulla lotta contro il Diavolo. La sua prima presentazione risale al corso MC-510, Segni e meraviglie, tenuto nell’anno accademico 1981-1982 al Fuller Theological Seminary di Pasadena, in California, da due popolari teologi evangelical, C. Peter Wagner e John Wimber (1934-1997). Tale corso presenta il messaggio cristiano come persuasivo in virtù dei “poteri” che si manifestano nei credenti: guarigioni, miracoli e capacità d’identificare, di nominare e di cacciare singoli demoni. Nell’ambito di questa teologia si sostiene infatti che è molto importante conoscere i nomi e i tipi dei diversi diavoli — nomi che vanno da “Pigrizia” a “Occultismo” — per combatterli efficacemente, giacché ogni diavolo ha la sua specializzazione e deve essere attaccato con una particolare strategia. Si afferma anche che demoni particolari si occupano di “demonizzare” le persone, ma anche gli edifici, le città, le nazioni e gli Stati: questi demoni “territoriali” devono essere scacciati con tecniche particolari, e con preghiere di liberazione e con esorcismi praticati nei luoghi esatti — spesso identificati tramite rivelazioni e voci profetiche — in cui si trova il centro del loro potere. Si tratta di una teologia che ha influenzato milioni di persone sia nel mondo pentecostale, sia in quello evangelical non pentecostale. Alcuni dei suoi esponenti — come il citato Wimber, fondatore delle comunità pentecostali dette Vineyard — hanno anche avviato un dialogo — meno comune in altri ambienti evangelical — con il mondo cattolico, a partire dalle loro buone relazioni con i movimenti carismatici cattolici.
Proprio queste buone relazioni sono state messe in pericolo, a partire dal 1996, da un nuovo sviluppo della dottrina dei “demoni territoriali”. Si tratta di una vicenda assai dolorosa, che ha coinvolto e scosso persone che si erano impegnate nel cosiddetto “quarto ecumenismo” fra cattolici — spesso carismatici — e gruppi pentecostali protestanti (21), e che ora temono di vedere anni di sforzi andare in fumo. Nel 1996, Wagner — la cui influenza notevolissima sull’intero movimento non può essere sottovalutata — si trova in Turchia, dove — seguendo anche comunicazioni profetiche ricevute da suoi collaboratori — si convince che la dea Diana, con cui si scontra san Paolo in Atti 19, è in realtà un demone territoriale del più alto e pericoloso rango. Diana sarebbe in realtà un travestimento della “Regina del Cielo” — o “del Paradiso”: Queen of Heaven —, il primo demone territoriale e il più diretto collaboratore di Satana. In un’altra incarnazione, come “Dea della Luna”, la Regina del Cielo sarebbe secondo Wagner “alle radici spirituali dell’Islam” (22). Sconfitta nelle vesti di Diana, la Regina del Cielo si sarebbe immediatamente riproposta ai cristiani “facendo miracoli e apparizioni” (23) e presentandosi come Maria: una “Maria contraffatta” (24), in quanto la vera Maria è in Paradiso, ed è il demone un tempo noto come Diana che, fin dai primi secoli, appare ai cristiani lasciando intendere di essere la Madonna (25). La “mariolatria” cattolica sarebbe dunque molto di più di un errore teologico: si tratterebbe dell’adorazione, per quanto — precisa Wagner — derivante da un inganno e inconsapevole, del principale demone territoriale e luogotenente di Satana, la Regina del Cielo.
Di qui una serie d’iniziative intese a esorcizzare il demone Regina del Cielo, condotte per esempio in America Latina sui luoghi di apparizioni mariane — dove sarebbe apparso, beninteso, il demone, non la Maria del Vangelo —, con episodi tumultuosi in Argentina e in Brasile; convegni e iniziative anche in Italia, riunioni di migliaia di “guerrieri spirituali” a Efeso e perfino una perigliosa ascensione sull’Everest nel settembre del 1997, l’“Operazione Palazzo di Ghiaccio” (26), in quanto una nuova voce profetica ha rivelato che proprio sull’Everest si trova una delle principali sedi territoriali del demone Regina del Cielo. Benché Wagner si sia personalmente concentrato soprattutto su Efeso, sulla Madonna Aparecida in Brasile, su Guadalupe e su diversi santuari argentini, fra i partecipanti alla lotta contro il demone Regina del Cielo anche Fatima è ben presto diventata un obiettivo (27).
Il carattere drammatico di questi sviluppi può essere compreso solo se si riflette sul fatto che molte delle persone coinvolte in queste iniziative sono state protagoniste del “quarto ecumenismo” e del dialogo fra pentecostali protestanti e carismatici cattolici, a partire dallo stesso Wagner e da Cindy Jacobs, che ha diffuso la campagna anche in Italia. Il Rinnovamento nello Spirito cattolico ha come parte irrinunciabile della sua storia — specificamente incoraggiata e lodata, fra l’altro, dalle gerarchie cattoliche — il dialogo ecumenico con i quattrocento milioni di pentecostali protestanti con cui, per i cattolici non carismatici, è molto meno facile dialogare; ma ha anche iscritta nel suo patrimonio genetico la devozione alla Madonna e alle apparizioni mariane. Sentir affermare dai propri partner nel dialogo intercarismatico che nelle apparizioni mariane si è manifestato in realtà un pericoloso demone, e veder bruciare rosari e statue della Madonna, è stato un trauma per dirigenti carismatici cattolici: ne è seguita, per esempio, fra il 1999 e il 2000, un’accorata corrispondenza fra Wagner e una figura storica del movimento carismatico cattolico, Ralph Martin (28), dove — nonostante le attestazioni di stima reciproca — le possibilità di una soluzione del conflitto non sembrano buone.
L’irruzione “al contrario” delle apparizioni mariane, Fatima compresa, nell’immaginario demonologico della terza e quarta ondata pentecostale sembra, allo stato, aver fatto vittime — oltre che fra le statue e i rosari — fra le possibilità di continuare un dialogo che costituiva uno dei pochi ponti aperti fra il mondo cattolico e un movimento come quello pentecostale che rappresenta ormai — se si escludono dal computo i protestanti “nominali” e non attivi — una buona metà del protestantesimo mondiale. L’equivoco è particolarmente triste, se si pensa che — voci profetiche o no — Wagner e i suoi collaboratori, in tema di demoni che si celano dietro le apparizioni mariane, riprendono tesi diffuse da oltre vent’anni nei fumetti anti-cattolici del californiano Jack T. Chick, un tipo di letteratura del tutto squalificata, che in passato essi stessi si erano rifiutati di prendere sul serio e di distribuire (29).
5. Le Chiese Iniziate da Africani
Diverse migliaia di nuove minoranze religiose, con oltre cento milioni di aderenti complessivi, costituiscono l’universo delle Chiese Iniziate da Africani, AIC, African-Initiated Churches, un tempo chiamate — con espressione oggi ampiamente abbandonata — African Independent Churches, “Chiese Africane Indipendenti”. Molte di queste comunità, frutto originale e complesso del cristianesimo in Africa, nascono su un terreno protestante; altre sono iniziate da cattolici, spesso intorno a interpretazioni della devozione mariana non condivise dalla gerarchia o ad apparizioni mariane non riconosciute. Un caso tragico è quello costituito dal movimento ugandese Restaurazione dei Dieci Comandamenti di Dio, protagonista di una serie di suicidi e di omicidi di massa che culminano il 17 marzo 2000 nel rogo del centro del movimento a Kanungu, con un totale di più di ottocento morti. Il movimento segue uno dei numerosi fenomeni apparizionisti non riconosciuti, che si moltiplicano dopo l’approvazione da parte della gerarchia cattolica delle apparizioni di Kibeho, nel vicino Rwanda (1981-1987).
Il gruppo ha origine da presunte apparizioni a Kanungu della Madonna, di san Giuseppe e di Gesù Cristo a un catechista cattolico, Paulo Kashaku (1890-1991), a partire dal 1987, che coinvolgono in seguito la figlia del catechista, Credonia Mwerinde (1960-2000). I primi seguaci di queste apparizioni — fra cui spicca una figura di punta del laicato cattolico locale, Joseph Kibwetere (1931-2000) —, dopo aver visitato Kibeho e Mbuye — quest’ultimo il luogo di altre apparizioni non riconosciute, asseritamente avvenute nel 1987 —, nominano dodici apostoli per guidare la loro comunità, fra cui un sacerdote ugandese che ha studiato negli Stati Uniti d’America, Dominic Kataribabo o Kataribaabo (1967-2000), che diventa il leader spirituale del gruppo. Le idee evolvono rapidamente in una direzione apocalittica, fino alla scomunica da parte dell’autorità ecclesiastica cattolica e alla tragedia del 2000, la cui dinamica peraltro è ben lungi dall’essere stata del tutto chiarita (30). L’unico testo pubblicato dal movimento contiene diversi riferimenti a Fatima, e ancor più rappresenta un’appropriazione “parassitaria” del messaggio portoghese, in quanto spesso i messaggi ugandesi della Madonna e di Gesù Cristo si limitano a parafrasare brani noti di Fatima (31).
Peraltro, tentativi di appropriazione del messaggio di Fatima non si verificano fra le Chiese Iniziate da Africani soltanto in un ambito cattolico. Il movimento tokoista angolano — che ha qualche migliaio di seguaci in Angola, e nel 2000 ha iniziato un’attività missionaria negli Stati Uniti d’America (32) — costituisce, da un certo punto di vista, uno scisma di una delle maggiori Chiese Iniziate da Africani — e una delle poche accolte nel Consiglio Ecumenico delle Chiese di Ginevra —, la Chiesa di Gesù Cristo sulla Terra per Mezzo del Profeta Simon Kimbangu, che conta circa quattro milioni di fedeli. Simeon Toko (1918-1984) nasce in Angola il 24 febbraio 1918, e frequenta fin dalla giovinezza una missione battista. Nel 1949 partecipa a Léopoldville — oggi Kinshasa — a un congresso battista internazionale. Decide di fermarsi nell’allora Congo belga, dove diventa capocoro di una Chiesa battista a Itaga ed entra in contatto anche con il movimento di Simon Kimbangu (1889-1951), a quel tempo in carcere e prossimo alla morte.
I suoi contatti kimbanguisti non sono graditi ai missionari battisti, che allontanano Toko, il quale fonda una sua comunità nel luglio del 1949. Il successo della comunità desta l’attenzione e il sospetto delle autorità coloniali belghe che, nell’ottobre del 1949, arrestano Toko e lo deportano nella nativa Angola. Qui, egli passa i successivi dodici anni fra carcere e confino, finché nel 1962 è deportato in Portogallo e inviato al confino nelle Azzorre. Liberato nel 1974, torna in Angola, dove il suo movimento ha continuato nel frattempo a crescere nella clandestinità, assorbendo alcuni piccoli nuclei kimbanguisti locali. Dopo nuove difficoltà dovute alla guerra civile — compreso un attentato alla sua vita nel 1977 —, Toko muore il 1° gennaio 1984. Una peculiarità del movimento di Toko consiste, appunto, nella sua insistenza sul terzo segreto di Fatima, il quale annuncerebbe il ritorno di Cristo nella persona dello stesso Simeon Toko. Proprio per nascondere al mondo questa verità il governo portoghese e il Vaticano avrebbero cospirato per tenere Toko imprigionato o confinato per gran parte della sua vita. Quanto a Kimbangu, il suo ruolo sarebbe stato quello di un Giovanni Battista annunciatore della venuta di Toko. Beninteso, nel 2000 i tokoisti hanno denunciato la pubblicazione della terza parte del segreto come falsificazione e parte del complotto.
L’esperienza tokoista — relativamente piccola rispetto ad altre Chiese Iniziate da Africani — mostra come, in un ambiente di lingua e di cultura portoghese, anche Fatima possa venire incorporata all’interno di tentativi di costruire un nuovo cristianesimo africano intorno all’idea di un messia africano.
6. Il “cattolicesimo di frangia”
La nozione di “cattolicesimo di frangia” — non poco controversa — comprende quei movimenti che si dichiarano cattolici ma che non sono in comunione con la Chiesa di Roma, o perché non ne accettano l’autorità — non riconoscendo, per esempio, Giovanni Paolo II come Papa e considerando il soglio di Pietro “vacante” —, o perché, per quanto essi si ritengano soggettivamente in comunione con la Chiesa cattolica, la Santa Sede o il vescovo competente ritengono che le cose non stiano così, e che la comunione si sia rotta a causa di una condanna non seguita da una correzione degli errori segnalati e da un ravvedimento (33).
Il sociologo statunitense Michael Cuneo è l’autore di uno degli studi più noti e ricchi d’informazioni sul cattolicesimo di frangia; ma la sua opera — The Smoke of Satan, del 1997 (34) — ha dato luogo anche a qualche critica. Infatti, Cuneo considera “di frangia” i cattolici che dissentono dalla linea della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti d’America, e ne distingue tre gruppi: i “conservatori”, i “separatisti” e i “mariano-apocalittici”. I “conservatori” di Cuneo sono critici nei confronti di alcune tendenze e documenti della Conferenza Episcopale americana, ma sono pacificamente in comunione con la Chiesa e con Roma; molti di loro si sono quindi risentiti per essere stati in qualche modo accostati ai “separatisti”, che sono invece quanti non si considerano in comunione con Roma perché “sedevacantisti”. Cuneo non si diffonde particolarmente sulla — ovviamente non sedevacantista — Fraternità Sacerdotale San Pio X, preferendo studiare i sedevacantisti in quanto si conformano meglio e senza ambiguità al suo tipo ideale del “separatista”. In questa sede è rilevante la distinzione che Cuneo stabilisce fra la deriva “separatista” e quella “mariano-apocalittica”.
Entrambe — quanto ai gruppi da lui studiati — portano fuori della comunione con la Chiesa, ma per ragioni diverse. I “separatisti” lasciano Roma in quanto rifiutano una serie di dottrine — in particolare, in tema di libertà religiosa e di ecumenismo — e di pratiche — la nuova liturgia — conciliari e post-conciliari. I “mariano-apocalittici” seguono rivelazioni che la Chiesa dichiara non di origine soprannaturale; quando la Chiesa si pronuncia negativamente, preferiscono seguire la rivelazione anziché la gerarchia. “Non è — scrive Cuneo — che i tradizionalisti [un’espressione che il sociologo americano usa qui come sinonimo di “separatisti”] non abbiano essi stessi interesse per le visioni profetiche e le previsioni apocalittiche. Il punto critico è che per i tradizionalisti questo è senz’altro un interesse secondario, una specie di hobby spirituale; mentre per i gruppi mariano-apocalittici non c’è nulla di più importante” (35).
Nel mondo “separatista” i riferimenti a Fatima e ad altre apparizioni abbondano, ma nessun gruppo “separatista” si costruisce su Fatima, né considera le apparizioni l’elemento centrale della propria spiritualità. Sul punto specifico di Fatima, chi ne parla troppo è anzi, da un certo punto di vista, sospetto nel mondo “separatista”, sia perché l’insistenza sull’apparizione e su elementi politici di tipo anticomunista sembra distrarre dalla lotta, considerata prioritaria, per la liturgia detta “di San Pio V” e contro gl’insegnamenti del Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965) sulla libertà religiosa e sull’ecumenismo, sia — nel contesto specificamente americano, e secondo Cuneo — perché la centralità di Fatima è legata a un personaggio che i “separatisti” preferirebbero dimenticare. Si tratta di Francis Schuckhardt, prima laico appassionato di Fatima, quindi vescovo “vagante” e fondatore della comunità sedevacantista tuttora fiorente di Mount St. Michael a Spokane, nello Stato di Washington — CMRI, Congregazione di Maria Regina Immacolata —, in seguito espulso dalla sua stessa comunità dove aveva cercato d’imporre un bizzarro culto della personalità, e infine ospite delle prigioni californiane dopo un arresto nel 1987 per traffico di droga (36). Rilasciato, Schuckhardt dirige un’organizzazione ampiamente clandestina, gli Oblati di Maria Immacolata, da non confondere con l’ordine religioso cattolico che porta lo stesso nome (37). Su questi temi, l’analisi di Cuneo appare persuasiva: quasi tutti i gruppi “separatisti” presenti in Italia, e studiati nell’Enciclopedia delle religioni in Italia (38), parlano di Fatima; ma nessuno nasce da Fatima o ne fa un elemento centrale del proprio messaggio.
Sono meno d’accordo con Cuneo quando sembra affermare che l’intera corrente “mariano-apocalittica” nasce da Fatima e dall’anticomunismo. Il sociologo americano si concentra qui sul contesto statunitense recente, che tuttavia non nasce dal nulla ma ha alle spalle una ricca sequela di “cattolicesimo di frangia” — ante litteram, ma solo nel senso che l’espressione specifica non era ancora nata — nel secolo XIX, che ovviamente non nasce dall’anticomunismo. Altrove — studiando le radici di quello che è forse il più grande movimento “mariano-apocalittico” contemporaneo, l’Armée de Marie, fondata nel Québec da Marie-Paule Giguère — ho cercato di tracciare una genealogia, ampiamente francofona, che va dalla scoperta e dalla pubblicazione nel 1842 del Trattato della vera devozione alla Beata Vergine Maria di san Luigi Maria Grignion de Montfort (1673-1716) e dall’apparizione di La Salette, nel 1846, all’interpretazione apocalittica sia di testi del Montfort sia dell’apparizione alpina, sulle basi di versioni di un “segreto di La Salette” non riconosciute dalle autorità ecclesiastiche ma diffuse, negli anni del suo lungo conflitto con la gerarchia, da una delle veggenti, Mélanie Calvat (1831-1904) (39).
Rimango convinto che il “melanismo” — diffuso da autori di diversa fama e meriti letterari, da Léon Bloy (1846-1917) a Raoul Auclair (1906-1997) — costituisca la maggiore radice della corrente che Cuneo chiama “mariano-apocalittica”, principalmente — ma non esclusivamente — di lingua francese, e ne alimenti molteplici filoni attraverso passaggi spesso poco noti. Né va dimenticato il “melanismo” discreto — a fronte delle censure dell’autorità ecclesiastica —, ma tutt’altro che meno acceso, dell’orientalista don Louis Massignon (1883-1962) e del filosofo Jacques Maritain (1882-1973) (40). Nominato ambasciatore di Francia presso la Santa Sede dal generale Charles de Gaulle (1890-1970), Maritain fa deporre il 15 dicembre 1946, anniversario della morte di Mélanie, “un cestino di fiori con un fiocco con i colori francesi” (41) sulla tomba della veggente nella cattedrale di Altamura, in provincia di Bari. Massignon, in una lettera del 28 aprile 1947 al poeta Paul Claudel (1868-1955), che l’orientalista e Maritain cercano di coinvolgere nei loro interessi “melanisti” con limitato successo, definisce il ritorno alle idee di Mélanie la “suprema crociata presente” (42).
Ben prima del comunismo, sono la Rivoluzione francese e la caduta della monarchia in Francia a nutrire ansie millenariste e a sostenere un’interpretazione millenarista delle apparizioni mariane, secondo percorsi del resto identificati dalla più importante studiosa accademica delle apparizioni degli ultimi due secoli, Sandra L. Zimdars-Swartz (43).
Né si deve immaginare che il filone “mariano-apocalittico” sia esclusivamente ultra-conservatore e anticomunista. Spesso è così, ma — per esempio — Fatima gioca un ruolo in un movimento cattolico di frangia “progressista” italiano, l’Opera Cenacolo Familiare fondata da Salvatore Paparo, secondo cui il terzo segreto di Fatima — con un curioso rovesciamento postmillenarista, che ricorda le interpretazioni di stile New Age — annuncia un’“Età Aurea del Cristianesimo” (44) il cui avvento richiede l’abolizione del celibato dei sacerdoti e il trionfo di un’“era di amore e di pace basata sulla santità della famiglia” (45), promossa da una “moltitudine di preti sposati” (46).
Con queste riserve, Cuneo identifica, a mio avviso esattamente, i due principali movimenti della movenza “mariano-apocalittica” di lingua inglese; entrambi hanno un rapporto cruciale con Fatima. Il primo — oggi, dopo la morte della fondatrice, diviso in almeno tre branche indipendenti — è il movimento nato attorno alle apparizioni non riconosciute di Bayside, un quartiere di Queens, a New York, e alla relativa veggente, Veronica Lueken, nata Kearn (1923-1995). Nel 1968, Veronica dichiara di ricevere apparizioni di santa Teresa di Lisieux (1873-1897), poi — dal 1970 fino alla morte — della Madonna. Messaggi appaiono anche su fotografie di Veronica quando sono sviluppate. Nel 1971, su una fotografia scattata il 14 settembre, compaiono le parole “JACINTA 1972” (47); sono interpretate con riferimento a una presunta profezia della beata Giacinta Marto (1910-1920), secondo cui la Chiesa conoscerà una grande sofferenza nel 1972. Il senso di queste parole si chiarisce nel 1975: la Madonna rivela a Veronica che nel 1972 un gruppo di cardinali ha avvelenato e imprigionato Papa Paolo VI (1963-1978) installando al suo posto un impostore “agente di Satana” (48). Si chiarisce in seguito che è questo il contenuto del terzo segreto di Fatima: l’ingresso di Satana in Vaticano, nel pontificato romano e nella Chiesa. Naturalmente, queste rivelazioni portano Veronica in rotta di collisione con la gerarchia: il suo movimento era stato del resto già condannato dalla diocesi di Brooklyn, dove ha sede, nel 1973; la condanna sarà reiterata nel 1986.
Il carattere piuttosto sensazionale del terzo segreto di Fatima, di cui la veggente sarebbe detentrice, finisce anche per allontanare, nel 1977, i Pèlerins de Saint-Michel, noti nel Québec come Bérets Blancs, membri di un movimento cattolico canadese conservatore fondato, nel 1934, intorno alle teorie del “credito sociale” e a forme di protesta anti-fiscale, che nel 1973 avevano “adottato” le apparizioni di Bayside e ne avevano diffuso la conoscenza in Canada. Il casus belli, che determina la rottura del 1977, riguarda una rivelazione della Madonna a Veronica, che ingiunge alle donne di portare un basco blu e non bianco, mentre i Pèlerins de Saint-Michel sono affezionati al berretto bianco, adottato dalle origini sia dagli uomini sia dalle donne. Nonostante questo, un centinaio di gruppi di devoti di Bayside vedono la luce negli Stati Uniti d’America e altrove negli anni 1970, anche se, dopo la morte della veggente nel 1995 e le divisioni fra i suoi seguaci, è pure evidente un certo declino.
Inizialmente, Veronica e i suoi seguaci avevano reagito positivamente al pontificato di Papa Giovanni Paolo II (49). Tuttavia, le ipotesi più cupe sulla situazione del Vaticano sono tornate d’attualità dopo la pubblicazione della terza parte del segreto nel 2000, che la maggior parte dei seguaci di Veronica giudica una contraffazione demoniaca. Il movimento rimane attivo nel proporre, dal ricchissimo archivio di messaggi ricevuti da Veronica, profezie di avvenimenti contemporanei. Per esempio, uno dei siti internet animati da seguaci della veggente ha proposto diversi brani che avrebbero previsto i tragici eventi dell’11 settembre 2001, e il 7 ottobre 2001, meno di quattro ore dopo l’attacco, lo stesso sito notava che “la guerra contro il terrorismo inizia il giorno della festa della Madonna del Rosario” (50). La richiesta della Madonna a Fatima di promuovere il Rosario “per la pace nel mondo” (51) non è stata onorata, e così “la guerra inizia nella festa di Nostra Signora del Rosario” (52).
Se i fedeli di Veronica Lueken sono — nei termini di Cuneo — “separatisti” — così come il piccolo gruppo giapponese Seibo No Mikuni, fondato da Yukio Nemoto (1925-1988), per cui pure il vero terzo segreto di Fatima annuncia insieme castighi apocalittici e l’infiltrazione di Satana in Vaticano (53) —, l’Associazione Madonna di Fatima, o Centro di Fatima, diretta da don Nicholas Gruner, sostiene invece a gran voce di essere in comunione — se non con i vescovi — con Papa Giovanni Paolo II, che sarebbe semplicemente circondato da cattivi consiglieri. Nato in una famiglia anglofona di Montréal, in Canada, nel 1942, Gruner è uno studente universitario cattolico che entra nel Seminario Maggiore della sua città natale nel 1966; nel 1967, il rettore lo allontana per le sue idee conservatrici. Dopo numerosi pellegrinaggi in Europa, dove manifesta il suo entusiasmo per Fatima, Gruner s’iscrive all’Angelicum di Roma e nel 1970 entra nel gruppo di novizi accolti dagli Oblati di Maria Vergine a San Vittorino Romano, dove sono attirati dai fenomeni carismatici di Fratel Gino Burresi. Nel 1973 si manifesta un dissenso fra i superiori degli Oblati di Maria Vergine e i novizi — in genere piuttosto conservatori —, che ruotano attorno a Fratel Gino; Gruner è fra i novizi invitati a lasciare la congregazione, ed è in seguito accolto dai Francescani dell’Immacolata presso la Casa Mariana di Frigento, in provincia di Avellino. Ovviamente, né la Casa Mariana di Frigento né gli Oblati di Maria Vergine hanno avuto parte alcuna nelle successive attività di don Gruner, cui non possono quindi in alcun modo essere collegati. Completati gli studi, è ordinato sacerdote ad Avellino il 22 agosto del 1976. Gruner non desidera peraltro entrare fra i Francescani dell’Immacolata, e sempre ad Avellino incontra difficoltà linguistiche per esercitare un normale ministero. Torna nel Nord America — con il permesso, inizialmente, del vescovo di Avellino — e si mette alla ricerca di un prelato sufficientemente conservatore che lo accolga. Nel 1977 è convocato a Ottawa, sempre in Canada, da Anne Cillis — che negli stessi mesi s’interessa a Bayside, e diventerà prima una delle maggiori sostenitrici di Veronica Lueken, quindi un’accesa oppositrice e l’autrice di un libro ostile (54), non senza rompere peraltro anche con Gruner —, che gli chiede di prendere in mano un apostolato in difficoltà incentrato su una delle statue della Madonna Pellegrina di Fatima. Gruner — che vede in Fatima il centro della sua vocazione — accetta, e trasforma un’opera in crisi in uno straordinario successo internazionale.
Dal 1978 pubblica The Fatima Crusader, “Il crociato di Fatima”; nei primi anni, si tratta di una pubblicazione devozionale, che cerca di mantenere buoni rapporti con gli altri movimenti di apostolato mariano. Negli anni 1980 — particolarmente dopo il trasferimento da Ottawa a Fort Erie, nell’Ontario, nel 1985 — il movimento di don Gruner si esprime in tono sempre più apocalittico e “complottista”. Il tema è quello della consacrazione della Russia richiesta dalla Madonna a suor Lucia: Gruner annuncia eventi apocalittici — che sarebbero profetizzati, insieme a una grave crisi della Chiesa, nel terzo segreto — se non sarà effettuata al più presto, e alle diverse consacrazioni da parte di Papa Giovanni Paolo II risponde costantemente che questa o quella condizione essenziale non è stata rispettata. Per denunciare la crisi della Chiesa e la grave disubbidienza alla Madonna a proposito della consacrazione, Gruner — che ha avuto nel frattempo notevoli successi nella raccolta di fondi, grazie ai quali ha potuto condurre tournée della Madonna Pellegrina in India, con grande concorso di folla — convoca una serie di congressi internazionali: a Fatima nel 1992, a Città del Messico nel 1994, a Roma nel 1996 e ancora a Roma nel 2001, dove numerosi vescovi, soprattutto del Terzo Mondo, sono invitati, con spese di viaggio e di soggiorno pagate dall’organizzazione.
Immediatamente prima del congresso di Fatima, e in modo sistematico a partire da quello di Città del Messico, la Santa Sede pubblica messe in guardia invitando vescovi e fedeli a non partecipare. Da qualche decina, i vescovi che prendono la parola si riducono al congresso del 1996 a uno: monsignor Emmanuel Milingo, che pronuncia un forte discorso in cui accusa la massoneria e il satanismo di aver infiltrato la Chiesa ai massimi livelli (55). Il congresso di Fatima del 1992 è particolarmente movimentato: non solo a don Gruner è fisicamente impedito di concelebrare una Messa al santuario, ma alcuni partecipanti al suo congresso — fra cui il cardinale Antony Padiyara (1921-2000), arcivescovo di Ernakulam, nello Stato del Kerala, in India — sono ricevuti il 10 ottobre da suor Lucia, la quale assicura loro che la consacrazione è stata fatta da Papa Giovanni Paolo II nella forma richiesta dalla Vergine. Due giorni dopo, il gruppo si ripresenta da suor Lucia con Gruner stesso: ma, arrivato in ritardo rispetto all’appuntamento, vede l’incontro cancellato dalla religiosa, che deve ricevere la presidente delle Filippine Corazon Aquino.
Segando — in un certo senso — l’albero su cui è seduto, dal momento che il movimento di Gruner è nel frattempo entrato nel mirino dei movimenti anti-sètte che lo accusano di essere una “sètta” e di praticare il “lavaggio del cervello”, The Fatima Crusader spiega inizialmente che suor Lucia è vittima, appunto, del “lavaggio del cervello”: “È molto semplice usare tecniche di lavaggio del cervello su persone che vivono in un ambiente chiuso, specialmente quando sono anziane […]. Le persone sottoposte a lavaggio del cervello spesso ripudiano con entusiasmo le cose che sono state loro più sacre” (56).
In seguito, il movimento di Gruner sceglie un terreno meno scivoloso e sostiene semplicemente che nell’incontro del 1992 suor Lucia è stata impersonata da un’abile attrice (57). Per quanto riguarda il congresso di Roma del 2001 — svoltosi dal 7 al 13 ottobre —, la Congregazione per il Clero, con una dichiarazione del 12 settembre 2001, ha ricordato che “le attività del Rev. Gruner […], tra le quali anche la suddetta Conferenza, non godono dell’approvazione delle legittime Autorità ecclesiastiche” (58). La dichiarazione ricorda pure “[…] che sul Rev. Nicholas Gruner pesa una sospensione a divinis, confermata da una Sentenza definitiva del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica” (59). Infatti, invitato più volte a tornare ad Avellino da successivi vescovi della città campana, Gruner aveva sempre rifiutato adducendo che questo avrebbe significato la fine dell’Associazione Madonna di Fatima. Dopo ulteriori richiami, e la scadenza di un ultimatum fissato al 15 giugno 1996, il sacerdote è sospeso a divinis. Gruner sostiene che si tratta di un piano per far tacere la sua voce profetica, e che nel 1995 l’allora arcivescovo di Hyderabad, in India, mons. Saminini Arulappa, lo avrebbe incardinato nella sua diocesi e sarebbe ritornato sulla sua decisione — adducendo il motivo tecnico della mancata “escardinazione” da Avellino — solo dopo pressioni del “Nunzio Apostolico” in India (60). Si tratta, per inciso, dello stesso mons. Arulappa che nel marzo del 2000 si è trovato al centro di polemiche per aver criticato la scelta a suo successore del vescovo Marampudi Joji, di Vijayawada, primo vescovo dalit, cioè “intoccabile”, preposto a una grande diocesi cattolica indiana (61).
Nonostante la sospensione e il fatto che l’anticomunismo dopo il 1989 sia un tema che non garantisce più il successo immediato, neppure negli Stati Uniti d’America — e Gruner denuncia infatti anche l’immoralità dilagante —, l’Associazione Madonna di Fatima continua a contare diverse migliaia di seguaci e ha avuto il suo quarto d’ora di notorietà internazionale nel 2000, quando — dopo la pubblicazione della terza parte del segreto — i media hanno dato risalto alla posizione di Gruner, secondo cui il testo vaticano non si riferisce al terzo segreto propriamente detto, ma al diverso — anche se autentico — resoconto di una visione dei tre fanciulli. Secondo un collaboratore di Gruner, dovrebbero esistere “[…] due manoscritti. Il primo è un documento di quattro pagine contenente 62 righe di testo copiato dal taccuino di Suor Lucia (scritto non in forma epistolare), che descrive una visione avuta dai tre fanciulli di Fatima, e non contiene alcuna parola pronunciata dalla Madonna. Questo testo fu scritto da Suor Lucia il 3 gennaio 1944, trasferito al Sant’Uffizio il 4 aprile 1957, letto da Papa Giovanni Paolo II il 18 luglio 1981 (e quindi non poté indurlo a consacrare il mondo al Cuore Immacolato di Maria il 7 giugno 1981, oltre un mese prima), fu custodito nel Sant’Uffizio ed è stato pubblicato dal Vaticano il 26 giugno 2000. L’altro documento è la lettera di una sola pagina contenente circa 25 righe di testo, costituite dalle parole pronunciate dalla Madonna. Questo testo fu scritto da Suor Lucia il 9 gennaio 1944 o subito prima, fu trasferito al Sant’Uffizio il 16 aprile 1957, letto da Papa Giovanni Paolo II nel 1978 (inducendolo a consacrare il mondo al Cuore Immacolato di Maria il 7 giugno 1981), fu custodito nell’appartamento papale accanto al suo capezzale e non è stato mai reso pubblico dal Vaticano” (62).
7. Alcune conclusioni
Naturalmente, ogni discorso “tecnico” sulla consacrazione, sui manoscritti o sul segreto esula completamente dall’argomento in esame, che riguarda le relazioni fra Fatima e il millenarismo della nuova religiosità contemporanea. Talora — nei casi del New Age, di alcuni culti dei dischi volanti e anche di certi gruppi “cattolici di frangia” — le relazioni sono rozze, e si riducono a scoperti tentativi di manipolazione (63). Altre volte — dalla lettura “a rovescio” da parte di ambienti pentecostali protestanti, che vedono nelle apparizioni mariane una manifestazione della diabolica Regina del Cielo, alle Chiese Iniziate da Africani e a movimenti come quelli di Veronica Lueken e di don Gruner, che hanno comunque radunato nel tempo migliaia di seguaci — si tratta di fenomeni senz’altro meritevoli di studio e di approfondimento.
Al di là della straordinaria varietà di accentuazioni e di contesti, questi movimenti hanno qualcosa in comune? Se lo hanno, si tratta forse solo dell’angoscia millenarista tipica di un’epoca difficile, che — turbata da mille paure — è insieme spaventata e curiosamente rassicurata dalla credenza che almeno — da qualche parte — un testo, un manoscritto, un segreto contiene la verità su come andrà a finire. Se il testo è pubblicato e si rivela altro da quello che si credeva fosse, la sua funzione come bene simbolico viene meno; si deve allora immaginare che — nascosto — esista un altro testo, un altro manoscritto, non necessariamente rassicurante quanto a un futuro che potrà essere tragico, ma capace almeno di togliere all’attesa il veleno dell’incertezza.
Fatima — con il suo gioco di rimandi fra testo e contesto — si presta sia a una riflessione sulla vanità di queste speculazioni, sia — interpretata a prescindere dal contesto, che è della Chiesa e nella Chiesa — a speculazioni nuove e a pretese di conoscere il futuro a loro volta ancor più singolari. In questa volontà di squarciare il velo che ci rende il futuro ignoto — inquietante già in quanto velo, a prescindere da che cosa si trovi dall’altra parte — sta comunque la radice del successo di tutti i millenarismi, che pretendono di sapere non solo quando, ma soprattutto come sarà il futuro della storia degli uomini. Dal momento che in hac lacrimarum valle è poco probabile che la storia ci offra prospettive pacificanti, è verosimile che i millenarismi, come i poveri del Vangelo, siano destinati a rimanere con noi sino alla vera fine dei tempi.
Massimo Introvigne
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(1) Cfr. Paolo Martini, Gli apocalittici sono fra noi, in L’Espresso, Settimanale di politica cultura economia, anno XLVII, n. 41, Roma 11-10-2001, p. 30.
(2) Cfr. il mio Millenarismo e nuove religioni alle soglie del Duemila. Mille e non più mille, Gribaudi, Milano 1995.
(3) Cfr. Two Laymen, The Fundamentals. A Testimony to the Truth, 12 voll., Testimony Publishing Company, Chicago 1910-1915.
(4) Cfr. Jean-François Mayer, I fondamentalismi, ed. it., Elledici, Leumann (Torino) 2001.
(5) Cfr. Tim LaHaye e Jerry B. Jenkins, Left Behind. A Novel of the Earth’s Last Days, 1995 (trad. it., Gli esclusi, Armenia, Milano 2000); Iidem, Tribulation Force. The Continuing Drama of Those Left Behind, 1996 (trad. it., I castighi dell’Apocalisse, Armenia, Milano 2001); Iidem, Nicolae: The Rise of Antichrist, 1997; Iidem, Soul Harvest. The World Takes Sides, 1998; Iidem, Apollyon. The Destroyer is Unleashed, 1999; Iidem, Assassins. Assignment: Jerusalem, Target: Antichrist, 1999; Iidem, The Indwelling: The Beast Takes Possession, 2000; Iidem, The Mark: The Beast Rules the World, 2000; Desecration: Antichrist Takes the Throne, 2001; e Iidem The Remnant: On the Brink of Armageddon, 2002; ma la serie continua; tutte le opere sono state edite da Tyndale House Publishers, Wheaton (Illinois).
(6) Cfr., per tutti, Catherine Wessinger, How the Millennium Comes Violently. From Jonestown to Heaven’s Gate, Seven Bridges Press, New York-Londra 2000.
(7) Cfr. il mio New Age & Next Age, Piemme, Casale Monferrato (Alessandria) 2000.
(8) Cfr. il mio La questione della nuova religiosità. In appendice “La sfida delle sette o nuovi movimenti religiosi: un’approccio pastorale”. Relazione generale al Concistoro Straordinario del 1991, di S. Em. il card. Francis Arinze, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso, Cristianità, Piacenza 1993.
(9) Cfr., tipico della letteratura in proposito, Peggy Tabor Millin, Mary’s Way. A Universal Spiritual Growth Inspired by the Message of Medjugorje, Celestial Arts, Berkeley (California) 1991.
(10) Cfr. Timothy Green Beckley e Art Crockett, Secret Prophecy of Fatima Revealed. New Age Visions of the Virgin Mary, Inner Light Publications, New Brunswick (New Jersey) 1991.
(11) Cfr. ibid., p. 2.
(12) Ibid., p. 160.
(13) Cfr. Luciano Cassan, Preliminare del Testo originale. Il Ritorno Temporaneo del Cristo in forma medianica. I Suoi nuovi insegnamenti — Le Sue grandi rivelazioni. Compreso il 3° Segreto di Fatima. 1995-1996. Con l’inserimento di alcune personali riflessioni Spirituali, presso l’Autore, Milano 1999; cfr. pure CESNUR. Centro Studi sulle Nuove Religioni, Enciclopedia delle Religioni in Italia, a cura di Massimo Introvigne, PierLuigi Zoccatelli, Nelly Ippolito Macrina e Verónica Roldán, Elledici, Leumann (Torino) 2001, voce [di Andrea Menegotto] Ordine Spirituale Universale I Nuovi Apostoli Gesù-Gesù (O.S.U.N.A.G.), pp. 852-854.
(14) Cfr. Paul Thomas, Les extraterrestres, Plon, Parigi 1962.
(15) Cfr. Whitley Strieber, Introduction a Michael Hesemann, The Fatima Secret, Dell, New York 2000, pp. 1-19.
(16) Cfr., per i più recenti sviluppi, <www. nonsiamosoli.org>; in chiave apologetica: Paola Giovetti, L’esperienza straordinaria di Giorgio Bongiovanni, Mediterranee, Roma 1997; e CESNUR. Centro Studi sulle Nuove Religioni, Enciclopedia delle Religioni in Italia, cit., voce Nonsiamosoli. Associazione Culturale “Giordano Bruno”, pp. 868-869.
(17) Cfr. NovaConvivia, a stampa fino al 2002, anno in cui ha cessato la pubblicazione annunciando una futura prosecuzione solo in versione internet nel sito in allestimento <w ww.novaconvivia.com>.
(18) Cfr. Giorgio Dibitonto, Angeli in Astronave, Mediterranee, Roma 1997.
(19) Cfr. Joaquim Fernandes e Fina de Armada, Intervenção extraterrestre em Fátima: as aparições e o fenómeno ovni, Bertrand, Amadora 1981 (2a ed., Bertrand, Amadora 1982; 3a ed., As aparições de Fátima e o fenómeno ovni, Estampa, Lisbona 1995).
(20) Cfr. queste nozioni, nel mio La sfida pentecostale: origine, storia e sociologia dei movimenti pentecostali carismatici, in CESNUR. Centro Studi sulle Nuove Religioni, La sfida pentecostale, a cura di M. Introvigne, Elledici, Leumann (Torino) 1996, pp. 13-83.
(21) Cfr. il mio Aspettando la Pentecoste. Il quarto ecumenismo, Messaggero, Padova 1996.
(22) C. Peter Wagner, Operation Queen’s Palace (also known as “Love Turkey”), 20-30 settembre 1999, in <http://www.etpv.org/1998/opqueen.html>; trad. it., lievemente modificata, La Finestra 40/70. Operazione Dominio della Regina, in <http://digilander. libero.it/targetitalia/Target%20Finestra%20 4070.htm>.
(23) Idem, Confronting the Queen of Heaven, Wagner Institute for Practical Ministry, Colorado Springs (Colorado) 1998, p. 32.
(24) Ibidem.
(25) Cfr. ibidem.
(26) Cfr. Idem, Operation Queen’s Palace (also known as “Love Turkey”), cit.
( 27) Cfr., per esempio, l’opera diffusa via internet di Ed Tarkowski, The Lady of the Apocalypse. Comparison: The Original Words of Fatima vs. God’s Holy Word, <http://ww w.ncinter.net/~ejt/fatTOC.htm>; e la lista di demoni territoriali, che cita uno specifico demone territoriale Fatima, accanto ai demoni territoriali Lourdes, Nostra Signora di Guadalupe, ma anche Coniglio Pasquale, Babbo Natale, Mormonismo e Scientology, in <http://www.demonbuster.com/z6sore.html>.
(28) Copia della corrispondenza si trova negli archivi del CESNUR, Torino; cfr. la dichiarazione del Comitato di Servizio del Rinnovamento Carismatico nella Chiesa Cattolica tedesco: Gegen katholische Marienverehrung. Zur “Gebetsoffensive für das 40/70 er-Fenster” [Contro la devozione mariana cattolica. A proposito dell’”Offensiva di preghiera per la Finestra 40-70″], del 19-9-2001. Segnalo che con “Finestra 40-70” s’indica, nel mondo protestante, un’area geografica fra il 40° e il 70° grado a Nord dell’Equatore, dove si ritiene che la diffusione del protestantesimo sia ancora insufficiente rispetto alle potenzialità, e che quest’area comprende, fra l’altro, l’Italia.
(29) Sui fumetti di Jack T. Chick, cfr. Robert B. Fowler, The History of the World According to Jack T. Chick, presso l’Autore, San Leandro (California) 1997; 2a ed., The World of Jack T. Chick, presso l’Autore, San Leandro (California) 2001; cfr. pure il mio Stati Uniti. Smash! Superman contro il Papa, in 30 Giorni nella chiesa e nel mondo, anno VIII, n. 12, Roma dicembre 1990, pp. 28-31.
(30) Cfr. J.-F. Mayer, Field Notes. The Movement for the Restoration of the Ten Commandments of God, in Nova Religio. The Journal of Alternative and Emergent Religions, vol. 5, n. 1, New York (NY) ottobre 2001, pp. 203-210.
(31) Cfr. A Timely Message from Heaven: The End of the Present Times. In Hoc Signo Vinces: In This Sign You Will Conquer. Come All of You to the Ten Commandments of GOD, The Movement for the Restoration of the Ten Commandments of God, Karuhinda, Rukungiri-Rubiziri, Bushenyi (Uganda) 1996.
(32) Cfr. Melo Nzeyitu Josias e Rocha Newfani, The True Third Secret of Fatima Revealed & The Return of Christ, ed. americana a cura di Tom Dark, NeKongo Press, Tucson (Arizona) 2001.
(33) Cfr. la nozione di “cattolicesimo di frangia”, con numerosi esempi, in CESNUR. Centro Studi sulle Nuove Religioni, Enciclopedia delle religioni in Italia, cit., pp. 37-40 e 66-103.
(34) Cfr. Michael Cuneo, The Smoke of Satan. Conservative and Traditionalist Dissent in Contemporary American Catholicism, Oxford University Press, New York–Oxford 1997; cfr. dello stesso autore — e, in parte, nella stessa chiave —, American Exorcism: Expelling Demons in the Land of Plenty, Doubleday, New York 2001.
(35) Ibid., p. 134.
(36) Cfr. ibid., p. 104.
(37) Cfr. un’analisi del caso da parte di un altro esponente sedevacantista, in Anthony Cekada, Mount St. Michael & CMRI. A Brief Overview, <http://www.traditionalmass.org/CMRI%20Overview.htm>.
(38) Cfr. CESNUR. Centro Studi sulle Nuove Religioni, Enciclopedia delle religioni in Italia, cit., passim.
(39) Cfr. il mio En Route to the Marian Kingdom. Catholic Apocalypticism and the Army of Mary, in Stephen Hunt (a cura di), Christian Millenarianism. From the Early Church to Waco, Hurst & Company, Londra 2001, pp. 149-165.
(40) Cfr. un’ampia documentazione, in François L’Yvonnet, Un destin à rendre jaloux des anges. Louis Massignon et La Salette, in François Angelier e Claude Langlois (a cura di), La Salette. Apocalypse, pèlerinage et littérature (1856-1996), Jérôme Millon, Grenoble 2000, pp. 193-219.
(41) Lettera di Jacques Maritain a Louis Massignon, del 28 dicembre 1946, ibid., p. 212.
(42) Ibid., p. 217.
(43) Cfr. Sandra L. Zimdars-Swartz, Encountering Mary. From La Salette to Medjugorje, Princeton University Press, Princeton 1991.
(44) CESNUR. Centro Studi sulle Nuove Religioni, Enciclopedia delle religioni in Italia, cit., voce Opera Cenacolo Familiare, pp. 94-96 (p. 95).
(45) Ibid., p. 96.
(46) Ibidem.
(47) <http://www.tldm.org/misc/1972.htm>.
(48) Cfr. ibidem.
(49) Cfr. interviste da me condotte nel 1999 a Bayside; nella biblioteca del CESNUR si trova una collezione delle pubblicazioni — spesso semplici ciclostilati, che rendono difficile la costruzione di un corpus —, che riportano i numerosissimi messaggi della Madonna a Veronica.
(50) Messaggio di benvenuto, in <http://www.tldm.org/>, download del 7-10-2001.
(51) Ibidem.
(52) Ibidem.
(53) Cfr., in generale, CESNUR. Centro Studi sulle Nuove Religioni, Enciclopedia delle religioni in Italia, cit., voce Seibo No Mikuni. Il Regno di Nostra Signora, p. 56; su Fatima, cfr. P. Zoccatelli, Seibo No Mikuni, a Catholic Apocalyptic Splinter Group from Japan, relazione presentata al convegno annuale del CESNUR, Riga (Lettonia), 29-31 agosto 2000, in <http://www.cesnur.org/con ferences/riga2000/zoccatelli.htm>.
(54) Cfr. Anne Cillis, Bayside Backstage, Archangel Press, Ottawa 1986.
(55) Curiosamente, mons. Milingo nel 1996 attribuisce uno straordinario potere a un “Anthony Levay” — senza dubbio un’allusione al fondatore della Chiesa di Satana, Anton LaVey, pseudonimo di Howard Stanton Levey (1930-1997) —, che si sarebbe appena recato in Africa per nominare il capo locale della sua “Chiesa satanica”, sarebbe acclamato come il “nuovo messia” negli Stati Uniti d’America e influenzerebbe anche la “Chiesa [verosimilmente, cattolica] Americana” (mons. Emmanuel Milingo, Three Dimensions of Evil, discorso del 22-11-1996 al congresso Fatima 2000: World Peace and the Immacolate Heart of Mary, Roma, pubblicato in appendice alla biografia di don Gruner scritta dal suo collaboratore Francis Alban, Fatima Priest. Priest, Prophecy and Peril… The Vatican Key to Peace and Terror, Good Counsel Publications, Pound Ridge [New York] 1997, pp. 383-389 [p. 385]). Nell’edizione italiana riveduta, del 2000 (F. Alban e Christopher E. Ferrara, Il Sacerdote di Fatima. Il Sacerdote, la Profezia e il Rischio. Il Vaticano di Fronte alla Scelta tra la Pace ed il Terrore, Good Counsel Publications, Pound Ridge [New York] 2000), “Anthony Levay” diventa “Anthony Levi” (ibid., p. 514). In realtà nel 1996, da quando aveva subito un infarto nel 1990, LaVey era confinato a San Francisco dalle sue gravi condizioni di salute — sarebbe morto l’anno seguente — e il suo seguito era ridotto a poche decine di fedeli, senza nessuna influenza — oltre la piccola subcultura satanista — sullo scenario religioso statunitense in genere, per non parlare della Chiesa cattolica americana.
(56) Don Paul Leonard, Has the Pope Fulfilled Our Lady of Fatima’s Request?, in The Fatima Crusader, n. 43, Port Erie (Ontario) inverno 1993, pp. 17-21 (p. 18).
(57) Così F. Alban, op. cit., ed. americana, pp. 126-132. Sui problemi di comunicazione con il pubblico e anche con i giornalisti specializzati da parte della gerarchia cattolica, che non sono mancati a proposito delle vicende di Fatima e che spiegano in parte l’interesse che la stampa ha rivolto a personaggi ambigui come Gruner, cfr. Marco Tosatti, Il segreto non svelato, Non tutto è stato detto: le profezie di Fatima celano ancora un mistero, Piemme, Casale Monferrato (Alessandria) 2002.
(58) Dichiarazione della Congregazione per il Clero, del 12-9-2001, in L’Osservatore Romano, anno CXLI, n. 209, Città del Vaticano 13-9-2001.
(59) Ibidem.
(60) Cfr. F. Alban, op. cit., ed. americana, pp. 203-208.
(61) Cfr. Low-caste Bishop’s Transfer in India Brings Mixed Reaction, in Catholic News Service/U.S. Conference of Catholic Bishops, Washington DC 29-3-2000, in <http: //www.dalitchristians.com/Html/P_Low CasteBishop.htm>.
(62) Andrei M. Cesanek, Esistono due manoscritti originali del Terzo Segreto?, testo in italiano nel sito internet dell’Associazione Madonna di Fatima all’indirizzo <http://ww w.fatima.org/it/itcr64pg03.html>.
(63) Cfr. le osservazioni di Raffaella Di Marzio, Fatima tra storia e profezia, in <ht tp://www.dimarzio.it/srs/modules.php?op= modload&name=Sections&file=index&req= viewarticle&artid=125>.