Nasce a Le Pin-en-Mauges, nel dipartimento del Maine-et-Loire, il 5 gennaio 1759.
Studia per cinque anni presso la parrocchia di La Chapelle-du-Genêt, forse per diventare sacerdote, quindi è muratore e a diciotto anni si sposa. Ha undici figli, di cui cinque ancora vivi al momento della sua morte.
Poco prima della Rivoluzione cambia attività e diventa vetturale e venditore ambulante; così entra in contatto con molte persone e acquisisce una grande influenza nella zona. Naturalmente eloquente, non aveva paura di niente e di nessuno. Con una fede molto viva, commentava a suo modo gli avvenimenti del giorno. Quando viene abolito il culto, guida più volte centinaia di parrocchiani in pellegrinaggi notturni a Saint-Laurent-de-la-Plaine e a Bellefontaine.
Il 13 marzo 1793, mentre sta facendo il pane, ha la notizia della rivolta dei coscritti a Saint-Florent-le-Vieil e decide di sollevare tutta la regione contro l’empietà rivoluzionaria: riuniti attorno a sé una trentina di parenti e di amici, si lancia nella guerra e s’impadronisce del castello di Jallais e, il giorno seguente, di quello di Chemillé. Con tremila uomini si unisce a Nicolas Stofflet, e il 19 marzo insieme a lui prende Cholet, Vihiers e Chalonnes; il 23 aprile si impadronisce di Beaupréau, il 5 maggio di Thouars, il 14 maggio, a La Châtaineraie, batte il generale Chalbos, ma il 16 è battuto a Fontenay; il 23 giugno conquista Angers. Rivelatosi immediatamente il più popolare dei capi vandeani, dopo la presa di Seamur, il 9 giugno, viene eletto generalissimo dell’armata cattolica e regia. La scelta, fatta dagli stessi nobili, rendeva omaggio al suo valore e sottolineava il carattere eminentemente popolare della rivolta.
Ferito a morte il 29 giugno 1793, nel corso dell’attacco a Nantes, è riportato a Saint-Florent-le-Vieil, dove spira il 14 luglio.