1. Il più recente tra i benemeriti volumi di apologetica di Vittorio Messori, tanto conosciuti e apprezzati dal pubblico cattolico, è Patì sotto Ponzio Pilato? Un’indagine sulla passione e morte di Gesù (Società Editrice Internazionale, Torino 1992), che Cristianità ha raccomandato all’attenzione dei propri lettori (cfr. la recensione di don Pietro Cantoni, in Cristianità, anno XXII, n. 235, novembre 1994, pp. 25-28).
2. Contro l’opera di Vittorio Messori viene diffuso uno scritto diffamatorio di don Pier Angelo Gramaglia, docente di patrologia presso il Seminario di Torino, dal titolo Vittorio Messori: il cristotologo [sic] narcisista, inserito nel suo Gesù Cristo nella cultura laica, 2 voll., presso l’Autore, Torino 1993, vol. II, pp. 486-495. In tale scritto don Pier Angelo Gramaglia si scaglia con espressioni di inaudita volgarità e violenza contro Vittorio Messori e contro il volume Patì sotto Ponzio Pilato? Un’indagine sulla passione e morte di Gesù, definendola ripetutamente “idiota” e coniando perfino i neologismi “idiotissima” e “straidiota” (op. cit., p. 494). Altri sostantivi e aggettivi utilizzati da don Pier Angelo Gramaglia per qualificare il volume o le tesi di Vittorio Messori sono “fanfaronate” (ibid., p. 486), “romanzetto a fumetti” (ibidem), “buffonaggine” (ibid., p. 488), “stupidità” (ibid., p. 489), “trovate demagogiche” (ibidem), “bravate” (ibid., p. 490), “prodezze da saltimbanco” (ibidem), “indecente” (ibid., p. 492), “capolavoro di stupidità demagogica” (ibid., p.493), “limite massimo delle idiozie filologiche” (ibidem), “sceneggiata” (ibid., p. 494). Quanto all’autore, Vittorio Messori viene qualificato come “intellettuale cattolico denutrito” (ibid., p. 489) o, più semplicemente, “un pazzo” (ibid., p. 494). Dopo avere osservato che “[…] Vittorio Messori non è tuttavia ingenuo […]“ e coltiva “[…] un subdolo secondo fine […]“, che è quello di diffondere il “concordismo” a proposito dei Vangeli (ibid., p. 491) o, peggio ancora, l’“apologetica” (ibid., p. 493), don Pier Angelo Gramaglia conclude che “[…] sarebbe d’altronde eccessivo pretendere che egli [Vittorio Messori] riesca a svolgere con correttezza professionale anche solo una attività di informazione, quale esigerebbe il suo cosiddetto mestiere di giornalista” (ibid., p. 494).
3. Cristianità e Alleanza Cattolica — oggetto a loro volta in passato degli strali di don Pier Angelo Gramaglia, impegnato a difendere le tesi di un progressismo e di un dissenso cattolico che si credevano scomparsi da anni — hanno già avuto occasione di denunciare le polemiche deliranti condotte dal sacerdote torinese contro bersagli cattolici e non cattolici, non risparmiando neppure il Pontefice Giovanni Paolo II, accusato di “demagogia” (Idem, G. I. Gurdjieff e la quarta via, Tipografia Saviglianese, Savigliano [Cuneo] 1989, p. 6), e perfino la Santissima Vergine, a proposito della quale, esprimendo il suo scetticismo sulle apparizioni mariane, scriveva nel 1985: “Per principio, non ho difficoltà a credere alle apparizioni della Madonna; mi riservo solo di misurare il quoziente intellettuale dei suoi vari interventi, per vedere di volta in volta se progredisce” (Idem, Verso un “rilancio” mariano? Voci d’oltreterra, Claudiana, Torino 1985, p. 60). Cristianità ha pure denunciato i difetti di stile e di sostanza di don Pier Angelo Gramaglia nelle sue opere in tema di nuovi movimenti religiosi, che hanno indotto in gravi errori quanti le hanno incautamente seguite e citate (cfr. Massimo Introvigne, “La Civiltà Cattolica” e i Mormoni, in Cristianità, anno XXII, n. 234, ottobre 1994, pp. 17-27, in particolare pp. 24-25 e nota 42, a proposito di opere di don Pier Angelo Gramaglia).
4. Di fronte agli insulti gratuiti che colpiscono ora anche un autore tanto benemerito per la cultura cattolica come Vittorio Messori, Alleanza Cattolica rileva che le opere di don Pier Angelo Gramaglia hanno ormai oltrepassato la soglia del mero cattivo gusto per trasformarsi in sequele di villanie gratuite, affabulazioni ripetitive e fantastiche dove si coltiva l’insulto per l’insulto come c’è un’arte per l’arte.
La ripetizione ossessiva e maniacale degli stessi epiteti, mentre solleva seri dubbi sulle condizioni mentali dell’autore, non può tuttavia non indurre a chiedersi se — dopo oltre un decennio di offese e di villanie da parte di don Pier Angelo Gramaglia nei confronti dei più diversi soggetti — non sia opportuno un intervento dell’autorità ecclesiastica, per evitare che la pubblica esibizione di scurrilità — per tacere delle tesi soggiacenti — da parte di un sacerdote e di un professore di seminario nuoccia all’onore della Chiesa che a ogni fedele cattolico è anzitutto caro.
Mentre esprime la propria incondizionata solidarietà a Vittorio Messori — il valore delle cui opere non può, naturalmente, venire minimamente scalfito da attacchi deliranti che si condannano da soli — Alleanza Cattolica auspica che il “caso Gramaglia” trovi rapidamente un’adeguata soluzione.