Convegno internazionale promosso da Alleanza Cattolica e da Cristianità che si è svolto a Verona il 6 dicembre 1992.
Al termine di un anno ampiamente dedicato a iniziative celebrative del cinquecentenario della scoperta, della conquista e dell’evangelizzazione dell’America, Alleanza Cattolica e Cristianità hanno voluto promuovere un convegno internazionale intitolato Il V Centenario della scoperta dell’America: “vecchia” e “nuova” evangelizzazione. La manifestazione — che si è svolta a Verona domenica 6 dicembre 1992, nell’Auditorium Monsignor Chiot, annunciata e con eco sui mass media locali e nazionali, e caratterizzata da una buona affluenza di pubblico — si è articolata in due sessioni.
I lavori sono stati aperti nella mattinata da PierLuigi Zoccatelli, responsabile nella città scaligera dell’associazione promotrice, che ha anche guidato la recita della Preghiera per la Madonna di Guadalupe, composta dal Santo Padre Giovanni Paolo II in occasione del suo primo pellegrinaggio apostolico in Messico.
Quindi ha assunto la presidenza della prima sessione il giornalista e scrittore dottor Vittorio Messori, che ha fatto stato del dibattito sorto attorno alle celebrazioni , fra l’altro segnalando come pure un certo “mondo cattolico” — talora anche a livello di Gerarchia — si è adeguato al conformismo “di sinistra”, che vede nella conquista spagnola solo un orrendo genocidio culturale e umano, e lamentando la mancata beatificazione della regina Isabella di Castiglia, detta la Cattolica, come conseguenza delle pressioni esercitate da importanti lobby esterne ed estranee al mondo cattolico.
Vittorio Messori ha quindi presentato i due oratori della mattinata: il professor Marco Tangheroni, pisano, ordinario di Storia Medievale nell’Università di Pisa nonché esponente di Alleanza Cattolica, e lo storico francese Jean Dumont, autore di diversi volumi apologetici, contraddistinti da una solida informazione bibliografica e documentale.
Il docente pisano ha segnalato come il 12 ottobre 1492 segni per la storia della Cristianità, ma non solo per essa, un momento importantissimo: basti pensare che oggi la metà dei cattolici viventi nel mondo si trova appunto nel continente sudamericano; quindi ha presentato la figura di Cristoforo Colombo, di volta in volta definito, secondo le diverse tendenze culturali, un’assassino, uno schiavista o un uomo di sensibilità moderna in contrasto con il mondo medioevale circostante. La verità, ha detto il professor Marco Tangheroni, è che Cristoforo Colombo era un uomo profondamente religioso, figlio del suo tempo: la lettura del suo diario di bordo durante la prima traversata ci mostra un uomo profondamente convinto che la sua missione era voluta da Dio, per poter portare Gesù Cristo a chi ancora non lo conosceva; perciò, non si tratta di proporre la causa di beatificazione dell’ammiraglio genovese, ma di far propria la definizione secondo cui fu “Non santo, ma defensor fidei“.
Jean Dumont — tradotto dal dottor Massimo Introvigne, di Alleanza Cattolica — ha poi parlato della “leggenda nera”, sorta in ambiente calvinista per diffamare la Spagna cattolica e, attraverso di essa, la Chiesa cattolica. Sulla base di una mole impressionante di documenti relativi alla conquista, ha smantellato alcuni dei capisaldi di tale “leggenda”. Un caso per tutti, quello del domenicano Bartolmé de Las Casas, autore del famoso scritto Brevissima relazione sulla distruzione delle Indie, in passato e ancor oggi il personaggio più utilizzato per alimentare la “leggenda nera”. Lo scritto viene citato acriticamente ogni qualvolta si cada in argomento, anche se uno studioso del valore di Pierre Chaunu, calvinista e quindi al di sopra di ogni sospetto di partigianeria, ha dichiarato che “oggi nessuno storico che si rispetti prende sul serio le denunce estreme di Las Casas”.
A conclusione della mattinata, il padre pavoniano Enzo Bianchi ha celebrato la Messa per i convegnisti nella chiesa di San Luca Evangelista intra muros. Quindi, nel pomeriggio, i lavori sono ripresi con la presidenza del professor Mauro Ronco, torinese, ordinario di Diritto Penale nell’Università di Modena ed esponente di Alleanza Cattolica.
Prima di svolgere il suo intervento, il docente torinese ha letto ai convegnisti il testo di un messaggio del professor Plinio Corrêa de Oliveira, presidente del Consiglio Nazionale della Sociedade Brasileira de Defesa da Tradição, Família e Propriedade, nel quale il pensatore e leader cattolico sudamericano inviava “all’amico Giovanni Cantoni congratulazioni cordiali per la felice iniziativa della realizzazione di un Convegno sul V Centenario, promosso da Alleanza Cattolica.
“In questo straordinario accadimento — proseguiva il messaggio — ebbe la parte assolutamente determinante che è nota al mondo l’illustre genovese. Era opportuno che numerose voci si levassero dal suolo italico a ricordare in modo adeguato il fatto. Inoltre, poiché il Papato è stato il centro di irradiazione di tutta l’opera evangelizzatrice e civilizzatrice realizzata dai missionari europei in terra americana, era giusto che, anche a questo titolo, dalla nobile penisola italica partissero voci di plauso e di adesione, che si opponessero al coro ecologista che ha organizzato una campagna universale, benché di scarso valore, contro l’opera della Chiesa, come dei reali di Portogallo e di Spagna, in questi grandi accadimenti”; quindi ha ringraziato della sua qualificante presenza il professor Franco Cardini, ordinario di Storia Medievale nell’Università di Firenze.
Nel suo intervento, il professor Mauro Ronco ha fatto notare come in ogni evangelizzazione emergono due figure: l’evangelizzatore e l’evangelizzato. Per il primo ha sottolineato l’importanza della consapevolezza d’essere un portatore di Verità, da annunciare con carità e con fermezza, senza falsi pudori; inoltre, l’evangelizzatore ha il dovere di eliminare gli ostacoli che si interpongono fra lui e l’evangelizzando, e che il “principe di questo mondo” sa così bene elevare. Quindi, riguardo all’evangelizzato, ha evidenziato l’importanza delle disponibilità all’ascolto e della volontà d’adesione alla Verità conosciuta. Il docente torinese ha poi orientato la riflessione sulla difficoltà incontrata dagli indios nell’abbandonare la religione dei padri e nell’abbracciare il nuovo credo, anche a causa della profonda differenza nella concezione della divinità: un dio, quello indios, sanguinario e terribile, esigente il sangue umano offerto in continui sacrifici; un Dio buono, quello cristiano, generoso, capace di offrire il proprio sangue e la propria vita per la salvezza degli uomini. Di fronte a questo messaggio gli indios si interrogano e iniziano uno studio catechetico sulla “nuova” religione che porterà chi solo poco tempo prima era dedito a sacrifici umani ad aderire alla nuova fede, al Dio vero, al Dio cattolico; e per tale atto di buona volontà la Vergine Santissima ricompenserà il popolo indio donando a esso la sua immagine impressa sul mantello dell’indio Juan Diego, miracolo che poi sarà riconosciuto come il miracolo della Madonna di Guadalupe, Madre delle Americhe.
Padre Fidel González Fernández, missionario comboniano — in Africa dal 1969 al 1973, poi dal 1979 al 1985; dal 1973 al 1979 in Spagna, direttore della rivista missionaria Mundo Negro; dalla fine del 1985 a Roma, docente di Storia della Chiesa alla Pontificia Università Urbaniana e consultore della Congregazione delle Cause dei Santi — è stato trattenuto a Roma dagli impegni relativi alla preparazione di una mostra fotografica sul V centenario, promossa dalla Santa Sede e aperta in Vaticano il 12 dicembre 1992, festa della Madonna di Guadalupe; perciò, la sua relazione è stata letta dal dottor Marco Invernizzi, di Alleanza Cattolica.
Padre Fidel González Fernández si è proposto “una rilettura storica dal punto di vista ecclesiale di quell’avvenimento così decisivo e importante per la storia dell’umanità” rappresentato dall’evangelizzazione dell’America Latina, e ha voluto esplicitamente dare un risalto particolare ai missionari, come artefici determinanti, dell’opera di evangelizzazione dell’America. Nella relazione il missionario comboniano ha affrontato il tema della “leggenda nera” nei suoi aspetti di esplicita volontà di “ferire nel cuore la Fede Cattolica”, e ha sottolineato come la storia “di questa evangelizzazione è come lo “svelarsi di una Presenza”” divina che “costruisce la storia attraverso gli uomini”. La figura di Maria, ha affermato a conclusione, trova un posto di rilievo in quanto “prima missionaria e artefice di tale processo”.
Ha concluso il convegno Giovanni Cantoni, reggente nazionale di Alleanza Cattolica, esponendo e commentando il discorso del Santo Padre Giovanni Paolo II in apertura della IV Conferenza Generale del Consiglio Episcopale Latino-americano, un discorso non destinato solo all’America, ma al mondo intero. Il Papa invita alla nuova evangelizzazione, che non consiste nell’annuncio di un nuovo Vangelo, né consiste nel togliere dal Vangelo tutto quanto sembra difficilmente assimilabile da parte del mondo contemporaneo: la nuova evangelizzazione è l’annuncio di Gesù Cristo, della sua persona e della sua dottrina, perché Lui è la nostra salvezza. Gli uomini, di qualsiasi epoca e di qualsiasi cultura, avvicinandosi a Lui attraverso la fede e l’incorporazione al suo Corpo che è la Chiesa, possono trovare le risposte alle domande, sempre antiche e sempre nuove. L’oratore ha poi ricordato che il Papa invita a creare una cultura alternativa cristiana da opporre alla cultura della modernità, una cultura profondamente diversa da quella propostaci oggi, una cultura che investa integralmente l’uomo in tutte le sue funzioni dall’arte al lavoro, dal modo di vestire al modo di divertirsi, dal nascere al morire. Questo ci ha insegnato la splendida epopea dell’evangelizzazione delle Americhe, creando una civiltà nata dalla fusione di due mondi e di due popoli, quello iberico e quello indio, uniti nella nuova cultura cristiana detta iberoamericana.