La Chiesa cattolica, in quanto istituzione umana e divina, vive nella storia e ha una sua storia. E oggetto dell’agile volume Guida introduttiva alla storia della Chiesa cattolica non è un’ennesima narrazione della storia della Chiesa; è, invece, un utilissimo vademecum di riferimento anzitutto metodologico, indispensabile come lettura previa rispetto a ogni opera storica specifica.
Redatto da don Pietro Cantoni — sacerdote del clero di Massa Carrara-Pontremoli, autore di studi teologici come “Novus Ordo Missae” e fede cattolica (Quadrivium, Genova 1988; cfr. recensione di don Alfredo Morselli, in Cristianità, anno XVII, n. 169, maggio 1989, pp. 10-11) e di contributi sul tema della nuova religiosità — e da Marco Invernizzi — dirigente nazionale di Alleanza Cattolica, studioso di storia del movimento cattolico, nonché autore de L’Unione Elettorale Cattolica Italiana 1906-1919. Un modello di impegno politico unitario dei cattolici (Cristianità, Piacenza 1993; confronta recensione di Giovanni Cantoni, in Cristianità, anno XXI, n. 217, maggio 1993, pp. 23-24) e contributore a Processi alla Chiesa. Mistificazione e apologia, a cura di Franco Cardini (Piemme, Casale Monferrato 1994) —, esso vuole impostare la “questione della storia della Chiesa” piuttosto che fare della storia, offrendo validi spunti d’orientamento e di riferimento.
Primo volume della collana Per una nuova evangelizzazione, sezione Problemi di storia della Chiesa diretta dallo stesso Marco Invernizzi, Guida introduttiva alla storia della Chiesa cattolica è divisa in cinque parti. Dopo una Prefazione (pp. 7-9) sempre di Marco Invernizzi, nel primo capitolo viene affrontata anzitutto La storia (pp. 11-24), cioè la questione relativa al concetto di essa, fornendo elementi per la sua definizione, quindi sul metodo investigativo che è a essa proprio, sulla ricerca e sull’utilizzo delle fonti, nonché sulla critica, sulla sintesi e sulla narrazione. Centrale in questa parte è l’individuazione di una filosofia e di una teologia della storia. Non solo “ricerca della verità”, ma — previamente — “contemplazione della verità”, la filosofia applicata alla storia ne indaga il senso, finendo naturalmente per aprirsi alla teologia: una prospettiva d’ampio respiro che libera la narrazione dell’umano accaduto da determinismi, da positivismi e da razionalismi i quali — nella migliore delle ipotesi — ne offrono un’immagine decurtata, un “mezzo busto” rovesciato, che mostra solo le parti inferiori ignorandone la metà superiore e la dimensione spirituale.
Se, infatti, “[…] lo svolgersi delle vicende umane è retto dalla doppia libertà, quella di Dio e quella dell’uomo” (p. 15), fare storia significa anche tenere positivamente presente l’azione provvidente di Dio nella storia stessa, tenendolo in conto di protagonista. “San Bonaventura — ricordano gli autori —, seguendo sant’Agostino, considera l’insieme della storia come un gigantesco poema cantato da Dio stesso per manifestare la Sua gloria, indicando così la ragione ultima di tutta la storia. Ma non è possibile cogliere profondamente e ultimamente il senso della strofa di un poema se non se ne conosce l’insieme, dall’inizio alla fine: e l’uomo conosce l’inizio e la fine della storia soltanto attraverso la Rivelazione soprannaturale” (pp. 16-17).
Nel secondo capitolo si considera La storiografia cristiana (pp. 25-55), cioè l’atteggiamento storiografico degli storici cristiani, nella trasformazione della narrazione delle vicende umane da semplice annalistica — come nell’antichità romana pagana — a storia, racconto teleologico del popolo di Dio in cammino verso il Signore risorto.
Nella terza parte si entra nel merito de La storia della Chiesa cattolica (pp. 57-70) affrontando la questione della nozione stessa di storia della Chiesa e suggerendone la considerazione come storia teologica, ossia narrazione teleologica del continuo e fecondo dialogo fra Dio e uomo. E proprio all’interno di questa storia teleologica gli autori trattano della questione della sua periodizzazione.
Con l’abate benedettino Prosper Guéranger (1805-1875) indicano nella Bibbia il fondamento della scienza storica cristiana, ossia della scienza storica tout court, suddividendo le diverse epoche in antichità — il periodo suggestivamente definito epoca della proscrizione, che giunge fino alla Storia ecclesiastica di Eusebio da Cesarea, vissuto circa fra il 265 e il 340 —; epoca cristiana romano-germanica, normalmente indicata con la formula d’origine proto-illuminista “Medioevo”; quindi età moderna e, finalmente, età contemporanea.
Tale periodizzazione è schematicamente e visivamente sintetizzata anche in un utile grafico che costituisce la quarta parte del volume, Le grandi fasi della storia della Chiesa (pp. 71-74). Questo quadro riassuntivo viene tracciato in relazione a come, nelle diverse epoche, gli uomini hanno corrisposto all’amore di Dio e al suo progetto su di loro e sulla storia stessa, dunque riconoscendo un’epoca di adesione e un’epoca successiva di rifiuto della salvezza offerta dalla croce, secondo una visione ispirata a sant’Agostino, l’autore del De civitate Dei, “la più grande opera cristiana di filosofia della storia”, come viene affermato (p. 16), composta fra il 413 e il 426. Chiude il volume la considerazione de La Chiesa cattolica e i suoi nemici (pp. 75-79).
Infine vengono forniti Orientamenti bibliografici (pp. 81-88), e una Nota bio-bibliografica sugli autori (pp. 89-90).
Marco Respinti