Il 29 giugno 2001, all’età di 91 anni e al termine di una lunga e penosa malattia, è stato chiamato alla casa del Padre il cardinale Silvio Oddi; e il 1° luglio, nella Cattedrale di Piacenza, il card. Darío Castrillón Hoyos, prefetto della Congregazione per il Clero, ne ha celebrato le esequie a nome di Papa Giovanni Paolo II, e dalla stessa data le spoglie sono tumulate nella chiesa vecchia del suo paese natale.
Nato a Morfasso, in provincia e diocesi di Piacenza, il 14 novembre 1910, entra in seminario all’età di undici anni e viene ordinato sacerdote il 21 maggio 1933. Nel 1936 si laurea in diritto canonico alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino e ottiene il diploma alla Pontificia Accademia Ecclesiastica, dopo aver pure seguito i corsi di paleografia e di diplomatica presso l’Archivio Vaticano. Sempre nel 1936 viene destinato alla Delegazione Apostolica in Iran, quindi, nel 1939, a quella in Libano, con l’incarico di mantenere contatti regolari fra la Santa Sede e le sue rappresentanze in Medio Oriente, interrotti o resi saltuari dalle vicende belliche. Poi si trasferisce al Cairo, assegnato alla Delegazione Apostolica di Egitto e Palestina; successivamente è reggente della Nunziatura a Belgrado. Eletto alla Chiesa Titolare di Mesembria il 30 luglio 1953, riceve l’ordinazione episcopale il 27 settembre successivo, nella Cattedrale di Piacenza, dall’allora Patriarca di Venezia Angelo Roncalli (1881-1963), ed è pure nominato Delegato Apostolico a Gerusalemme, Palestina, Transgiordania e Cipro, funzione che svolge fino al 1957, quando diventa Internunzio Apostolico in Egitto; quindi, dal 1962, è Nunzio Apostolico in Belgio e in Lussemburgo.
Papa Paolo VI (1963-1978) lo crea e lo pubblica cardinale nel Concistoro del 28 aprile 1969, del Titolo di Sant’Agata de’ Goti, Diaconia elevata pro hac vice a Titolo Presbiterale. Il 28 settembre 1979 Papa Giovanni Paolo II lo nomina Prefetto della Congregazione per il Clero, incarico che svolge fino al 1986. È pure stato Legato Pontificio per la Patriarcale Basilica di San Francesco in Assisi.
Oltre all’intensa attività diplomatica ha dedicato particolare attenzione all’identità e alla funzione del sacerdote nonché alla catechesi, quindi al redigendo Catechismo della Chiesa Cattolica.
“Egli lascia — ne ha scritto il regnante Pontefice — il ricordo di una vita spesa nell’adesione coerente e generosa alla propria vocazione quale sacerdote attento alle necessità degli altri e pastore fedele al Vangelo e alla Chiesa”.
Testimone fermo della tradizione cattolica, cioè di quanto nella Chiesa non può mutare, e di uno stile “romano” di viverla; prodigo di illuminati consigli per molti turbati nel difficile tempo postconciliare, dall’inizio degli anni 1980 ha seguito con benevolenza l’attività di Alleanza Cattolica, dei cui membri si è persino degnato, talora, di utilizzare le competenze.