GIOVANNI PAOLO II, Discorso a Presuli della Conferenza Episcopale delle Filippine in visita ad limina Apostolorum, dell’11-2-1997, nn. 4-5, in L’Osservatore Romano, 14-2-1997. Traduzione dall’originale inglese del quotidiano vaticano.
Nelle Filippine, come in molte altre parti del mondo, la famiglia è come una finestra su una società che soffre per le tensioni causate dal passaggio da uno stile di vita più tradizionale a uno caratterizzato da individualismo e da frammentazione crescenti. In questa fase di transizione, le verità morali e religiose che dovrebbero dare sostegno e orientamento agli individui e alla società vengono spesso dimenticate o rifiutate al punto che alcuni comportamenti che in precedenza erano considerati sbagliati cominciano a essere accettati sia socialmente sia legalmente e anche promossi al rango di “diritti”. L’antidoto più efficace sarà costituito dagli sforzi di agenti pastorali competenti, perseveranti e attivi attraverso la catechesi, i gruppi di sostegno familiare e i mezzi di comunicazione sociale. Quando la verità e il significato della sessualità umana vengono minacciati da una mentalità secolarizzata, la Chiesa deve insegnare sempre di più e sostenere la saggezza di Dio e il suo disegno amorevole per l’amore coniugale. Quando “la vita sociale si avventura nelle sabbie mobili di un relativismo sociale” (Evangelium vitae, n. 20), la cura morale e spirituale della famiglia è una sfida che non può essere ignorata: essa praticamente definisce la missione pastorale della Chiesa. Nell’anno in cui si celebra il centenario della nascita del mio venerabile Predecessore Papa Paolo VI desidero ripetere il suo pressante appello a tutti i Vescovi: “lavorate con ardore e senza sosta alla salvaguardia e alla santità del matrimonio, perché sia sempre più vissuto in tutta la sua pienezza umana e cristiana. Considerate questa missione come una delle vostre più urgenti responsabilità nel tempo presente” (Humanae vitae, n. 30).
Gli sforzi pastorali sono rivolti principalmente alla maggioranza dei fedeli che lottano quotidianamente per vivere secondo le esigenze della loro dignità di cristiani nel matrimonio e nella famiglia. La tendenza attuale a guardare ai casi difficili e a categorie particolari non dovrebbe distogliere i Pastori della Chiesa dal prestare la dovuta attenzione ai bisogni delle famiglie normali. Esse guardano alla loro guida spirituale, per il sostegno della sana dottrina, la grazia dei sacramenti e l’empatia umana che le sosterranno nella missione mai facile di essere un’autentica “chiesa domestica”, la prima comunità a essere evangelizzata affinché possa essere a sua volta l’evangelizzatrice prossima e immediata dei suoi membri. Le coppie giovani che si preparano al matrimonio hanno bisogno di essere aiutate a comprendere che il matrimonio e la famiglia si basano su responsabilità liberamente assunte di fronte a Dio, al coniuge, ai figli coinvolti, alla società e alla Chiesa. I vincoli instaurati fra coloro che divengono “una sola carne” (Gn 2, 24), richiedono una comunione e una fedeltà per tutta la vita.
Giovanni Paolo II