Il Papa prega ai piedi della colonna dell’Immacolata a Roma e indice l’Anno di san Giuseppe, a 150 anni dalla proclamazione dello sposo di Maria a patrono universale della Chiesa (1870).
di Michele Brambilla
Nonostante i comunicati prudenziali diramati nei giorni scorsi dalla Santa Sede, all’alba dell’8 dicembre Papa Francesco si presenta regolarmente ai piedi della colonna dell’Immacolata, nel momento in cui i pompieri di Roma stavano per issare la loro tradizionale corona di fiori. Si reca, poi, a S. Maria Maggiore per celebrare privatamente la Messa all’altare del Presepe, che conserva parte della greppia nella quale fu deposto Gesù bambino.
Come è noto, il monumento in piazza di Spagna fu innalzata nel 1857 dal beato Pio IX (1846-78), che l’8 dicembre di tre anni prima aveva solennemente proclamato il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria. Il Papa di Senigallia scelse ancora una volta un 8 dicembre per proclamare san Giuseppe, sposo della Beata Vergine e padre adottivo di Gesù, patrono universale della Chiesa. A 150 di distanza dal decreto Quemadmodum Deus del predecessore, Papa Bergoglio promulga a sua volta la lettera apostolica Patris corde, con la quale indice un Anno di san Giuseppe. L’idea, confessa, gli è venuta proprio nei mesi della pandemia: «tale desiderio è cresciuto durante questi mesi di pandemia, in cui possiamo sperimentare, in mezzo alla crisi che ci sta colpendo, che «le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni – solitamente dimenticate – che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell’ultimo show» così come lo sposo della Madonna non cerca mai le luci della ribalta.
Un invito all’umiltà che innerva anche l’Angelus: il Signore in Maria ha fatto grandi cose, ma non bisogna dimenticare che il primo ad entrare in Paradiso è stato il “buon ladrone”. A differenza della Madonna, anche i santi che veneriamo sugli altari, «anche i più innocenti erano comunque segnati dal peccato di origine e hanno lottato con tutte le forze contro le sue conseguenze. Loro sono passati attraverso la “porta stretta” che conduce alla vita (cfr Lc 13,24). E voi sapete chi è il primo di cui abbiamo certezza che sia entrato in paradiso, lo sapete? Un “poco di buono”: uno dei due che furono crocifissi con Gesù. A Lui si rivolse dicendo: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Ed Egli rispose: “Oggi con me sarai nel paradiso” (Lc 23,42-43)».
L’Anno di san Giuseppe è donato a quel “buon ladrone” che è ogni credente affinché sia per esso un’altra occasione per emendarsi: il Pontefice ricorda che «noi possiamo ingannare gli uomini, ma Dio no, Lui conosce il nostro cuore meglio di noi stessi. Approfittiamo del momento presente! Questo sì è il senso cristiano del profittare del giorno: non godere la vita nell’attimo che fugge, no, questo è il senso mondano. Ma cogliere l’oggi per dire “no” al male e “sì” a Dio», fino a «guardare in faccia la propria realtà, così come siamo; riconoscere che non abbiamo amato Dio e non abbiamo amato il prossimo come dovevamo, e confessarlo» al sacerdote, che agisce in persona Christi, nel sacramento della Riconciliazione. «E questa è per noi la strada per diventare “santi e immacolati”», come scriveva san Paolo agli Efesini (Ef 1,3-6.11-12): «[…] san Paolo ci fa comprendere che ogni essere umano è creato da Dio per quella pienezza di santità, per quella bellezza di cui la Madonna è stata rivestita fin dal principio. […] La bellezza incontaminata della nostra Madre è inimitabile, ma nello stesso tempo ci attira. Affidiamoci a lei, e diciamo una volta per sempre “no” al peccato e “sì” alla Grazia».
Martedì, 8 dicembre 2020