Le foibe e l’esodo giuliano-dalmata, a causa di negazioni e di mistificazioni di carattere ideologico, restano ancora eventi sostanzialmente sconosciuti della storia contemporanea italiana, nonostante l’istituzione del Giorno del Ricordo da parte del parlamento italiano nel 2004. Questo volume, curato da Maria Cacciola, esule istriana di origine messinese, consente di comprendere perché quegli eventi non interessino semplicisticamente le popolazioni del confine orientale, ovvero il Friuli-Venezia-Giulia, l’Istria, la Dalmazia e Fiume, bensì persone e famiglie provenienti da tutta Italia. E ciò sia perché in quelle zone si trovavano uomini dell’esercito e delle forze dell’ordine di ogni regione d’Italia, sia perché l’esodo degli italiani da quelle zone, invase dai partigiani comunisti comandati dal despota Josip Broz (1892-1980) detto Tito e successivamente annesse alla Jugoslavia comunista, disseminò in Italia e nel mondo esuli che si sono poi dovuti rifarsi una vita altrove.
Dopo la Premessa della curatrice, la Presentazione di Massimiliano Lacota, presidente dell’Unione degli istriani e la Prefazione di Dario Caroniti, dell’Università degli Studi di Messina, il testo comprende una prima sezione che riguarda Cenni storici sul Confine Orientale. Vi si ripercorre la storia dalla Roma antica alla Serenissima Repubblica di Venezia, dal periodo austroungarico alla Prima guerra mondiale (1914-1918) e infine dagli eventi della Seconda guerra mondiale (19239-1945) all’occupazione comunista slava, quindi alla drammatica vicenda delle foibe e dell’esodo, per concludere con la menzione del Trattato di Osimo del 1975 e dell’istituzione del Giorno del Ricordo. Tuttavia le parti più suggestive sono le due seguenti, giacché presentano testimonianze dolorose di esuli siciliani che documentano i fatti successivi all’armistizio dell’8 settembre 1943. I protagonisti delle storie sono Rosalia Barrile, Nelly Berdar, Anna Maria Bruno, Grazia Bruno, Maria Cacciola, Sergio Compagnoli, Antonio D’Aliberti, Maria Dusman, Luciana Favretto, Bruna Fiore, Lucia Hodl, Rosa Valise e Giuseppe Zappetti.
Ognuna narra esperienze dolorose: dalla scomparsa improvvisa di genitori o parenti con molta probabilità infoibati e mai più ritrovati all’esperienza dell’esodo e della diffidenza ideologica subita in Italia a causa di una cultura dominata dal conformismo di sinistra, che etichettava gli esuli come “fascisti” in fuga dal paradiso socialista titino. Su tutto aleggia il senso della grande ingiustizia subita: essere stati sradicati da quelle terre italiane senza alcun indennizzo, ma soprattutto essere stati protagonisti di una tragica storia per molto tempo nascosta e negata, su cui ancora oggi vige riduzionismo e negazionismo.
Alle testimonianze segue un’ampia Appendice che riporta riflessioni, poesie, piccoli articoli scritti dai parenti degli esuli o di quanti hanno sin da subito imbracciato la battaglia della memoria, perché una delle tante tragedie procurate nel Novecento dal comunismo non venga dimenticata. Spicca in questa sezione la Preghiera per i martiri delle foibe, composta nel 1959 da mons. Antonio Santin (1895-1981), arcivescovo di Trieste e Capodistria. Chiudono il volume le Postfazioni, scritte dalla giornalista Milena Romeo e da Davide Rossi, vicepresidente del Coordinamento adriatico. La missione del testo è facilmente riassumibile nelle parole della curatrice, infaticabile promotrice di eventi per ricordare questa tragedia: «le nostre fila si stanno assottigliando per la progressiva scomparsa di testimoni viventi,tocca, quindi, alle nuove generazioni raccoglierne il testimone e adoperarsi affinché non finiscano nel dimenticatoio dell’indifferenza gli eventi da noi vissuti e, contestualmente, dare dignità di storia a pagine volutamente coperte da ignobile silenzio» (p. 7).
Consigliato a chi vuole conoscere il dramma delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata attraverso la testimonianza dei protagonisti
Categoria:Saggio
Autore:Maria Cacciola
Pagine: 236 pp
Prezzo: € 13,00
Anno: 2018
Editore:Giambra, Terme Vigliatore (ME)
ISBN: 9788898311934