Sempre meno nati nei Paesi Osce, un altro sacerdote rapito in Nigeria, un cattolico sul tetto della NBA
di Luca Bucca
– L’inverno demografico per i Paesi occidentali si fa sempre più freddo, lo si ripete ormai da lungo tempo e studi, ricerche e statistiche lo ribadiscono costantemente. L’ultimo documento a focalizzare il problema è il rapporto “Society at a Glance”, dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, pubblicato il 20 giugno scorso. Tutti gli Stati Osce continuano a registrare un calo del tasso di fecondità e nell’area europea l’Italia, insieme alla Spagna, sono quelli con il tasso più basso (1,2 figli per donna). Riportare questa informazione non vuole stimolare il pessimismo, ma è necessario per tenere sempre alta l’attenzione sul tema affinché lo si possa inserire, o mantenere, sempre al primo posto nelle agende politiche, e anche culturali.
– Sabato 22 giugno padre Mikah Suleiman, parroco di San Raymond Damba, nella città nigeriana di Gusau, è stato rapito da uomini armati. Si tratta del terzo sacerdote cattolico rapito in Nigeria nel solo mese di giugno. La circostanza che fa impressione è il silenzio dei mass media su questi eventi. Trascorsi due giorni dall’accaduto erano ancora pochissime le notizie reperibili online: in Italia gli organi d’informazione a riportare la notizia si contavano letteralmente sulle dita di una mano, a dimostrazione della triste indifferenza che accompagna la persecuzione religiosa nel mondo.
– La settimana scorsa i Boston Celtic hanno conquistato il loro diciottesimo titolo NBA, divenendo la franchigia più titolata d’America. I giornali sportivi hanno dedicato parecchio spazio non solo a raccontare il successo della squadra, ma anche del giovane (per il ruolo) allenatore Joseph Mazzulla, che a soli trentacinque anni è riuscito a centrare un obiettivo sportivo così importante. I più curiosi e appassionati leggeranno altrove delle sue origini laziali e delle statistiche che certificano la sua impresa cestistica. Ci soffermiamo qui solo su un aspetto: Joe Mazzulla è cattolico e non ne fa segreto. Non è stato sempre vicino alla fede, come lui stesso ha raccontato, ma si è riavvicinato dopo un periodo di lontananza e disordine. Adesso non manca occasione per testimoniarla durante le interviste, recitando il Rosario sul parquet prima delle partite, portando una croce appuntata sulla felpa durante le competizioni, indossando una maglietta dopo l’ultima vittoria con su scritto «But first… Let me thank God». Cosa testimonia? Probabilmente più di ogni altra cosa che si possono raggiungere obiettivi importanti anche senza nascondere o rinnegare la propria fede.
Mercoledì, 26 giugno 2024