Mons. Cataldo Naro, Cristianità n. 360 (2011)
Mons. Cataldo Naro (1951-2006), Testamento spirituale (Manoscritto e Trascrizione), in Monitore diocesano. Organo Ufficiale della Curia Vescovile di Caltanissetta, Numero Speciale, In memoria di S. E. Rev.ma Mons. Cataldo Naro, Presbitero della diocesi di Caltanissetta, Arcivescovo di Monreale, Caltanissetta 15-11-2006, pp. 11-15 (pp. 14-15). Note redazionali.
Sento che posso essere chiamato da Dio all’improvviso. Le forze fisiche vengono meno. E i tanti problemi irrisolti, che ho ereditato dai miei due immediati predecessori, sembrano schiacciarmi. La diocesi, in particolare il clero, sembra non accorgersi.
Sento che, forse, il Signore sta per chiamarmi. In certi momenti sto pro-prio male. Le forze fisiche vengono rapidamente meno. E il peso dei tanti problemi, che ho ereditato dai miei predecessori, mi schiaccia, anche perché sembra che ad accorgermene e a doverli portare debba essere solo io. I più stretti collaboratori non mostrano di capire e di accorgersi della gravità e complessità delle questioni. Tutto scivola in una superficialità e in una piccolezza di vedute che mi angustia e mi distrugge più degli stessi problemi.
Tuttavia il Signore mi fa dono di una grande pace interiore, di una serenità di fondo, che mi stupisce e mi dà forza. Sul limite, forse, della conclusione della vicenda terrena, lo ringrazio dell’amicizia che mi ha dato (e anche fatto sentire in una infinità di modi) e, perciò stesso, della partecipazione al suo rapporto filiale con Dio Padre. Tutto il resto — ed è moltissimo — che egli mi ha dato in questa vita terrena, scolorisce di fronte all’immensità dell’amicizia del Signore. Meglio: tutto il resto non è stato che un segno di quell’amicizia. Soprattutto lo è stato l’affetto delle tantissime persone che, senza alcun mio merito, egli ha messo sulla mia strada. E particolarmente, ancora, la luce di conoscenza del Signore che alcune di esse mi hanno dato: padre Giunta, padre Speciale e don Giliberto, don Divo Barsotti (1), i colleghi della Facoltà.
Sono fiducioso che per questa sua amicizia il Signore mi userà misericordia nel giudizio che mi attende, bruciando definitivamente nel fuoco della sua benevolenza le tante resistenze al suo amore che sono tuttora presenti e radicate nella mia esistenza.
Non ho mai cercato di offendere o fare male ad alcuno, pur essendo consapevole del risentimento che qualcuno, specialmente da quando sono vescovo, nutre verso di me. Mi sento impotente a superare un astio che ritengo immotivato. Consegno questa mia impotenza, con tutti gli altri miei limiti, alla misericordia del Signore.
E ancora una volta gli chiedo di aver compassione della sua Chiesa mon-realese.
Mi dispiace per le persone che soffriranno della mia morte, in particolare mia madre. La Madre del Signore mi accompagni col suo affetto materno in questo passaggio e conforti tutti.
Non ho tempo per predisporre delle poche cose che ho. Di tutto incarico mio fratello don Massimo. A lui affido anche il desiderio — se potrà farlo valere — di essere sepolto quanto più vicino possibile al Venerabile Mons. Intreccialagli (2).
+ Mons. Cataldo Naro
arcivescovo di Monreale
Note:
(1) I riferimenti sono a don Gaetano Giunta (1909-1980), don Giovanni Speciale (1931-2008), don Antonio Giliberto (1939-1997) e don Barsotti (1914-2006), fondatore della Comunità dei Figli di Dio.
(2) Antonio Augusto Intreccialagli O.C.D. (1852-1924), vescovo di Caltanissetta, poi arcivescovo di Monreale.