In una tournée, promossa da Alleanza Cattolica, il poeta cubano ha esposto in cinque città della penisola le drammatiche condizioni del suo popolo. Le polemiche animate da sostenitori del regime socialcomunista di Fidel Castro.
Offerta da Armando Valladares
Testimonianza per Cuba
Armando Valladares Pérez è a Milano martedì 7 aprile 1987, per concedere interviste in occasione della pubblicazione dell’edizione italiana delle sue memorie di prigionia Contro ogni speranza. Dal fondo delle carceri di Castro (1). Pubblicate in spagnolo nel 1985 e successivamente tradotte in numerose lingue, sono ormai un best-seller internazionale, con nove edizioni americane e con una prossima edizione pocket in lingua spagnola, la cui tiratura prevista è di centocinquantamila copie. Dopo le edizioni giapponese e coreana, l’opera viene lanciata in Italia dalla casa editrice SugarCo, che non ha avuto grandi difficoltà a ottenere i diritti, perché — come spiega la responsabile dell’ufficio stampa, dottoressa Alessandra Mieli — «non vi è stata concorrenza da parte dei grandi editori italiani».
Oggi l’allucinante vicenda di Armando Valladares durante gli oltre ventidue anni trascorsi nelle prigioni di Fidel Castro è nota anche all’opinione pubblica italiana grazie sia alla diffusione della sua opera (2) — che conta già una prima ristampa — che alla tournée organizzata da Alleanza Cattolica dall’8 all’11 maggio 1987, prosecuzione di un incontro con militanti dell’associazione tenuto il 7 aprile, a Milano, presso la chiesa di Santa Maria Segreta.
Meno noti sono i risvolti relativi al lancio pubblicitario delle sue memorie che, pur avendo avuto una buona eco sulla stampa, ha anche mostrato quanto sia ancora rilevante presso i mass media l’acquiescenza nei confronti dei miti rivoluzionari dominanti negli anni Settanta, fra cui non era certo secondario quello cubano. I settimanali Panorama e L’Espresso hanno declinato l’invito — avanzato dalla casa editrice — a intervistare lo scrittore, e nello stesso modo si sono comportati i redattori delle Speciale TG1 e de Il caso, la trasmissione televisiva curata da Enzo Biagi.
Se Panorama ha rifiutato di intervistare Armando Valladares, non ha però negato ospitalità alla campagna denigratoria promossa contro di lui dal «dipartimento propaganda del ministero degli Esteri cubano» (3). Questa campagna accusa Armando Valladares di aver fatto parte della polizia del dittatore Fulgencio Batista prima della rivoluzione di Fidel Castro e di aver finto, in prigione, di essere paraplegico: a tutte queste accuse lo scrittore ha risposto da tempo e abbondantemente, dimostrando come il documento che dovrebbe attestare la sua appartenenza alla polizia del regime precedente l’avvento di quello comunista sia stato «malamente falsificato» (4) e spiegando a lungo, nelle sue memorie, come il filmato del governo cubano — da lui stesso fatto mandare in onda e commentato alla televisione francese — si riferisca all’ultimo periodo della sua detenzione, quando venne sottoposto alle cure necessarie a restituirgli l’uso delle gambe per non doverlo scarcerare paralizzato (5). Inoltre, il profugo cubano ha già vinto il processo penale e il relativo appello intentati contro un giornale greco che si era fatto portatore delle stesse accuse. Ma la più volgare manifestazione di giornalismo ideologicamente orientato e irrispettoso delle sofferenze umane si è avuta martedì 14 aprile durante la trasmissione Mixer, andata in onda sul secondo canale della televisione italiana. Il giornalista Giovanni Minoli, intervistando Armando Valladares, ha tentato di farlo passare per un ignorante, forse perché, fra gli autori citati dallo scrittore come suoi punti di riferimento nella letteratura contemporanea, non vi erano quelli desiderati dall’intervistatore, che ha evidentemente dimenticato — o voluto far dimenticare — che Armando Valladares non ha trascorso ventidue anni in una sede universitaria ma in diverse carceri e campi di concentramento, senza beneficiare dell’accesso a libri come accadde, per esempio, a Vladimir Ilyic Lenin e ad Antonio Gramsci. Nonostante le provocazioni — fra cui il tentativo di disorientare l’opinione pubblica cattolica contrapponendo il comportamento di un fedele cubano a quello della gerarchia della Chiesa del suo paese e a quello della diplomazia vaticana — e nonostante l’utilizzazione delle poco credibili tesi avanzate dal domenicano Frei Betto, note anche in Italia (6), nel corso dell’intera trasmissione l’intervistato non ha mai perso la serenità anche quando ha dovuto far emergere e denunciare comportamenti pubblici scandalosi di esponenti ecclesiastici, senza con questo mettere in questione la propria condizione di fedele della Chiesa cattolica.
Milano
A Milano, la sera dell’8 maggio, presso il teatro del Pontificio Istituto Missioni Estere, Armando Valladares parla davanti a circa settecento persone, richiamate da migliaia di manifesti affissi in città e in provincia e da quindicimila volantini distribuiti nei giorni precedenti in varie zone del capoluogo lombardo. Presentato da Marco Invernizzi, lo scrittore cubano si sofferma particolarmente sulle caratteristiche contrarie ai diritti naturali dell’uomo proprie del regime comunista vigente nel suo paese, sulla persecuzione anticattolica e sulla crisi interna al regime stesso. Il pubblico applaude con particolare calore quando l’oratore evoca, in contrapposizione alla brutalità del mondo marxista-leninista, la società cristiana, definendola come «la civiltà più splendida che abbia conosciuto l’umanità». Accanto ad Armando Valladares siede la moglie Martha, che all’inizio dell’incontro riceve un omaggio floreale in segno di ammirazione per l’importante ruolo avuto nel promuovere la liberazione del marito e nel far conoscere la condizione del GULag caraibico. Alla fine della conferenza risponderà appunto con il marito alle numerose domande del pubblico, fra cui quelle di don Luigi Negri, di Comunione e Liberazione, di Fernando Cattaneo, del Centro Culturale Rosetum, e di altri esponenti di associazioni e di istituti cattolici, come l’Aiuto alla Chiesa che soffre, e di insegnanti e di studenti delle scuole del FAES. AI termine lo scrittore procede alla dedica autografa delle sue memorie e ringrazia dell’entusiastica accoglienza sia i presenti, sia quanti in qualche modo hanno voluto esprimergli la loro solidarietà, come l’on. Vincenzo La Russa, il consigliere regionale Serafino Generoso e il consigliere provinciale Flavio Nucci.
Nella mattinata del 9 maggio, prima di lasciare Milano, il poeta cubano incontra professori, studenti e genitori del liceo della scuola Argonne.
Genova
A Genova, nel pomeriggio dello stesso 9 maggio, l’esule cubano tiene una conferenza stampa a giornalisti de Il Secolo XIX, Il Lavoro, il Giornale e del Corriere Mercantile, che danno ampio risalto alla manifestazione che fa seguito a tale conferenza stampa, manifestazione organizzata da Alleanza Cattolica in collaborazione con Amicizia Cattolica e annunciata attraverso l’affissione di numerosi manifesti. Presentato da Angela Previale, di Amicizia Cattolica, e da Massimo Introvigne, di Alleanza Cattolica, lo ascolta con interesse un pubblico fra cui sono don Alberto Boldorini direttore della rivista Renovatio, e il consigliere comunale Gianni Plinio. In occasione della manifestazione, Radio Reporter intervista, sulla situazione cubana, Enrico Cimaschi, di Alleanza Cattolica.
Pisa
Nella serata dello stesso 9 maggio, Armando Valladares parla a Pisa, nella sala conferenze dell’Hotel Duomo, davanti a un pubblico di circa centocinquanta persone, preceduto da un intervento di Marco Tangheroni. All’incontro — caratterizzato dalla presenza di un pubblico prevalentemente costituito da giovani — prendono parte, fra altri, i professori Domenico Settembrini, Alessandro Martinenga, Paolo De Martis, Luca Bertini, il giornalista Piero Sinatti e il consigliere comunale Gino Logli.
Modena
Domenica 10 maggio, lo scrittore cubano parla nella sala Leonelli della Camera di Commercio di Modena, presentato da Luciano Benassi, che dà lettura di un messaggio di solidarietà con il popolo cubano oppresso inviato da S. E. mons. Santo Bartolomeo Quadri, arcivescovo della città e di Nonantola. Oltre al presule hanno inviato espressioni di adesione l’Azione Cattolica, Comunione e Liberazione, il Coordinamento per la Promozione e Difesa dei Valori Umani e Civili, il Movimento Popolare, la locale Comunità Cristiano-Maronita, il CISAL dell’Emilia-Romagna, l’on. Carlo Tassi, il consigliere regionale Maurizio Venuta, il consigliere provinciale Cesare Falzoni, il consigliere comunale di Carpi Ferdinando Ferretti, l’arciprete di Mirandola monsignor Luigi Benetti e il consigliere comunale Giorgio Marchini.
Torino
Il giorno successivo, lunedì 11 maggio, Armando Valladares e la moglie, insieme a Massimo Introvigne e al professor Dino Aquilano, presidente del Centro Culturale Pier Giorgio Frassati, sono ricevuti a Palazzo Civico da una delegazione del Consiglio Comunale, guidata dal sindaco facente funzioni Francesco Bruno. Al termine del cordiale colloquio, il Comune di Torino emette un comunicato stampa in cui si esprime solidarietà con quanti lottano per i diritti umani a Cuba.
In serata lo scrittore parla presso lo storico e prestigioso Teatro Carignano nella manifestazione Cuba: contro ogni speranza, organizzata da Alleanza Cattolica e dal Centro Culturale Pier Giorgio Frassati. L’oratore viene presentato dai docenti universitari Mauro Ronco, di Alleanza Cattolica, e Dino Aquilano. Circa cinquecento persone partecipano all’incontro, che ha ampia eco sulla stampa quotidiana e settimanale torinese. Nel corso della manifestazione, l’assessore Giampiero Leo consegna all’ospite, a nome del sindaco e del Comune, una targa ricordo con il sigillo della Città. Sono presenti, fra gli altri, don Primo Soldi, direttore della televisione diocesana, il professor Attilio Gaboardi, uno dei vicerettori dell’università, il prosindaco ingegner Giovanni Porcellana, l’on. Silvio Lega e numerosi consiglieri regionali e comunali, fra cui il professor Franco Pizzetti. Numerosi i telegrammi e i messaggi di adesione, fra cui quelli dell’on. Luigi Rossi di Montelera, del consigliere regionale Nino Carazzoni e dell’assessore comunale Gianfranco Guazzone. Il poeta cubano, oltre a rispondere a numerose domande del pubblico, viene intervistato dalla televisione diocesana Tele Subalpina e da Radio Radicale. Durante la manifestazione viene ricordata — presente la vedova signora Rosalba Guzman Airoldi — la figura di Giancarlo Airoldi, imprenditore torinese da poco tragicamente scomparso, che — insieme amico personale di Armando Valladares ed estimatore di Alleanza Cattolica — ha per primo fatto conoscere in Italia l’opera del poeta cubano e ha posto le basi per il felice esito della sua tournée nel nostro paese.
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Nel corso delle cinque manifestazioni viene presentato e diffuso il mensile di attualità centroamericana naciones, organo ufficiale del Comitato per i Diritti Umani in Centro America, e viene annunciata la costituzione anche in Italia del Comitato per i Diritti Umani a Cuba, che potrebbe assumere come programma le parole di Papa Giovanni Paolo II a proposito dei martiri per la fede nel secoloXX: «Gran parte di questi testimoni è ignota ai più: Dio solo conosce uno per uno questi eroi della fede. Preghiamo perché essi siano sostenuti spiritualmente nella prova e si affretti il momento della loro completa libertà» (7).
Note:
(1) ARMANDO VALLADARES, Contro ogni speranza. Dal fondo delle carceri di Castro, trad. it., SugarCo, Milano 1987.
(2) Cfr. IDEM, op. cit., recensione di Marco Invernizzi, in Cristianità, anno XV, n. 144-145, aprile-maggio 1987.
(3) Panorama, anno XXV, n. 1096, 19-4-1987, p. 89.
(4) A. VALLADARES, op. cit., p. 373, dove vengono elencati tutti gli errori commessi dalla polizia cubana nella falsificazione dei documenti dello scrittore, che dovrebbero provare la sua appartenenza alla polizia di Fulgencio Batista, tra cui, «per colmo di idiozia», quello di indicare le sue misure «secondo il sistema metrico decimale, laddove solo fino a dieci anni fa la statura dei cubani si misurava in piedi e pollici e il peso in libbre e non in chilogrammi».
( 5 ) Cfr. ibid. pp. 343 ss.
(6) Cfr. FIDEL CASTRO, La mia fede. Cristianesimo e rivoluzione, intervista a cura di Frei Betto, trad. it., Edizioni Paoline, Torino 1986, e l’analisi comparata tra questo testo e le memorie di Amando Valladares, in MASSIMO INTROVIGNE, Cuba, il GULag sconosciuto, in Cristianità, anno XIV, n. 132, aprile 1986.
(7) GIOVANNI PAOLO II, dopo la recita del Regina Coeli, a Viterbo, 27-5-1984, in Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. VII, 1, p. 1526.