Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
La catechesi di oggi è dedicata alla Quinta Parola: non uccidere. Il quinto comandamento: non uccidere. Siamo già nella seconda parte del Decalogo, quella che riguarda i rapporti con il prossimo; e questo comandamento, con la sua formulazione concisa e categorica, si erge come una muraglia a difesa del valore basilare nei rapporti umani. E qual è il valore basilare nei rapporti umani? Il valore della vita.[1] Per questo, non uccidere.
Si potrebbe dire che tutto il male operato nel mondo si riassume in questo: il disprezzo per la vita. La vita è aggredita dalle guerre, dalle organizzazioni che sfruttano l’uomo – leggiamo sui giornali o vediamo nei telegiornali tante cose –, dalle speculazioni sul creato e dalla cultura dello scarto, e da tutti i sistemi che sottomettono l’esistenza umana a calcoli di opportunità, mentre un numero scandaloso di persone vive in uno stato indegno dell’uomo. Questo è disprezzare la vita, cioè, in qualche modo, uccidere.
Un approccio contraddittorio consente anche la soppressione della vita umana nel grembo materno in nome della salvaguardia di altri diritti. Ma come può essere terapeutico, civile, o semplicemente umano un atto che sopprime la vita innocente e inerme nel suo sbocciare? Io vi domando: è giusto “fare fuori” una vita umana per risolvere un problema? E’ giusto affittare un sicario per risolvere un problema? Non si può, non è giusto “fare fuori” un essere umano, benché piccolo, per risolvere un problema. E’ come affittare un sicario per risolvere un problema.
Da dove viene tutto ciò? La violenza e il rifiuto della vita da dove nascono in fondo? Dalla paura. L’accoglienza dell’altro, infatti, è una sfida all’individualismo. Pensiamo, ad esempio, a quando si scopre che una vita nascente è portatrice di disabilità, anche grave. I genitori, in questi casi drammatici, hanno bisogno di vera vicinanza, di vera solidarietà, per affrontare la realtà superando le comprensibili paure. Invece spesso ricevono frettolosi consigli di interrompere la gravidanza, cioè è un modo di dire: “interrompere la gravidanza” significa “fare fuori uno”, direttamente.
Un bimbo malato è come ogni bisognoso della terra, come un anziano che necessita di assistenza, come tanti poveri che stentano a tirare avanti: colui, colei che si presenta come un problema, in realtà è un dono di Dio che può tirarmi fuori dall’egocentrismo e farmi crescere nell’amore. La vita vulnerabile ci indica la via di uscita, la via per salvarci da un’esistenza ripiegata su sé stessa e scoprire la gioia dell’amore. E qui vorrei fermarmi per ringraziare, ringraziare tanti volontari, ringraziare il forte volontariato italiano che è il più forte che io abbia conosciuto. Grazie.
E che cosa conduce l’uomo a rifiutare la vita? Sono gli idoli di questo mondo: il denaro – meglio togliere di mezzo questo, perché costerà –, il potere, il successo. Questi sono parametri errati per valutare la vita. L’unica misura autentica della vita qual è? E’ l’amore, l’amore con cui Dio la ama! L’amore con cui Dio ama la vita: questa è la misura. L’amore con cui Dio ama ogni vita umana.
Infatti, qual è il senso positivo della Parola «Non uccidere»? Che Dio è «amante della vita», come abbiamo ascoltato poco fa dalla Lettura biblica.
Il segreto della vita ci è svelato da come l’ha trattata il Figlio di Dio che si è fatto uomo fino ad assumere, sulla croce, il rifiuto, la debolezza, la povertà e il dolore (cfr Gv 13,1). In ogni bambino malato, in ogni anziano debole, in ogni migrante disperato, in ogni vita fragile e minacciata, Cristo ci sta cercando (cfr Mt 25,34-46), sta cercando il nostro cuore, per dischiuderci la gioia dell’amore.
Vale la pena di accogliere ogni vita perché ogni uomo vale il sangue di Cristo stesso (cfr 1 Pt 1,18-19). Non si può disprezzare ciò che Dio ha tanto amato!
Dobbiamo dire agli uomini e alle donne del mondo: non disprezzate la vita! La vita altrui, ma anche la propria, perché anche per essa vale il comando: «Non uccidere». A tanti giovani va detto: non disprezzare la tua esistenza! Smetti di rifiutare l’opera di Dio! Tu sei un’opera di Dio! Non sottovalutarti, non disprezzarti con le dipendenze che ti rovineranno e ti porteranno alla morte!
Nessuno misuri la vita secondo gli inganni di questo mondo, ma ognuno accolga sé stesso e gli altri in nome del Padre che ci ha creati. Lui è «amante della vita»: è bello questo, “Dio è amante della vita”. E noi tutti gli siamo così cari, che ha inviato il suo Figlio per noi. «Dio infatti – dice il Vangelo – ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16).
Saluti:
Je salue cordialement les pèlerins francophones, venus de France, de Suisse et de l’Île Maurice, en particulier les diocésains de Vannes et de Saint-Brieuc. Chers amis, ne méprisez jamais votre existence, vous êtes une œuvre de Dieu ! Témoignez autour de vous de la valeur infinie de toute vie humaine ! Que Dieu vous bénisse !
[Saluto cordialmente i pellegrini francofoni di Francia, Svizzera e Mauritius, in particolare le diocesi di Vannes e di Saint-Brieuc. Cari amici, non disprezzate mai la vostra esistenza, siete un’opera di Dio! Ovunque vi troviate testimoniate il valore infinito della la vita umana in ogni sua espressione! Dio vi benedica!]
I greet all the English-speaking pilgrims taking part in today’s Audience, particularly the groups from England, Scotland, Ireland, Australia, Japan, Malaysia, the Philippines, Sri Lanka, Canada, Curaçao and the United States of America. Upon all of you, and your families, I invoke the joy and peace of Our Lord Jesus Christ. God bless you all!
[Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente i gruppi provenienti da Inghilterra, Scozia, Irlanda, Australia, Giappone, Malesia, Filippine, Sri Lanka, Canada, Curaçao e Stati Uniti d’America. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore nostro Gesù Cristo. Dio vi benedica!]
Von Herzen grüße ich die Pilger deutscher Sprache, insbesondere die zahlreichen Jugendlichen, die Schulgruppen des Gauß-Gymnasiums Gelsenkirchen, des Collegium Gaesdonck und der Liebfrauenschule Ratingen sowie die Teilnehmer an der Informationswoche der Päpstlichen Schweizer Garde. Der Herr segne euch und begleite euch auf eurem Weg.
[Con affetto saluto i pellegrini di lingua tedesca, in particolare i numerosi giovani, le scolaresche del Gauß-Gymnasium Gelsenkirchen, del Collegium Gaesdonck e della Liebfrauenschule Ratingen, e i partecipanti alla settimana d’informazione della Guardia Svizzera Pontificia. Il Signore vi benedica e vi accompagni sul vostro camino.]
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en modo particular a los grupos provenientes de España y América Latina. Los animo a que siguiendo el ejemplo de Jesús, que vino a dar su vida por nosotros, sepamos acoger y proteger la propia vida y la de los demás en el nombre de Dios Padre. Muchas gracias.
Amados peregrinos de língua portuguesa, dirijo uma cordial saudação a todos, particularmente aos fiéis da paróquia Nossa Senhora da Paz, do Rio de Janeiro. Este mês de Outubro encoraja-nos a perseverar na reza diária do terço, possivelmente em família, para que se reflita também na Igreja doméstica o modelo de Maria. O segredo da sua serenidade e confiança estava nesta certeza: «A Deus, nada é impossível». Desça, pois, sobre vós e vossas famílias a Bênção do Senhor.
[Cari pellegrini di lingua portoghese, rivolgo un cordiale saluto a tutti, in particolare ai fedeli della parrocchia Nossa Senhora da Paz, di Rio de Janeiro. Questo mese di ottobre ci incoraggia a perseverare nella recita quotidiana del Rosario, possibilmente in famiglia, affinché si rifletta anche nella Chiesa domestica il modello di Maria. Il segreto della sua serenità e fiducia si trovava in questa certezza: «Nulla è impossibile a Dio». Scenda dunque su di voi e sulle vostre famiglie la Benedizione del Signore.]
أرحب بمودة بالحاضرين الناطقين باللغة العربية، وخاصة بالقادمين من مصر ومن لبنان ومن الشرق الأوسط. لا تقتل هي وصية إلهية تؤكد قدسية الحياة الإنسانية كهبة من الله، لا يحق لأحد، تحت أي ظرف من الظروف، أن يعتدي عليها، أو يتلاعب بها أو يحتقرها. فالقتل هو خطيئة ضد الله، سيد الحياة، ضد أنفسنا وضد القريب. ليبارككم الرب جميعا ويحرسكم من الشرير!
[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua araba, in particolare quelli provenienti dall’Egitto, dal Libano e dal Medio Oriente. Non uccidere è un comandamento divino che conferma la sacralità della vita umana, come dono di Dio, che nessuno, in nessuna circostanza, ha il diritto di togliere o manipolare o disprezzare. Uccidere è un peccato contro Dio, che è il Signore della vita, contro noi stessi e contro il prossimo. Il Signore vi benedica e vi protegga dal maligno!]
Witam polskich pielgrzymów. Zanim przyjechałem na plac, miałem możność pozdrowić uczestników pielgrzymki Archidiecezji Krakowskiej, którzy przybyli do Rzymu z okazji 40-lecia wyniesienia Jana Pawła II na Stolicę Piotrową. Teraz chcę pozdrowić wszystkich Was, tu obecnych i waszych rodaków. Razem z wami dziękuję Chrystusowi, Panu czasów, że zechciał powołać z waszej ziemi tego wielkiego Papieża i powierzył mu zadanie wprowadzenia Kościoła w nowe tysiąclecie. Jego nauczanie, przykład świętości i wstawiennictwo niech nas prowadzi i strzeże w codziennej, czasem trudnej wędrówce po drogach Pana! Z serca wam błogosławię!
[Do il benvenuto ai pellegrini polacchi. Già prima di venire in piazza, ho avuto modo di salutare i partecipanti al pellegrinaggio dell’Arcidiocesi di Cracovia, giunti a Roma in occasione del 40° anniversario dell’elezione alla Sede di Pietro di Giovanni Paolo II. Ora voglio salutare tutti voi qui presenti, e i vostri connazionali. Insieme a voi, ringrazio Cristo, Signore dei tempi, che ha voluto chiamare dalla vostra terra questo grande Papa, e affidargli il compito di introdurre la Chiesa nel nuovo millennio. Il suo insegnamento, il suo esempio di santità e la sua intercessione, guidino e proteggano il nostro cammino quotidiano, a volte difficile, sulle strade del Signore! Vi benedico di cuore!]
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Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana.
Sono lieto di accogliere i Frati Minori Conventuali; le Figlie di Maria Ausiliatrice e le Suore Francescane dell’Immacolata Concezione.
Saluto le scolaresche; le parrocchie, in particolare quella di Minori, insieme ad una delegazione di Patti, con l’Arcivescovo Orazio Soricelli; e quella di Ostra Vetere; il Consorzio nazionale degli Olivicoltori; la delegazione del Comune di Cervia; la Camera di Commercio di Viterbo; il Coordinamento Sensibilità Chimica Multipla; l’Associazione AVIS di Catanzaro e la Croce Rossa Italiana di Bellegra.
Un pensiero particolare rivolgo ai giovani, agli anziani, agli ammalati e agli sposi novelli.
Il mese di ottobre è dedicato alle missioni e alla preghiera del Santo Rosario. Carissimi, pregando il Rosario, invocate l’intercessione della Beata Vergine Maria su ogni vostra necessità e sulla Chiesa, affinché possa essere sempre più santa e missionaria, unita nel percorrere le strade del mondo e concorde nel portare Cristo ad ogni uomo.
[1] Cfr Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, 5: AAS 80 (1988), 76-77: «La vita umana è sacra perché, fin dal suo inizio, comporta l’azione creatrice di Dio e rimane per sempre in una relazione speciale con il Creatore, suo unico fine. Solo Dio è il Signore della vita dal suo inizio alla sua fine: nessuno, in nessuna circostanza, può rivendicare a sé il diritto di distruggere direttamente un essere umano innocente».