Giovanni Cantoni, Cristianità n. 75-76 (1981)
Recenti avvenimenti hanno portato alla ribalta della cronaca – e quindi all’attenzione dell’uomo della strada – la esistenza e l’azione della massoneria. L’accaduto conferma la bontà della scuola di pensiero cattolica contro-rivoluzionaria, che attribuisce un ruolo importante, nell’opera di distruzione della civiltà cristiana, alle «forze segrete della Rivoluzione», delle quali la massoneria si può considerare come la setta madre. Fallita la strategia di «compromesso storico» con le elezioni del giugno 1979, la Rivoluzione ha operato un «passo indietro» che ha portato al rilancio di partiti e uomini laicisti, culminato con il successo elettorale del partito di Craxi e con la formazione del governo Spadolini. La Rivoluzione prova così a demoralizzare definitivamente la base non social-comunista, attraverso la denuncia della immoralità di parte della sua classe dirigente, coinvolta nello scandalo relativo alla loggia P 2.
Con l’aiuto del “fantasma” massonico
Un «Aventino di massa» per instaurare il regime socialista
Lo spettacolo al quale l’uomo della strada ha assistito in questi ultimi mesi è, per dire il meno, inconsueto e sconcertante: tale, forse, da suggerire una rimeditazione di tanti argomenti e da spingere qualcuno a «rivisitare» – come oggi si dice – tanti episodi della storia sia prossima che meno recente.
Sulle prime pagine di tutti gli organi di informazione, nazionali e spesso anche esteri, ha avuto spazio materia cronachistica relazionata con la massoneria. E, da un’ora all’altra o quasi, è iniziato un gran discutere di logge e di riti, di gran maestranze e di iniziazioni, immediatamente trascorso in società segrete e poteri occulti, locali e universali.
Devo confessare che, da un punto di vista quasi «carnale», la cosa non ha mancato di farmi un certo piacere, non come singolo, ma come seguace di una scuola di pensiero politico-sociale – e, quindi, storico e filosofico e teologico -, quella cattolica contro-rivoluzionaria, che annovera tra le sue categorie la presenza e l’opera nel tempo di «forze segrete della Rivoluzione» (1), tese alla realizzazione di uno stato di cose diametralmente opposto alla civiltà cristiana. È ben noto come, consuetamente, questa scuola sia esposta al dileggio dei «sapienti», che non perdono occasione per accusarla di praticare, quando domina la «caccia alle streghe», quando non domina quella meno dannosa «ai fantasmi».
Ed ecco, improvvisamente e senza l’intervento di noti «cacciatori», i «fantasmi» prendere corpo, attirare l’attenzione dei mass media ed essere denunciati come potenti e pericolosi cospiratori contro lo Stato. Ecco, ancora, da qualche uomo politico noto per la sua aderenza al terreno piuttosto che per i suoi voli pindarici, venire denunciato un «complotto massonico». O la nostra vita politica ha improvvisamente incominciato a ispirarsi alle novelle di Poe, o questi «fantasmi» non sono tali! Dal punto di vista «carnale», come dicevo, si tratta di una bella soddisfazione per tutti i «cacciatori di fantasmi».
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Ma, qualsiasi cosa ne dicano i «sapienti», i «cacciatori di fantasmi» sono una genia meno esotica e meno fantasticante di quanto detti «sapienti» vogliano far credere, e soprattutto, assolutamente non paghi delle soddisfazioni «carnali» prodotte da un generico «avevamo ragione noi»; né, tanto meno, cacciatori di questo tipo di soddisfazioni, anche se non le disprezzano e ne sono grati a Dio.
Perciò, dopo la soddisfazione epidermica, non ho potuto non cominciare a meditare su quanto è accaduto e sta ancora accadendo, e la soddisfazione è stata rapidamente superata da altri sentimenti.
Il quadro, infatti, si è rivelato tutt’altro che limpido. La Rivoluzione – che nella sua veste comunista ha tentato di imporre forzatamente il suo insediamento al governo con la tornata elettorale anticipata del giugno 1979 e con ogni seguente «colpo di coda» – ha chiaramente rivelato di voler fare – cioè di dover fare – un «passo indietro», con il lancio di una ondata eurosocialista.
Fallito, con ogni evidenza e in modo forse irreversibile, il suo tentativo di organizzare il consenso alla propria immagine «socialista reale» – fallimento a cui non sono certamente estranei i comportamenti del «socialismo reale» insediato -, si sta da qualche tempo muovendo lungo due direttrici principali, estratte e rivitalizzate dal suo armamentario sovversivo, ricco di ogni espediente.
La prima di queste direttrici consiste nel puntare sempre di più sul suo volto socialista – restaurato con tinte «nazionali» ed «europee» – piuttosto che su quello comunista, aiutandone con ogni mezzo – anche, eventualmente, con dolorosi sacrifici elettorali – lo sviluppo da promuovere e da enfatizzare.
La seconda linea operativa consiste nel «criminalizzare» sempre più precisamente e pesantemente i propri «compagni di strada» costituenti la classe dirigente di transizione dal mondo «borghese» a quello socialcomunista. In questa prospettiva, visto che non riesce a conquistare un consenso sufficiente alla propria ufficiale intronizzazione, opera affinché almeno possa procedere a un ulteriore spostamento verso sinistra del quadro politico e si accentui il distacco tra la base non socialcomunista e il vertice «proditorio» di questa base, rivelatosi ormai inutile alla bisogna. In questa prospettiva, ancora, se un ulteriore spostamento verso sinistra con la Democrazia Cristiana non si presenta come realizzabile in quanto, più questo partito si sposta verso sinistra, meno la sua base lo segue, tanto vale demoralizzare definitivamente questa base attraverso la denuncia della immoralità radicale del suo apparato e della sua classe dirigente storica.
Ecco, a questo punto, rivelarsi particolarmente utile una operazione svolta da mano massonica attraverso una loggia detta P2, una sigla che pare vada letta come Propaganda 2, ma che mi sembra più aderente al vero interpretare come Provocazione 2!
In tale loggia «coperta» si vanno raccogliendo – con varie seduzioni – uomini diversamente importanti e significativi, che un giorno, legati a una confusa operazione finanziaria, vengono «scoperti» ed esposti al pubblico ludibrio. E il risultato non tarda a farsi attendere, con almeno due aspetti rilevanti. Il primo si esprime attraverso l’incremento congruo del fenomeno dell’assenteismo elettorale, che permette l’aumento del potere politico delle sinistre senza un reale corrispondente aumento della loro consistenza sociale: e di questo fenomeno è esempio traente il risultato delle consultazioni elettorali francesi. Il secondo aspetto si rivela nell’incarico per la formazione del governo affidato a un «laico», che riesce e prepara la transizione verso il regime socialista e presidenzialista.
Così, mentre la società si ritira sull’Aventino non andando a votare e ritirando il proprio consenso all’apparato democristiano – da tempo in sospetto di «immoralità», ma ora scoperto in flagrante attraverso la massonica loggia P2 -, il mondo politico è invaso dai «laici» – cioè da massoni «in ispirito» se non di fatto – e la meta socialista si ripresenta con un roseo maquillage alla francese!
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Non credo di poter meglio concludere queste osservazioni da «cacciatore di fantasmi» confesso, che citando un brano assolutamente non enigmatico del principale documento pontificio sulla massoneria. In esso Leone XIII sentenzia, anche per oggi: […] tolto il timore di Dio e il rispetto delle divine leggi, disprezzata l’autorità dei principi, permessa e legittimata la libidine delle sommosse, sciolto ogni freno alle passioni popolari, senza nessun ostacolo salvo quello delle pene, necessariamente ne seguono una rivoluzione e una sovversione universali. E questo sovversivo rivolgimento è lo scopo deliberato e l’aperta professione delle numerose associazioni di comunisti e di socialisti: e la setta dei massoni non ha ragione dì dirsi estranea ai loro intendimenti, essa che tanto ne favorisce i disegni e ha in comune con loro i capitali princìpi» (2).
Giovanni Cantoni
Note:
(1) Cfr. PLINIO CORRÊA DE OLIVEIRA, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, 3ª ed. it. accresciuta, Cristianità, Piacenza 1977, pp. 90-91.
(2) LEONE XIII, Enciclica Humanum genus, del 20-4-1884, in Atti di Leone XIII, Tipografia dell’Immacolata, Mondovì 1902-1903, p. 171, con qualche ritocco stilistico.