di Giovanni Cantoni
Si dice: sono finite le ideologie. Non piango certamente la fine delle ideologie, ma si tratta di una fine ambigua: infatti, dopo oltre due secoli di dominio più o meno incontrastato, con ogni evidenza quei complessi interpretativi del reale naturale e storico detti ideologie – caratterizzati dallassunzione della parte per il tutto, orientati più allutopia che alla realtà, funzionali piuttosto al potere che alla verità – hanno perduto presa su gruppi sociali rilevanti; hanno però mantenuto la loro presa sui singoli, nei quali contendono ancora con le idee, che, in quanto concetti con un valore totalmente oggettivo circa il contenuto e parzialmente soggettivo quanto alla forma, non sono finite e non possono finire. Si dice pure: si legge sempre meno. Lamento la riduzione nella pratica della lettura, non certo per quanto rivela di attenzione alla vita di relazione e alloralità, ma perché tale riduzione è allorigine di un deficit di tradizione e di riflessione, di una carenza di trasmissione e di valutazione, cioè di un giudizio scarsamente meditato, soprattutto, anche se non esclusivamente, nelle nuove generazioni. Si dice anche: trionfa il pensiero debole. A questo proposito non mi limito più a piangere e a lamentare, ma grido. Grido perché la formula “pensiero debole” è per certo felice e tanto pericolosa quanto avvelenata. Infatti, sembra descrivere un soggetto indifeso, una vittima dellaltrui prevaricazione – nel caso, del “pensiero forte” -, ma così non è dal momento che pensiero debole è quello “[…] che afferma limpossibilità di enunciare verità assolute, proponendo viceversa uninterpretazione consapevolmente parziale e provvisoria della realtà, soggetta a continua revisione critica”, come suggerisce il Gabrielli; e il Devoto-Oli descrive il pensiero debole come “conscio dei propri limiti, una volta constatato il crollo delle certezze metafisiche e proclamata vana la ricerca della verità”. Dunque, sembra il trionfo dellumiltà, del senso del limite, ma – ripeto – il veleno è abbondante. Infatti, non nego certamente che la presunzione di verità produca totalitarismi culturali – e politici – evidenti; ma, altrettanto certamente, la falsa umiltà metafisica genera relativismo etico, quindi totalitarismo subdolo, perché – per esempio in politica – abbandona le scelte fondamentali della vita sociale a un criterio quantitativo, quello maggioritario, e fa coincidere il campo di quanto socialmente accettato con larea di quanto è negoziabile. Contro, che fare? Contro, proporre il pensiero forte, “[…] che – secondo il Gabrielli – ammette certezze assolute, da cui discende la possibilità di indagare e conoscere la realtà”; un pensiero – al dire del Devoto-Oli – “fondato su metafisiche certezze, convinto che la verità esiste e che la si può conquistare”. Da queste premesse – fra altre – nasce uniniziativa, un Dizionario del Pensiero Forte, cioè una serie di schede che compariranno con cadenza settimanale a partire da oggi [16 febbraio 1996], in cui princìpi e idee, movimenti e istituzioni, uomini e fatti vengono proposti e descritti ad usum delphini. “A uso di chi?”. Sì, avete letto bene: a uso del «futuro sovrano», nel caso, del «cittadino sovrano», affinché la sua sovranità non solo sia sempre meno futura, ma divenga sempre più consapevole, quindi si traduca in giudizi e in fatti – di cui le schede si vogliono semplicemente strumenti e non preconfezione – e non si limiti a essere unastratta quando non derisoria attribuzione costituzionale. Dunque, in altra formulazione, si tratta di uniniziativa intesa a promuovere una “cultura per la politica”, attraverso la strumentazione costituita da un dizionario enciclopedico che fa riferimento al «senso comune», linsieme organico delle certezze di fatto e di principio che sono comuni a ogni uomo, fra le quali la legge naturale, e costituiscono la base del pensiero forte, veramente umile perché realistico, premessa razionale allatto di fede, quindi integrato esplicitamente, quando del caso, dal Magistero della Chiesa cattolica. Liniziativa è a carico dellIDIS, lIstituto per la Dottrina e lInformazione Sociale, che – nato da militanti di Alleanza Cattolica – si propone appunto di assistere quanti sono impegnati politicamente, quindi ogni cittadino, fornendo loro elementi formativi e informativi utili allespletamento dellimpegno politico di ciascuno attraverso la collaborazione di esperti, a ciò qualificati ufficialmente oppure di fatto, italiani e stranieri, della cui serietà lIstituto stesso si rende responsabile. Non resta che dare atto alla direzione del Secolo dItalia della comprensione delliniziativa e per liniziativa, e della disponibilità e della collaborazione alla sua realizzazione. Nella speranza che pure chi non avesse ad apprezzare lesito – “come si fa ad accontentare tutti?” – vorrà almeno valutare con altrettanta comprensione e con benevolenza lintenzione di servizio e lo sforzo. Ricordando l”ultimo grido” del pensiero debole: tacciare di populismo l”attenzione allaltro”, la «solidarietà» e la “carità” in politica.
Per approfondire: ogni voce del Dizionario del Pensiero Forte comporterà lindicazione di qualche lettura di approfondimento, con assoluta precedenza a opere in lingua italiana, possibilmente fornite a loro volta di bibliografia; non verranno metodicamente segnalate le voci di enciclopedie, se non per il loro valore come studi; opere in lingue straniere verranno indicate solo quando siano completamente assenti testi in italiano, in questo caso avendo attenzione esclusivamente alla loro utilità, non alla loro reperibilità.