Da Il Foglio del 07/02/2024
Wright è un’attivista filopalestinese che giustifica Hamas e ha ottenuto un visto – cosa non semplicissima per una cittadina americana nel momento in cui gli Stati Uniti e le milizie amiche dei pasdaran si scambiano missili in Iraq e in Siria – per un viaggio di piacere in Iran. La gita della pornoattrice assomiglia al tipico viaggio promozionale delle influencer ma, in questo caso, invece di pubblicizzare un resort o un centro massaggi, Wright celebra un sistema valoriale: quello non occidentale. Si fa fotografare di fianco alla ex ambasciata degli Stati Uniti a Teheran, che è diventata un monumento alla resistenza islamica contro l’occidente, oppure accanto a una bandiera americana messa in terra per oltraggiarla, e pubblica tutto sulle sue pagine social. Sotto ai suoi post, oltre a molti cuoricini e bandierine, sono comparsi centinaia di commenti così: “Cosa ne pensano della tua professione i tuoi nuovi idoli?”, “Stai attenta che ti arrestano!” e “Vergognati”. Le autorità iraniane hanno negato che Wright abbia beneficiato di favori speciali per ottenere il suo visto e hanno detto: “Non eravamo al corrente della sua professione oscena”. Il tour ha indignato sia molti americani, sia l’attivista iraniana scappata a Brooklyn e che è sopravvissuta al tentativo dei pasdaran di assassinarla, Masih Alinejad, sia, soprattutto, le manifestanti iraniane che vivono nella Repubblica islamica. Quelle che per aver bruciato il velo in piazza ed essersi svestite molto meno di Whitney Wright rischiano il carcere, la sospensione della patente, le multe da migliaia di dollari, la chiusura del conto corrente, il sequestro dell’automobile e le botte.