
Impedire la divisione e il suicidio dell’Occidente, ecco la missione. Il commento di Meloni allo scontro Zelensky/Trump
di Marco Invernizzi
Mai come oggi il mondo ha avuto bisogno dell’unità dell’Occidente. E mai come oggi questa unità rischia di essere rotta da una divisione che potrebbe avere conseguenze durature. Questo è il possibile triste risultato di quanto avvenuto alla Casa Bianca nello scontro diplomatico fra i presidenti di Ucraina e Stati Uniti. E la reazione peggiore sarebbe schierarsi, dividersi e rompere l’unità dell’Occidente.
Ha detto bene, a questo proposito, Giorgia Meloni. Vale la pena di leggere integralmente la dichiarazione del Presidente del consiglio:
«Ogni divisione dell’Occidente ci rende tutti più deboli e favorisce chi vorrebbe vedere il declino della nostra civiltà. Non del suo potere o della sua influenza, ma dei principi che l’hanno fondata, primo fra tutti la libertà. Una divisione non converrebbe a nessuno.
È necessario un immediato vertice tra Stati Uniti, Stati europei e alleati per parlare in modo franco di come intendiamo affrontare le grandi sfide di oggi, a partire dall’Ucraina, che insieme abbiamo difeso in questi anni, e di quelle che saremo chiamati ad affrontare in futuro. È la proposta che l’Italia intende fare ai suoi partner nelle prossime ore».
Solo chi ama la propria identità culturale e civile non cadrà nella trappola della divisione, solo chi sarà così saggio da non seguire la dialettizzazione tipica delle ideologie, che non cercano la verità e la pace ma il trionfo della propria opinione, potrà perseguire il bene comune.
Perciò ancora una volta è necessario ricordare che cos’è l’Occidente, perché non si può amare ciò che non si conosce.
L’Occidente non è il mondo, né vuole conquistarlo. Esso si riassume nei nomi di tre città: Atene, Roma e Gerusalemme. Esso si nutre della filosofia greca, del diritto romano e del cristianesimo. A fondamento della propria civiltà c’è la centralità della persona, di ogni persona, e della libertà dei singoli e dei popoli, in particolare della libertà religiosa.
L’Occidente è la Magna Europa, come ha insegnato Giovanni Cantoni, cioè l’Europa propriamente detta più l’Europa “di fuori”, vale a dire le Americhe, l’Australia e l’Oceania.
Chi vuole dividere l’Europa dall’America desidera soltanto indebolire entrambe, qualunque sia la sua intenzione.
Bisogna essere attenti a non confondere l’Europa, e nemmeno gli USA, con le rispettive classi politiche. Molti degli uomini politici al governo dell’Europa in questo momento storico rappresentano il contrario dell’identità europea, come per esempio Macron in Francia, che ha introdotto l’aborto come diritto costituzionale.
Bisogna però altresì essere attenti a non buttare via il bambino (l’Occidente) con l’acqua sporca (la burocrazia di Bruxelles). Non è a causa delle classi politiche al governo che amiamo o non amiamo l’Europa. E nonostante loro speriamo che l’Europa possa rinascere nella fedeltà alle proprie radici. Allo stesso modo pensiamo che l’America non possa fare a meno dell’Europa, confondendola con la burocrazia dell’Unione Europea. Non è ritornando a un neonazionalismo che dividerebbe gli europei e li allontanerebbe dagli americani che si curano i guasti delle classi politiche. Ricordiamoci anche che il mondo occidentale non è ammalato soltanto nelle sue classi dirigenti, ma anche nel profondo della società. Anche noi siamo afflitti dall’odio di sé che corrode l’Occidente, come disse a Subiaco nel 2005 l’allora cardinale Ratzinger.
Fra i nostri mali c’è anche il demone della divisione. L’unità è un dono di Dio, spesso superiore alle nostre forze. Va richiesta continuamente, per la Chiesa e per l’Occidente, ma anche per le famiglie che sono la base della civiltà.
Chiediamo questo dono. In questi giorni di preghiera per la salute di Papa Francesco, preghiamo per l’unità dell’Occidente un altro Papa, san Giovanni Paolo II, che ha scritto e fatto tanto per l’Europa soprattutto quando quest’ultima, dopo il 1989, poté finalmente respirare con i due polmoni, quello orientale e quello occidentale.
Lunedì, 3 marzo 2025