Il cardinale Kasper avverte: il cammino sinodale tedesco rischia di «rompersi il collo»
L’importante monito del porporato tedesco, riportato su National Catholic Register del 24 giugno scorso, ai confratelli impegnati nel Sinodo nazionale: non esiste riforma autentica al di fuori dell’obbedienza alla Chiesa
di Stefano Nitoglia
Walter Kasper è un cardinale della Chiesa cattolica di 89 anni, già Presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Teologo rinomato (fu allievo di Karl Rahner), amico e collega universitario in Germania di Joseph Ratzinger (pur non condividendo alcune posizioni del futuro Papa emerito) ha recentemente rilasciato una dichiarazione sul pericolo che la Chiesa tedesca prenda una strada che la porterà in conflitto con il Papato, suscitando notevole clamore.
Il documento sinodale intitolato Il celibato dei sacerdoti–Rafforzamento e apertura, approvato in prima versione a Francoforte nel febbraio scorso con un’ampia maggioranza dell’86%, si è pronunciato a favore dell’abolizione del celibato dei preti e dell’ammissione delle donne al sacerdozio e della possibilità, per i sacerdoti già ordinati, di sposarsi, continuando ad esercitare il sacro ministero. Il testo sarà sottoposto a una seconda votazione nell’autunno prossimo.
L’ipotesi di una revisione della disciplina ecclesiastica del celibato obbligatorio era stata prospettata nuovamente nei giorni precedenti l’approvazione del documento da due importanti cardinali. Reinhard Marx, di Monaco di Baviera, ex-presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, ha sottolineato che «alcuni preti starebbero meglio se fossero sposati. Non solo per motivi sessuali, ma perché sarebbe meglio per le loro vite e non sarebbero soli. Abbiamo bisogno di queste discussioni». E, dunque, «sarebbe meglio per tutti creare la possibilità per sacerdoti celibi e sacerdoti sposati». Il cardinale Hollerich, del Lussemburgo, ha dichiarato al quotidiano francese La Croix: «Domandiamoci con franchezza se un sacerdote debba essere necessariamente celibe. Ho un’opinione molto alta del celibato, ma è essenziale? Ho sposato diaconi nella mia diocesi che esercitano il loro diaconato in modo meraviglioso, fanno omelie con cui toccano le persone molto più fortemente di noi che siamo celibi. Perché non avere anche sacerdoti sposati? E anche se un prete non può più vivere questa solitudine, dobbiamo poterlo capire, non condannare».
Il documento del cammino sinodale tedesco ha suscitato preoccupazione in diversi ambienti della Chiesa universale. Ve ne è traccia nel comunicato della Conferenza Episcopale Polacca, diffuso al termine dell’udienza del 29 marzo scorso con Papa Francesco, nel quale si legge che il Papa ha preso le distanze dalle riforme progressiste del sinodo dell’episcopato tedesco, riforme che preoccupano notevolmente i vescovi polacchi e la Chiesa in generale a causa del rischio di scisma.
Secondo il comunicato, mons. Stanisław Gadecki, arcivescovo metropolita di Poznań e presidente della Conferenza Episcopale Polacca, ha espresso al Papa le sue preoccupazioni fraterne per il “Cammino sinodale” tedesco. «Il Santo Padre», si legge nel comunicato, «è stato anche informato sulle difficoltà causate alla Chiesa universale dalle questioni sollevate – nelle parole del Papa – dalla cosiddetta “via sinodale” tedesca. Francesco ha preso le distanze da questa iniziativa».
All’inizio di marzo, anche i vescovi cattolici della Scandinavia hanno espresso preoccupazione per il percorso del cammino sinodale tedesco. «Nella legittima ricerca di risposte alle domande del nostro tempo», si legge nella lettera indirizzata ai vescovi tedeschi da parte della Conferenza Episcopale dei Paesi nordici (che riunisce i vescovi cattolici di Svezia, Danimarca, Norvegia, Finlandia e Islanda), «dobbiamo tuttavia rispettare i confini posti da temi che rappresentano aspetti immutabili dell’insegnamento della Chiesa».
In aprile, più di cento cardinali e vescovi di tutto il mondo hanno pubblicato una «lettera aperta fraterna» ai vescovi tedeschi, avvertendo che i cambiamenti radicali all’insegnamento della Chiesa auspicati dal processo in corso potrebbero portare allo scisma.
Il cammino sinodale ha subito critiche anche tra i cattolici tedeschi, alcuni dei quali si sono riuniti nell’associazione Nuovo inizio (Neuer anfang), esprimendo il fondato timore che gli sforzi per allineare l’insegnamento della Chiesa ai miti dell’opinione pubblica possano provocare uno scisma con Roma.
A queste critiche si è aggiunto ora il cardinale Kasper che, come detto, ha avvertito che il «Cammino sinodale» tedesco rischia di «rompersi l’osso del collo», se non tiene conto delle obiezioni sollevate da un numero crescente di vescovi di tutto il mondo.
Il cardinale Walter Kasper ha anche affermato che gli organizzatori stanno usando un «comodo trucchetto», che di fatto costituisce un vero e proprio «colpo di stato», che potrebbe portare a dimissioni collettive, come riportato dall’agenzia di stampa CNADeutsch, partner per le notizie in lingua tedesca della agenzia americana CNA Catholic News Agency.
Il cardinale tedesco è intervenuto precisamente il 19 giugno scorso a una giornata di studio online dal titolo: «Nuovo inizio», proprio come il suddetto movimento di riforma che critica il cammino sinodale. Le parole precise del porporato sono che la Chiesa non può considerarsi al pari di una sostanza che può «plasmarsi e rimodellarsi a seconda della situazione». Tali preoccupazioni «saranno ripetute e riaffermate e, se non le ascoltiamo, spezzeranno il collo del cammino sinodale», ha avvertito il cardinale Kasper nel suo discorso.
«Il peccato originale del Cammino Sinodale» – ha proseguito il prelato – è stato non essersi basato sulla lettera del Papa alla Chiesa in Germania (29 giugno 2019), con la sua «proposta di essere guidati dal Vangelo e dalla missione fondamentale dell’evangelizzazione». Invece, il processo tedesco, iniziato dal cardinale Reinhard Marx, «ha preso la sua strada con criteri in parte diversi».
La Chiesa non potrà mai essere governata sinodalmente, ha sottolineato il cardinale Kasper: «I sinodi non possono essere istituzionalmente permanenti». Al contrario, ha affermato, un sinodo costituisce «un’interruzione straordinaria» del procedimento ordinario. Non si può «reinventare la Chiesa», ma piuttosto si deve contribuire a rinnovarla nello Spirito Santo: «Il rinnovamento non è innovazione. Non significa provare qualcosa di nuovo e inventare una nuova Chiesa». Invece, ha proseguito il cardinale Kasper, la vera riforma consiste nel «lasciare che lo Spirito di Dio ci renda nuovi e ci dia un cuore nuovo». Analogamente, ha detto, il termine “riforma” si applica per riportare la Chiesa “in forma”, «cioè nella forma che Gesù Cristo ha voluto e che ha dato alla Chiesa. Gesù Cristo è il fondamento; nessuno ne può porre un altro (1Cor 3,10). Egli è allo stesso tempo la pietra angolare che tiene insieme tutto (Ef 2,20). Egli è la norma, l’Alfa e l’Omega di ogni rinnovamento».
Venerdì, primo luglio 2022