Che significa avere l’Ue “a fianco”
Dicono i tg che a Malta l’Ue si è posta “a fianco dell’Italia” per l’intesa raggiunta con la Libia il 2 febbraio: per questo ha messo a disposizione 200 milioni di euro. Se scorriamo le clausole del memorandum sottoscritto da Gentiloni e da Faye Mustafa al-Serraj – http://www.governo.it/sites/governoNEW.it/files/Libia.pdf – quelle risorse dovrebbero finanziare il “supporto tecnico e tecnologico agli organismi libici incaricati della lotta contro l’immigrazione clandestina (…) rappresentati dalla guardia di frontiera e dalla guardia costiera”; e in più i “programmi di crescita nelle regioni colpite dal fenomeno dell’immigrazione illegale, in settori (…) quali le energie rinnovabili, le infrastrutture, la sanità, i trasporti, lo sviluppo delle risorse umane, l’insegnamento, la formazione del personale e la ricerca scientifica”. In altri termini, dovrebbero risolvere i problemi del Nord-Africa. E’ la stessa Ue che nel marzo 2016 ha concluso un accordo con la Turchia, in virtù del quale Ankara è ancora adesso “Stato sicuro”, e riceve dalla Ue 6 miliardi di euro per impedire che qualcuno dei 2,7 milioni di profughi presenti in Turchia transiti in Europa. Roma potrà avere qualche spicciolo in più da Bruxelles quando: arresterà e manterrà in carcere centinaia di giudici, di giornalisti, e migliaia di poliziotti e docenti; farà passare senza ostacoli dal proprio territorio terroristi di matrice islamica; minaccerà di mandare migranti dai propri confini nel resto del continente; indosserà il fez e islamizzerà il proprio ordinamento. O no?