1000battute di alfredo mantovano
E’ giovedì. Digitate “Egitto strage cristiani” su un qualsiasi motore di ricerca: le ultime notizie riportate dai media si fermano a martedì. Ma già due giorni fa la gran parte dei siti e della carta stampata non parlavano più degli attentati, rivendicati dallo Stato islamico, che domenica scorsa hanno ucciso 47 copti ne hanno feriti 130 a Tanta, a nord del Cairo, e ad Alessandria. Riproducendo la medesima indifferenza che lo scorso anno aveva seguito la strage di Pasqua a Lahore, in Pakistan: 78 morti, fra i quali non pochi musulmani, in un parco, al termine della Messa. O due anni fa, il giovedì santo, a Garissa, il campus universitario keniota: 147 studenti uccisi perché cristiani. Il terrorismo ultrafondamentalista si mostra attento alle scadenze della Settimana santa molto più di noi. Ignoriamo le sofferenze e il martirio dei nostri fratelli nella fede con lo stesso tratto col quale affievoliamo la frequentazione delle celebrazioni sacre e nascondiamo la nostra identità di fede. Non siamo scossi neanche dalla sempre più frequente riproposizione della mattanza nelle nostre strade, da Stoccolma a Londra, da Berlino a Nizza… Cambierà quando dedicheremo ai nuovi Colossei qualche minuto in più del tempo di un tg. E quando ci chiederemo che cosa possiamo fare in concreto per chi oggi muore a causa di Cristo ad Aleppo, a Islamabad, a Mosul, ad Abuja. Cambierà per loro, come per noi.