Collegare la morte del dj Fabo alla proposta di legge sulle d.a.t. è la conferma più evidente che è una legge per l’eutanasia
Esprimiamo il nostro dolore per il tragico epilogo della vicenda del dj Fabo, rilevando con esso la strumentalizzazione della sofferenza di una persona allo stremo delle forze, allo scopo di affermare il presunto “diritto” a darsi la morte. Il desiderio da lui espresso di porre termine al dolore avrebbe richiesto un seguito di vicinanza umana, non la fine della vita.
Egualmente grave è che larga parte dei media e degli esponenti politici traggano spunto da questa terribile vicenda per sollecitare l’approvazione della proposta di legge sulle c.d. disposizioni anticipate di trattamento. Poiché quello del dj è un evidente caso di eutanasia, collegarlo alla legge in discussione rivela nel modo più chiaro – insieme con la lettura della norme in questione – che quello che si intende introdurre è esattamente l’eutanasia, non una blanda disciplina del “fine vita”. E quindi dà una ragione in più per opporsi a questa ulteriore aggressione al diritto alla vita.
E’ quanto osserva il Centro Studi Rosario Livatino, formato da magistrati, docenti universitari e avvocati, presieduto dal prof. Mauro Ronco.
Il Centro studi Livatino
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