In risposta all’allarme-medici obiettori di coscienza sollevato da MD
Nessuna emergenza obiezione: ecco i numeri veri
Il 7 dicembre 2016 il Ministero Salute ha pubblicato la relazione annuale sull’attuazione della legge 194/1978: da essa si ricava che nel 2015 non emergono problemi riguardanti l’obiezione di coscienza dei medici e l’accesso ai servizi IVG. Gli aborti sono effettuati nel 59.6% delle strutture disponibili. Il numero dei punti IVG è pari al 74% rispetto al numero di punti nascita: confrontando punti nascita e punti IVG non in valore assoluto, ma rispetto alla popolazione femminile in età fertile, a livello nazionale ogni 5 strutture in cui si fa un aborto ce ne sono 7 in cui si partorisce. Infine, valutando gli aborti settimanali a carico di ciascun ginecologo non obiettore e considerando 44 settimane lavorative in un anno, a livello nazionale ogni non obiettore ne effettua in media 1.6 a settimana, un valore medio che si colloca fra il minimo di 0.4 della Valle d’Aosta e il massimo di 4.7 del Molise. Qualcuno provi a sostenere che 1.6 interventi a settimana costituiscono un carico insostenibile! Certamente in alcune aree vi è un problema di cattiva organizzazione: non è un caso se la regione che presenta le maggiori difficoltà è la Campania, ma lì i ritardi riguardano la sanità nel suo insieme.
Con queste cifre si commenta da sé che Magistratura democratica scelga il giorno in cui i quotidiani e i tg illustrano i numeri della denatalità – il vero punto debole della Nazione – per sostenere che è necessario fare più aborti (così si festeggerebbe meglio l’8 marzo!) e per contrastare il diritto all’obiezione: un diritto fondamentale, come hanno ricordato la Corte EDU e la Corte costituzionale.
Sorprende che la giornata delle donne sia strumentalizzata per attaccare il diritto di obiezione – praticata pure da medici donna – e non per riflettere sui condizionamenti, anche culturali, che inducono ad abortire, con i drammi che ne conseguono.
E’ quanto sostiene il Centro Studi Rosario Livatino, formato da magistrati, docenti universitari e avvocati.
Il Centro studi Livatino
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