A partire dal 1997 il quotidiano inglese The Independent condusse una intensa campagna a favore della legalizzazione della cannabis. Fino al 18 marzo 2007, quando la sua edizione domenicale uscì con il titolo in copertina Cannabis, an apology. Chiese scusa ai lettori, convinto dai dati obiettivi. “nel 1997 – si leggeva all’interno – mentre questo giornale chiedeva la depenalizzazione, milleseicento persone erano in cura per dipendenza da cannabis. Oggi (cioè nel 2007) sono diventate ventiduemila”. E ancora, “il legame fra cannabis e psicosi adesso è chiaro, mentre non lo era dieci anni fa”. La campagna lanciata nel 1997 ha condizionato nel Regno Unito la decisione, adottata nel 2004, di far passare la cannabis dalla tabella B – quella delle anfetamine e dei barbiturici – alla tabella C: quella delle droghe “leggere”, il cui uso non è punibile. La Repubblica rilancia da qualche giorno la legalizzazione delle droghe c.d. “leggere”, fondandosi – fra l’altro – su articoli e interviste di magistrati noti. Non è nello stile del quotidiano italiano chiedere scusa quando sbaglia; ancora meno è nello stile di togati illustri. Spero tuttavia che non trascorra un decennio di circolazione più facile di stupefacenti per rendersi conto dei danni prodotti. Non scuse domani, ma ravvedimenti operosi oggi.
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