Si può fare qualcosa di più rispetto a quanto operato negli ultimi anni? Non è facile controllare di notte un litorale lungo e profondo come quello di Rimini. Tempo fa la prefettura della città promosse la sottoscrizione di un protocollo fra i gestori dei lidi, gli istituti di vigilanza privata e le forze di polizia, che ha prodotto ricadute positive in termini di prevenzione. Il meccanismo tollera miglioramenti: le telecamere della videosorveglianza vanno moltiplicate, magari collegandole con le centrali operative delle forze di polizia, per consentire un controllo a distanza reale ed efficace; l’incremento degli agenti della vigilanza privata, che comunque indossano una divisa riconoscibile, può scoraggiare la ricerca del luogo nascosto nel quale delinquere; e così pure una illuminazione più estesa. E però: la non punibilità del possesso di droga quando se ne presume l’uso personale – i quantitativi che ricevono tale qualifica non sono necessariamente limitati – impedisce di bloccare soggetti per i quali lo stupefacente scatena impulsi criminali; la irrilevanza di fatto conferita al furto, reato quasi sempre tollerato, fa venir meno un primo filtro (lo ricordava qualche giorno fa il procuratore della Repubblica di Rimini); le lungaggini dell’esame delle domande di asilo fanno liberamente circolare soggetti che invece andrebbero espulsi. Non di sola tecnica vive la prevenzione, ma di leggi e di prassi più sagge di quelle correnti.
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