La soluzione per liberare la «schiava della casa […] oppressa […] [e] umiliata dalla meschina economia domestica, che la incatena alla cucina, ai bambini» (Vladimir Il’ič Ul’janov detto Lenin [1870-1924]), viene ideata dai rivoluzionari sovietici Nikolaj Ivanovič Bucharìn (1888-1938) da Evgenij Alekseevič Preobraženskij (1886-1937). In ABC del comunismo (1919) ‒ «[…] un manuale dell’“uomo nuovo” assai popolare negli anni Venti» lo definiscono gli storici Mihail Geller (1922-1997) e Aleksandr Nekrič (1920-1993) ‒ stabiliscono un disumano e “risolutorio” passaggio di “proprietà”: «[…] il bambino non appartiene soltanto ai suoi genitori, ma anche alla società».
Per inciso: anche nella Rivoluzione, in fondo in fondo, c’è un cuore che batte, ma solo per chi è un fedele educatore. È il cuore “collettivo”, quindi un Grande Cuore capace di ogni concessione. Perché, se è vero che «nella concezione marxista i figli appartengono alla collettività, che ha ogni diritto, [è pur vero che essa] […] potrà (se lo crederà opportuno) concedere ai genitori di educare essi stesi i loro figli, se sapranno dare un’educazione comunista» (Riccardo Lombardi S.I. [1908-1979]). Il bambino apparterrà pure alla società, ma ha ancora bisogno ‒ a causa del riemergere continuo di quella “natura” ‒ di chi lo educhi e lo prepari all’ingresso nella società stessa. Fedeli al coagula dopo il solve, sono perciò pronti anche i “nuovi genitori”, anzi il “genitore unico” e comunisticamente uguale per tutti, come esplicitamente dichiarato da «[…] uno degli artefici del Codice sulla famiglia e il matrimonio, un noto giurista […]: “È indispensabile sostituire alla famiglia il partito comunista”» (Geller e Nekrič).
Per cogliere meglio lo spirito soggiacente all’enfatizzazione totalizzante del ruolo del partito, è d’aiuto questa osservazione dello storico francese François Furet (1927-1997): «In realtà, i bolscevichi si considerano gli unici depositari del destino e del senso della Rivoluzione d’ottobre, attraverso il partito in cui si sono riuniti, sotto l’autorità di Lenin. La legittimità del partito non sta nell’elezione da parte del popolo, ma nella conoscenza delle leggi della storia, costantemente arricchita dalla “prassi”: da qui il carattere unico, incomparabile del partito, e la giustificazione del suo monopolio».
Ma la sostituzione dei genitori con il “genitore unico”, perché sia la più efficace possibile, ha bisogno di rapidità di esecuzione, senza tentennamenti sentimentali, come ha perfettamente compreso il Commissario all’Istruzione Pubblica Anatolij V. Lunačarskij (1875-1933) quando «[…] ha definito […] [così] l’azione che va intrapresa per modellare l’animo dei bambini fin dalla più tenera età, fin dalla età prescolastica (scuola materna): “…. Noi dobbiamo strappare al più presto i bambini al loro ambiente nocivo, isolarli da queste influenze nocive (contadina e piccolo-borghese) e sottoporli alla nostra influenza. Questo è più facile farlo con i giovani, ancora più facile con gli adolescenti, molto facile coi bambini in età scolastica e, infine, facilissimo coi bambini in età prescolastica, che per ora noi trascuriamo”».
Infine, un poeta comunista occidentale come il francese Louis Aragon (1897-1982) ‒ in una sua “ode” del 1931, dal titolo romantico Prélude au temps des cerises, ma in cui “canta” il desiderio di una polizia politica comunista in Francia ‒ aiuta, come spesso riesce agli artisti, a cogliere lapidariamente il quadro d’insieme nel quale si situa la distruzione della famiglia:
«Canto la Ghepeù che si forma in Francia adesso
[…] Chiedo una Ghepeù per preparare la fine di un mondo
[…] Viva la Ghepeù immagine vera della grandezza materialista
[…] Viva la Ghepeù contro il papa e i pidocchi
[…] Viva la Ghepeù contro la famiglia».
Bibliografia
Mihail Geller e Aleksandr Nekrič, Storia dell’URSS. Dal 1917 a Eltsin, trad. it., Bompiani, Milano 1997.
Nikolaj Ivanovič Bucharìn ed Evgenij Alekseevič Preobraženskij, Abc del comunismo, trad. it., Newton Compton, Roma 1975.
Giorgio Loiacono S.I., Il marxismo, 3a ed. riveduta e ampliata, Edizioni Domenicane Italiane, Napoli 1967.
François Furet, Il passato di un’illusione. L’idea comunista nel XX secolo, trad. it., a cura di Marina Valensise, Mondadori, Milano 1995.
AnatolijV. Lunačarskij, in Dizionario del gergo comunista. La tecnica della falsificazione nel linguaggio comunista, Edizioni «Documenti», Roma 1966.
Stéphane Courtois e Jean-Louis Panné, Il Comintern in azione, in S. Courtois e altri, Il libro nero sul comunismo. Crimini, terrore, repressione, trad. it., Mondadori, Milano 1998