Giovanni Paolo II, Cristianità n. 390 (2018)
Discorso in occasione della cerimonia di benvenuto all’Aeroporto Internazionale di Portela a Lisbona, del 10-5-1991, prima tappa del viaggio apostolico in Portogallo (10/13-5-1991).
«Questo non è un mondo vecchio che si conclude, è un nuovo mondo che ha inizio»
Eccellentissimo Presidente della Repubblica,
Illustrissimo Signor Primo Ministro,
Eminentissimo Signor Cardinale Patriarca di Lisbona,
Signori Vescovi,
Amati fratelli e sorelle!
1. Con grande gioia, torno a questo beneamato Portogallo, accogliendo con tutto il cuore l’invito delle Autorità Civili, di Sua Eccellenza il Signor Presidente della Repubblica e dell’Eminentissimo Cardinale Patriarca, in nome dei Vescovi portoghesi, a visitare alcune regioni di questo Paese, in particolare le diocesi di Angra do Heroismo, nell’arcipelago delle Azzorre, e di Funchal, nell’arcipelago di Madeira, che non ho potuto visitare nel 1982.
Rivolgo a tutti il mio rispettoso e amichevole saluto. Il mio spirito si rivolge a tutti i luoghi e ai figli di questa Terra di Santa Maria: è mio desiderio che tutti mi sentano vicino alla loro persona e alla loro vita, come messaggero della Buona Novella della Salvezza e dell’Amore di Dio. Desidero soprattutto che i poveri, i malati, gli anziani e i più abbandonati sentano l’incoraggiamento della mia preghiera e del mio cuore che da qui li abbraccia.
Obbedendo all’ordine di Gesù Cristo, dato all’Apostolo Pietro di pascere le pecore del Suo Gregge (cf. Gv 21, 16), vengo per servire specialmente la causa spirituale e religiosa dell’uomo — ogni uomo e ogni donna che qui, con la sollecitudine paterna di Dio, realizza la sua vocazione nella storia; vengo per servire la Chiesa che, in questa Nazione, edifica e consolida l’unione cattolica del Popolo di Dio mediante l’annuncio e la realizzazione della dignità trascendente e della gloriosa libertà dei Figli di Dio; vengo per confermare i miei fratelli (cf. Lc 22, 32): per mantenerli fermi nella fede, per incoraggiarli nella speranza, e per rafforzare i vincoli di carità.
2. Mi sarà particolarmente gradito prendere diretto contatto con le suddette Regioni Autonome del Portogallo, scoperte e popolate dal genio dei navigatori portoghesi che portarono con sé la Luce del Vangelo che ha illuminato i sogni, le esperienze e le iniziative delle generazioni passate, e che ha reso più forti le radici della fede e della cultura, ereditate secoli fa dalla Patria comune, e confermate nella grandezza degli sforzi quotidiani delle presenti generazioni. Infatti, è nel lavoro, nella solidarietà, nella fedeltà alla legge naturale e della grazia, che i Popoli progrediscono. E tanto più si svilupperanno in armonia ed in pace, quanto più coltiveranno i grandi valori in cui furono educati.
3. Il Portogallo è nato cristiano! Le successive generazioni dei vostri antenati hanno cercato nel Vangelo l’ispirazione per le loro vite e vi hanno trasmesso questa cultura costantemente arricchita dall’incontro della fede cristiana con le diverse popolazioni che hanno fatto la storia d’Europa e del Mondo. Voglia Dio che la visita, ora cominciata, sia occasione per ascoltare più attentamente il Messaggio cristiano e che la vostra vita personale, familiare e sociale si lasci rinnovare dalla forza della Verità e degli ideali superiori che rendono illustre una Nazione.
Un tempo, il Portogallo è stato il pulpito della Buona Novella di Gesù Cristo per il mondo, portata lontano in fragili caravelle da araldi spinti dall’afflato dello Spirito. Oggi vengo qui per convocare, dallo stesso pulpito, tutto il Popolo di Dio all’evangelizzazione del mondo, sia per confermare sempre meglio al Signore coloro che già Lo conoscono, sia per portare il Primo Annuncio alle innumerevoli moltitudini di uomini e donne che ancora ignorano la salvezza di Cristo.
Amati fratelli, le vostre vite illuminate secoli fa dal cristianesimo, potrebbero forse esitare oggi ad impegnarsi con Lui in una nuova e gloriosa pagina della vostra Storia? Se non potrete essere felici lontani da Dio, non lo sarete neanche lontano dagli uomini. Che ognuno di voi divenga oggi coraggioso testimone del Vangelo di Gesù Cristo, nell’incontro con tante vite affamate di Dio! Portogallo, ti chiamo alla missione.
4. Dinanzi agli sconvolgimenti che scuotono qui e là i diversi Continenti, dinanzi al ritmo incalzante del sovvertimento di cose e di valori, che insidiano le certezze e persino la vita delle nazioni, faccio mia la speranza di Sant’Agostino, dinanzi all’assalto dei Vandali alla città di Ippona, quando un gruppo allarmato di cristiani della sua Chiesa lo cercò: «Non abbiate paura, cari figli! — li rassicurò il Santo Vescovo — questo non è un mondo vecchio che si conclude, è un nuovo mondo che ha inizio».
Una nuova aurora sembra sorgere nel cielo della storia, invitando i cristiani ad essere luce e sale di un mondo che ha enorme bisogno di Cristo, Redentore dell’uomo.
5. Vengo in Portogallo anche per recarmi, per la seconda volta a Fatima per ringraziare Nostra Signora per la protezione data alla Chiesa in questi anni, che hanno registrato rapide e profonde trasformazioni sociali, consentendo che si aprano nuove speranze per molti popoli oppressi da ideologie atee che impedivano la pratica della sua fede.
Mi spinge inoltre a questo Santuario il desiderio di rinnovare la mia gratitudine per la speciale protezione della Vergine Madre che mi ha salvato la vita nell’attentato di dieci anni fa, esattamente il 13 maggio del 1981 a Piazza San Pietro.
Con gioia, eleverò il mio canto del Magnificat, intonato con Maria, al Signore della Storia che stende «di generazione in generazione la sua misericordia su quelli che lo temono» (Lc 1, 50). Ringrazio sin da ora cordialmente tutti coloro che, lontani o vicini, mi accompagneranno ai piedi della Signora, per riflettere sul Messaggio di Fatima: un invito alla conversione dei cuori, alla purificazione dal peccato, alla preghiera e alla santità di vita.
Affido alla Signora e Madre di tutte le generazioni i buoni propositi e i cammini di questa nostra generazione — quella del XX e del XXI secolo — affinché, con decisione, essa s’impegni a ricostruire la sua fede. Benedico tutti voi, chiedendo a mia volta, a quanti potranno e sapranno farlo, di unirsi alle mie preghiere perché il mondo incontri di nuovo il Vangelo e Dio faccia brillare su tutti i popoli la luce splendente di Gesù Cristo.
Giovanni Paolo II