Oggi, 18 ottobre, Aiuto alla Chiesa che Soffre invita, come ogni anno dal 2005, i bambini di tutto il mondo a recitare il rosario per la pace e l’unità. Quest’anno, tuttavia, la Fondazione pontificia decide di estendere l’intenzione di preghiera anche in favore di Asia Bibi, la donna cattolica condannata a morte per blasfemia, la cui vita è tuttora in pericolo giacché la Corte Suprema del Pakistan non ha reso noto se sarà o meno assolta.
Nei giorni scorsi il marito di Asia, Ashiq, e la figlia minore Eisham sono stati ospiti di ACS nel Regno Unito, dove la ragazza ha lanciato un accorato appello: «Vi prego, pregate per mia madre! Ora ha bisogno di tutte le vostre preghiere».
La Fondazione pontificia non ha potuto, né voluto, rimanere insensibile ad un simile appello, peraltro rivolto proprio alla comunità dei benefattori di ACS da una ragazza di 19 anni che da quasi 10 anni non vede sua madre. Informata dell’iniziativa, la famiglia di Asia ha espresso la propria gratitudine e assicurato che si unirà in preghiera.
“Un milione di bambini recita il rosario per la pace e l’unità” – che coinvolge ogni anno bambini in 80 Paesi al mondo – estenderà le proprie preghiere ad una martire cristiana dei nostri giorni come Asia Bibi, che pur di non rinnegare la propria fede cristiana – come le è più volte stato chiesto – ha preferito rimanere in carcere a rischio della vita.
Già la scorsa domenica ACS ha lanciato attraverso i suoi profili social la campagna #UnaPreghieraPerAsia chiedendo ai cattolici italiani di pregare per Asia Bibi durante la messa domenicale.
Oggi rinnova questo appello a tutti i bambini, ma anche a tutti gli adulti, nella convinzione che le nostre preghiere possano aiutare Asia a tornare finalmente libera.