“Lasciano sconcertati le farneticanti motivazionicon le quali il Tribunale di Milano ha imposto al Comune di Milano di trascrivere l’atto di nascita di due gemelle ottenute da utero in affitto in California e portate in Italia da una coppia di due uomini” dichiara Massimo Gandolfini, leader del Family Day.
“Nel sostenere che non ci sono dati che attestino la rilevanza dell’orientamento sessuale dei genitori per la crescita dei bambini, i giudici fingono di non sapere che questo c’entra poco o nulla con il fatto che la madre viene negata per via giurisprudenziale”, prosegue Gandolfini. “Peraltro, le ricerche scientifiche sul ruolo fondamentale delle figura materna nella crescita e nella strutturazione della personalità di qualunque bambino esistono, eccome! Non si sostituiscano quindi i giudici al legislatore e a decenni di ricerca sulla biologia, la psicologia e l’antropologia umana”.
“Di fatto – osserva Gandolfini – la giurisprudenza creativa continua a legittimare una barbarie, l’utero in affitto, punita penalmente in Italia, e contro la quale si è espressa anche la Corte Costituzionale. Tutto ciò proprio mentre siamo in attesa del pronunciamento della Cassazione, rispetto al quale il Procuratore Generale ha già chiesto la conferma del divieto di trascrizione di atti di nascita di bambini nati all’estero tramite pratiche vietate in Italia”.
“Oltretutto – conclude Gandolfini – proprio in questi giorni si sta discutendo del drammatico tema della violenza sulle donne: è evidente a chiunque che l’incivile pratica dell’utero in affitto è una vera violenza contro la dignità e contro il corpo femminile. Non sono certo i dollari di facoltosi committenti a cancellare l’ignominia della compera di uteri e di gameti”.
Roma, 29 Novembre 2018
Comitato Difendiamo i Nostri Figli