Nonostante la pandemia in corso e in spregio al valore incommensurabile della vita che essa richiama, il governo Sanchez-Iglesias è riuscito a condurre a termine un disegno di legge che legalizza l’eutanasia. Questa è la reazione dell’episcopato spagnolo, che cita la Samaritanus Bonus e invoca la protezione di san Giuseppe nell’appena proclamato Anno giuseppino.
Nota della Conferenza Episcopale Spagnola (CEE) dell’11 dicembre 2020
1.- Il Congresso dei Deputati ha appena approvato la Legge Organica di regolazione dell’eutanasia. L’iter parlamentare si è svolto in un modo sospettosamente accelerato, in pendenza di pandemia e di stato di allarme, senza ascolto né pubblico dibattito. Quanto avvenuto è particolarmente grave, in quanto si produce una rottura morale; un cambiamento nei fini dello Stato: dal difendere la vita all’essere responsabile di infliggere la morte; e anche della professione medica, “chiamata per quanto possibile a curare o per lo meno ad alleviare, in ogni caso a consolare, ma mai a provocare intenzionalmente la morte”. Si tratta di una proposta allineata alla visione antropologica e culturale dei sistemi di potere dominanti nel mondo.
2.- La Congregazione per la Dottrina della Fede, con l’esplicita approvazione di papa Francesco ha pubblicato la Lettera Samaritanus bonus sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita. Questo testo illumina la riflessione e il giudizio morale circa questo tipo di legislazione. Anche la Conferenza Episcopale Spagnola con il documento Seminatori di speranza. Accogliere, proteggere e accompagnare nella tappa finale di questa vita, offre delle linee guida chiarificatrici sull’argomento.
3.- Abbiamo sollecitato la promozione delle cure palliative, che aiutano a vivere una malattia grave senza dolore e l’accompagnamento integrale, quindi anche spirituale, per i malati e le loro famiglie. Questa attenzione integrale allevia il dolore, consola e offre la speranza che nasce dalla fede e da senso a tutta la vita umana, anche nella sofferenza e nella debolezza.
4.- La pandemia ha manifestato la fragilità della vita ed ha suscitato preoccupazione per i bisognosi di cure, e nello stesso tempo ha suscitato indignazione per la mancanza di attenzione agli anziani. Si è accresciuta la consapevolezza che porre fine alla vita non può essere la soluzione per affrontare un problema umano. Abbiamo apprezzato il lavoro degli operatori sanitari e il valore della nostra salute pubblica, chiedendo persino il loro miglioramento e una maggiore attenzione al bilancio. La morte causata non può essere una scorciatoia che ci consenta di risparmiare risorse umane ed economiche nelle cure palliative e nell’accompagnamento integrale. Al contrario, di fronte alla morte come soluzione, dobbiamo investire nella cura e nella vicinanza di cui tutti abbiamo bisogno nella fase finale di questa vita. Questa è la vera compassione.
5.- L’esperienza dei pochi paesi in cui è stata legalizzata ci dice che l’eutanasia spinge alla morte i più deboli. Concedendo questo presunto diritto, la persona, che si percepisce come un peso per la famiglia e un peso sociale, si sente condizionata a chiedere la morte quando una legge la spinge in quella direzione. La mancanza delle cure palliative è anche una manifestazione di disuguaglianza sociale. Molte persone muoiono senza poter ricevere queste cure e le possono avere solo coloro che possono pagarle.
6.- Con il Papa diciamo: “L’eutanasia e il suicidio assistito sono una sconfitta per tutti. La risposta a cui siamo chiamati è non abbandonare mai chi soffre, non arrendersi mai, ma prendersi cura e amare per dare speranza”. Vi invitiamo a rispondere a questa chiamata con la preghiera, la cura e la testimonianza pubblica che favoriscano un impegno personale e istituzionale per la vita, per i bisognosi di cura e per una vera buona morte in compagnia e speranza.
7.- Chiediamo a coloro che hanno la responsabilità di prendere queste gravi decisioni di agire secondo coscienza, secondo verità e giustizia.
8.- Per questo motivo, convochiamo i cattolici spagnoli ad una Giornata di digiuno e preghiera mercoledì prossimo, 16 dicembre, per chiedere al Signore di ispirare leggi che rispettino e promuovano la cura della vita umana. Invitiamo tutte le persone e le istituzioni che vogliano aderire a questa iniziativa.
Rivolgiamoci con fiducia a Santa Maria, Madre della Vita e Salute degli Infermi e all’intercessione di San Giuseppe, patrono della buona morte, nel suo anno giubilare.
Venerdì, 11 dicembre 2020