La crisi ha sempre un fondamento culturale e spirituale. Se vogliamo superarla, occorre un’attenta diagnosi, ma soprattutto una terapia-educazione adeguata, che si determini attraverso la retta ragione, la fede e la storia
di Daniele Fazio
Le crisi politiche ed economiche che, di tempo in tempo, si rincorrono, evocano in profondità la crisi culturale e spirituale del contesto umano in cui si verificano. Le crisi sono prodotti dell’uomo stesso: chiudendosi alla retta ragione e alla luce della fede, avanza posizioni ideologiche che vagheggiano una società nuova, ma di fatto – come la storia insegna – producono realtà disumane.
Come superare la crisi? Certamente il primo passaggio è quello di riconoscere i caratteri precipui della crisi stessa. Come un buon medico, al fine di formulare una diagnosi, l’uomo deve ben osservare la sintomatologia del paziente e la sua evoluzione nel tempo, pertanto chi si vuole occupare della crisi del corpo sociale deve analizzare il processo rivoluzionario che lo ha disintegrato nei suoi aspetti fondanti. In particolare deve conoscere quei movimenti spirituali, culturali e politici che hanno, nel nostro mondo occidentale, destituito il retto rapporto degli uomini con Dio, con gli altri uomini, con le cose e, infine dell’uomo con se stesso.
Guadagnando una visione chiara del ritmo della crisi, si deve andare maggiormente a fondo ricercandone le motivazioni metafisiche, ossia quelle riconducibili alle decisioni più intime dell’uomo, che ad un certo punto opta per l’orgoglio e la sensualità, moti spirituali sregolati che danno vita a visioni antropologiche, sociali e politiche, tradotte in leggi ed istituzioni nelle quali si cristallizzano strutture di peccato.
Se la diagnosi è fondamentale, essa spinge il corpo sociale verso la terapia più adeguata. In questo senso, il grande ricettario per la società è dato dal citato patrimonio di saggezza, fede, ed esperienza storica che sta alla base del nostro mondo occidentale. Quindi la guarigione si può dare a partire dai fondamenti che hanno strutturato la civiltà cristiana europea nei suoi secoli di massimo splendore.
In questo senso, allora, bisogna avviare dei processi che possano camminare su tre binari. Il primo binario è la fiducia nella ragione quale facoltà propria dell’uomo, in grado di osservare la realtà ricavandone un’indicazione conoscitiva ed etica, che consenta di discernere il vero e il falso, il bene e il male.
Il secondo sta nella proposta, all’uomo del nostro tempo, di tornare ad aprire il proprio cuore all’accoglienza della Rivelazione divina. Non si tratta solo di un momento che rafforza la conoscenza intellettuale, ma di favorire un incontro reale con una Persona, con Gesù Cristo, che permette di cambiare radicalmente l’esistenza dei singoli e, di riflesso, l’assetto delle società.
Ed infine, quale terzo passaggio, è necessario guardare alla storia quale campo dell’esperienza propria degli uomini, per rintracciarvi le prassi e gli esempi che hanno promosso contesti di pace e bene comune. È importante sentirsi in continuità con una grande eredità da valorizzare, in modo sempre creativo, di fronte a scelte strategiche ben precise in campo sociale e politico, che richiedono di per se stesse una connessione vitale con le radici autentiche di una civiltà.
Se questi sono i binari per una ripartenza, la loro sintesi e declinazione apre un ampio orientamento morale e sociale che, oggi più che mai, risulta una via per superare la crisi globale. Tale via è la Dottrina sociale della Chiesa. Essa è una terapia, ma soprattutto un’educazione al sociale che rinnova il volto dei contesti umani non assecondando teorie ideologiche vecchie/nuove, ma vivendo all’insegna di una visione realistica che considera l’uomo per ciò che è, garantendone sempre la dignità e cercando di rispondere alle sue legittime e profonde aspirazioni.
Il 20 Febbraio prossimo, Alleanza Cattolica attiverà un primo corso online di Dottrina sociale della Chiesa, nella convinzione che, anche attraverso un piccolo momento formativo, si possa contribuire alla risoluzione della crisi, formando uomini e donne consapevoli del processo rivoluzionario e desiderosi di costruire oggi la civiltà della verità, dell’amore e della giustizia.
Martedì, 9 febbraio 2021