Appunti da una conferenza del card. Kurt Koch
di Ermanno Pavesi
Dal 9 al 14 agosto di quest’anno si è tenuto a Höchenschwand, un’amena località climatica della Foresta Nera in Germania, l’annuale Corso Teologico estivo della Gustav-Siewerth-Akademie. Per celebrare il 70° anniversario di sacerdozio del Papa emerito, Benedetto XVI, che dal 1969 al 1979 aveva tenuto ogni anno, per una settimana, corsi nella stessa accademia, tutti i relatori, teologi del Nuovo Circolo degli Studenti di Joseph Ratzinger/Papa Benedetto XVI1, hanno affrontato il tema: Fides et Ratio nel pensiero e nell’opera di Benedetto XVI. Il 13 agosto il cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e Cardinale protettore del Nuovo Circolo degli Studenti, ha tenuto la relazione Benedetto XVI e la sua visione della demondanizzazione (Entweltlichung) e della nuova evangelizzazione: contrapposizione o sintesi?.
La relazione, programmata da mesi, ha ricevuto un’inaspettata attualità dopo la pubblicazione di un’intervista alla Herder Korrespondenz2, nella quale il Pontefice emerito ha fatto riferimento al termine “demondanizzazione” (Entweltlichung)3, che aveva utilizzato in un discorso tenuto a Friburgo in Brisgovia, in occasione del suo viaggio apostolico in Germania, e che aveva avuto un’eco per lo più negativa, soprattutto per l’affermazione: «per compiere la sua missione, essa [la Chiesa] dovrà anche continuamente prendere le distanze dal suo ambiente, dovrà, per così dire, essere distaccata dal mondo (ent-weltlichen)». Nell’intervista Benedetto XVI ha ammesso: «io non so se a Friburgo è stata saggia la scelta del termine, Entweltlichung, che deriva dal vocabolario sviluppato da Heidegger, come parola chiave conclusiva». Il cardinale ha spiegato che al termine Entweltlichung, che in tedesco viene definito come liberazione dei legami con il mondo, è possibile dare significati differenti, a seconda di ciò che si intende con ‘mondo’, e le voci critiche lo hanno interpretato come distacco totale dal mondo.
Il cardinale ha precisato che, per comprendere in che senso Benedetto XVI ha parlato di Entweltlichung, è necessario tenere conto di tutta la sua produzione. Durante il Concilio Vaticano II, per esempio, è stato uno degli esperti teologici che hanno contribuito alla stesura del Decreto Conciliare ‘Ad Gentes’ sull’attività missionaria della Chiesa, del 7 dicembre 1965. Con questo decreto: «La Chiesa ha assunto una ancor più chiara consapevolezza della sua innata vocazione missionaria, riconoscendovi un elemento costitutivo della sua stessa natura», come ha sottolineato Benedetto XVI in occasione del quarantesimo anniversario della sua approvazione. Questa vocazione è inconciliabile con un «distacco totale dal mondo». Per il suo mandato missionario la Chiesa deve predicare il Vangelo, e in particolare che Dio si occupa di ciascuno e lo accompagna, poiché ha agito e agisce nella storia, si è incarnato e in Gesù il Cristo ha mostrato il suo volto.
Il cardinale non solo ha ricordato come dall’Illuminismo in poi si è affermata nella Chiesa una concezione deistica di Dio, di un Dio che avrebbe agito solo all’inizio dell’universo e non è né da amare né da temere, ma si è soffermato pure sull’analisi lucida della situazione della Chiesa e sui timori per il futuro, formulata nella conferenza tenuta nel 1958 dal teologo Joseph Ratzinger, appena nominato professore: «il quadro della Chiesa dell’epoca moderna è sostanzialmente determinato dal fatto di essere diventata, in un modo completamente nuovo, Chiesa dei pagani e lo diventa sempre più: non, come una volta, Chiesa di pagani diventati cristiani, ma Chiesa di pagani, che si definiscono ancora cristiani, ma in verità sono diventati pagani. Il paganesimo oggi si è insediato nella Chiesa stessa, e proprio ciò che caratterizza tanto la Chiesa dei nostri giorni quanto il nuovo paganesimo, è che si tratta di un paganesimo nella Chiesa e una Chiesa nel cui cuore vive il paganesimo. L’uomo di oggi quindi può dare per scontata come normalità la mancanza di fede del suo vicino». Si tratterebbe di un processo che è iniziato secoli fa: «da circa 400 anni questa Europa, cristiana di nome, è diventata la culla di un nuovo paganesimo che sta inesorabilmente crescendo nel cuore della Chiesa stessa e minaccia di minarla dall’interno».
A sessant’anni di distanza le previsioni di quell’analisi si sono avverate, con una parabola che parte dalla Chiesa perseguitata degli inizi, prosegue con l’affermazione come grande religione e la formazione dell’Occidente e si conclude con la situazione attuale, nella quale il cristianesimo è spesso solo apparenza, copertura, rappresentata anche da forti strutture e dal primato dell’organizzazione a discapito della forza della fede. Proprio la Entweltlichung dovrebbe far rinunciare alla Chiesa ogni pretesa di dominare la società per concentrarsi sul suo mandato principale: la salvezza delle anime.
Per la necessità di affiancare all’evangelizzazione Ad Gentes, rivolta ai non cristiani, una nuova forma per le «Chiese di antica fondazione e a quelle presenti nei territori di tradizione cristiana, che sono maggiormente sottoposte al fenomeno della secolarizzazione», Benedetto XVI, come ha ricordato il cardinale Koch, ha istituito nel 2010 il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, e nel 2012 «La Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della Fede Cristiana» è stato il tema della XIII Assemblea generale ordinaria del sinodo dei vescovi. La secolarizzazione ha minato valori cristiani che per secoli avevano caratterizzato anche la società civile, ma costituisce anche un pericolo per i cristiani. Questa situazione non deve, però, portare a una chiusura verso la società, ma a comportarsi seguendo l’ammonimento di san Paolo: «Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la mente» (Mt 12,2). I cristiani, una volta trasformati e rinnovati, hanno la missione di trasformare e di rinnovare il mondo. Si tratta di un processo lungo e difficile, ma che non deve scoraggiare: a questo proposito il cardinale ha ricordato la parabola del granello di senape, che è piccolo, ma, con il tempo, può crescere e diventare rigoglioso.
In conclusione, non esiste contrapposizione tra Entweltlichunge e Nuova Evangelizzazione. Entweltlichung non significa assolutamente distacco dal mondo, neanche adattamento al mondo, ma diventa un presupposto per la dinamica missionaria della Chiesa, che si realizza anche nella Nuova Evangelizzazione.
Martedì, 17 agosto 2021
1 Al suo nascere nel 2008 il Circolo degli Studenti raccoglieva teologi che erano sati allievi universitari dell’allora Professore Ratzinger. Nel frattempo, gli studenti di allora sono diventati teologi, il circolo si è aperto anche a nuovi studiosi che approfondiscono l’opera di Joseph Ratzinger e ne sviluppano il pensiero. a livello accademico, così il Circolo ha assunto la nuova denominazione “Nuovo Circolo”.
2 Il mensile Herder Korresponenz ha pubblicato nel numero di agosto 2021 l’intervista, a cura di Tobias Winstel, dal titolo: “War icheinguterSeelsorger?Auf den Wegen und Spuren des Kaplans Joseph Ratzinger”, “Sonostatounbuonpastored’anime? Sulle tracce del cappellano Joseph Ratzinger”, pp. 13-18.
3 Articoli italiani sull’intervista parlano non di Entweltlichung ma di Entweltisierung, un termine sconosciuto al principale vocabolario tedesco, il Duden.