Il Presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron durante il suo discorso al Parlamento europeo del 19 gennaio, ha dichiarato di voler rivedere la Carta Europea dei Diritti Fondamentali aggiungendo in particolare l’aborto.
Intenzionato a reagire, il presidente della Federazione delle Associazioni Familiari Cattoliche d’Europa (FAFCE), nonché il suo presidente onorario, gli hanno inviato una lettera aperta che in maniera chiara e senza compromessi affronta le contraddizioni del suo discorso. A seguire pubblichiamo il testo della lettera.
Bruxelles, 20 gennaio 2022
Signor Presidente,
Dopo il suo discorso al Parlamento europeo che ha segnato l’inizio della Presidenza francese del Consiglio dell’Unione europea, vorremmo condividere con lei le nostre preoccupazioni per le contraddizioni presenti in alcune sue osservazioni. Se da un lato parla di uno «Stato di diritto che è connaturato alla nostra Europa», dall’altro propone di inserire nella Carta dei diritti fondamentali una pratica illegale in alcuni Stati membri dell’Unione Europea. Parimenti, lei giustamente fa notare che questa Carta sancisce «l’abolizione della pena di morte in tutta l’Unione», ma desidera comunque riconoscere come diritto fondamentale una pratica considerata da molti concittadini una violenza mortale nei confronti dei nostri membri più vulnerabili. Il riconoscimento di un presunto diritto all’aborto sarebbe inoltre in palese contraddizione con la Carta stessa, che sancisce dai suoi primi due articoli l’inviolabilità della dignità umana e il diritto alla vita.
Signor Presidente, Siamo preoccupati per il restringimento degli spazi di libertà per tutti coloro che, secondo la scienza, credono che la vita umana inizi al concepimento. Nel 1948, Denis de Rougemont affermava che «la suprema conquista dell’Europa si chiama dignità dell’Uomo e la sua vera forma è nella libertà». Dobbiamo temere che vengano posti dei limiti alla libertà di assumersi la responsabilità di una nuova vita, sostenendo le madri e le famiglie in difficoltà?
Signor Presidente, Vi invitiamo sinceramente a non utilizzare questa Presidenza per scopi politici e ideologici. Vi invitiamo a lavorare per il bene comune dei nostri popoli, delle nostre famiglie e dei nostri figli, che sono il futuro dell’Europa. La nostra Federazione, insieme a tutte le persone di buona volontà, si pone al servizio delle istituzioni per collaborare in maniera costruttiva, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità. Se mancano queste basi comuni, le parole valori e democrazia che vi sono care saranno svuotate del loro significato. Al contrario, le nostre società meritano politiche europee concrete, unite, efficaci, basate sui reali bisogni delle famiglie, per affrontare seriamente la triplice sfida delle transizioni: digitale, ambientale e demografica.
La prego di accettare, signor Presidente della Repubblica, l’espressione della nostra più alta considerazione.
Vincenzo Bassi, Presidente
Antoine Renard, Presidente Onorario