Pubblichiamo il messaggio del Presidente di Signis- Africa, Padre Professor Walter C. Ihejirika, in occasione della giornata mondiale delle Comunicazioni sociali.
“Shemà Africa – Ascolta, o Africa”.
“ascoltare” è decisivo nella grammatica della comunicazione e una condizione per un autentico sviluppo.
Ci ispiriamo al Messaggio di Papa Francesco per la 56ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, intitolato: Ascoltare con l’orecchio del cuore. Il titolo del nostro messaggio è un adattamento dell’esortazione di Mosè al popolo d’Israele, che il Papa ha utilizzato come una delle basi scritturali del suo Messaggio (cfr. Dt 6, 4).
Come ha osservato il Papa nei primi paragrafi, ascoltare è l’elemento chiave nel processo della comunicazione umana, poiché il messaggio del mittente deve essere percepito dal ricevente e il mittente a sua volta deve percepire il feedback del ricevente. Senza questa convergenza fra mittente e ricevente, il processo comunicativo, cioè la condivisione del senso, non sarà possibile ed efficace. Ascoltare è indispensabile per la crescita individuale e collettiva in tutti gli aspetti della vita umana: la relazione (divino-umana) di fede; lo sviluppo sociale e ambientale (rapporto uomo-uomo e coabitazione uomo-ambiente).
Il Messaggio del Papa, in linea con quanto affermano gli esperti, ha evidenziato diversi tipi di capacità d’ascolto, indicando soprattutto quelli efficaci nel promuovere il processo di comunicazione. Ha identificato il fondamento di ogni ascolto efficace come segue: “Pertanto, quando si cerca una vera comunicazione, il primo tipo di ascolto da riscoprire è l’ascolto di sé stessi, dei propri bisogni più veri, quelli inscritti nell’intimo di ogni persona. E possiamo iniziare solo ascoltando ciò che ci rende unici nella creazione: il desiderio di essere in relazione con gli altri e con l’Altro. Non siamo fatti per vivere come atomi, ma insieme”.
L’ascolto di sé stessi o introspezione comporta il rivolgere l’attenzione verso l’interno. Questo processo è molto utile per l’autosviluppo perché permette di comprendere meglio sé stessi e gli altri. Grazie all’introspezione, gli individui e i gruppi possono prendere decisioni migliori sul futuro e diventare più creativi. In definitiva, promuove la salute emotiva individuale e il benessere sociale. Solo quando saremo in grado di parlare e di ascoltare l’uomo allo specchio, allora saremo meglio preparati per ascoltare gli altri.
Credo fermamente che questo aspetto del messaggio papale debba avere una risonanza particolare per l’Africa. Il nostro continente ha bisogno d’impegnarsi sempre di più in una sincera introspezione su ogni aspetto della nostra vita collettiva – religioso, sociale e ambientale. Come molti africani hanno imparato ad accettare, il periodo dello scaricabarile, quando cioè attribuiamo ogni male del continente al nostro passato coloniale, è finito. L’Africa deve prendere in mano il proprio destino di sviluppo.
È una straordinaria coincidenza che quest’anno la Giornata Mondiale della Comunicazione si celebri in concomitanza con la celebrazione della Giornata dell’Africa, il 25 maggio. La Giornata che commemora la fondazione dell’Organizzazione dell’Unità Africana, che ha preceduto l’Unione Africana, viene celebrata con un tema che evidenzia le principali sfide del continente. L’attenzione attuale è rivolta alla nutrizione e alla sicurezza alimentare.
Ma non basta identificare le miriadi di sfide che il continente deve affrontare, è più importante, attraverso l’introspezione, imparare a cingersi i fianchi per affrontarle. Non bisogna insistere troppo su questo fatto: così come ci sono moltissimi problemi che il continente deve affrontare, allo stesso modo il continente è stato generosamente dotato da Dio di risorse umane e materiali. Ad esempio, l’Unione africana ha osservato che: “L’ampia popolazione giovanile presenta un dividendo demografico potenziale che, se adeguatamente sfruttato con i giusti investimenti, può contribuire ad accelerare uno sviluppo sostenibile ed equo”. Ciò di cui l’Africa ha bisogno oggi sono leader visionari, in grado di progettare programmi fattibili di progresso e allo stesso tempo capaci di conquistare la fiducia e l’adesione della cittadinanza. La combinazione di una buona leadership e di una cittadinanza che ama la patria sbloccherà sicuramente le grandi potenzialità del nostro continente.
Come comunicatori, abbiamo l’obbligo di assistere il nostro continente in questo importante compito di auto-riflessione. Nel mio Messaggio dello scorso anno, ho sottolineato la necessità che i comunicatori africani raccontino la storia dell’Africa. Allo stesso modo, dobbiamo svolgere il ruolo di tafani che pungolano i nostri leader e il nostro popolo a svegliarsi per riscoprire noi stessi. Dobbiamo essere pronti a dire la verità al potere, soprattutto al potere nelle mani di una leadership sbagliata e incompetente. Dobbiamo aiutare il nostro popolo a conoscere i diritti e le responsabilità di buoni cittadini. Dobbiamo sfatare la religiosità che attraversa molte parti del nostro continente, che crea indolenza attraverso l’insegnamento errato secondo cui la fede sarebbe come una bacchetta magica che cancella tutti i problemi e crea un Eldorado senza alcuno sforzo umano. Come Mosè nell’antichità, non possiamo smettere di gridare: “Ascolta, o Africa”.
Attraverso una sincera introspezione, l’Africa emergerà come un continente migliore e più forte. La sua diversità diventerà la sua forza e le sue molte lingue si fonderanno in una sinfonia melodiosa, in linea con le parole di Papa Francesco. “… in un coro, l’unità non richiede uniformità, monotonia, ma la pluralità e varietà delle voci, la polifonia. Allo stesso tempo, ogni voce del coro canta ascoltando le altre voci e in relazione all’armonia dell’insieme”.
Che questa armonia si senta nella Chiesa in Africa e nell’intera società africana.
Reverendo Padre Professor Walter C. Ihejirika
Presidente, SIGNIS-Africa
Professore di Comunicazione per lo Sviluppo e Studi sui Media
Università di Port Harcourt, Nigeria
Walter.ihejirika@uniport.edu.ng
Venerdì, 3 giugno 2022