Un articolo di Panorama apre un caso diplomatico tra Italia e Cina, che chiede, ancora una volta, la mutilazione della nostra libertà di stampa
A cura di Antonio Casciano
Marco Respinti, scrivendo sul periodico specializzato Bitter Winter, che si occupa di libertà religiosa e diritti umani, afferma che la longa manus del Partito Comunista Cinese (PCC) sta cercando in tutti i modi di influenzare la vita dei Paesi democratici.
Il 24 agosto, il settimanale Panorama pubblicava un ampio articolo di denuncia della barbara pratica del prelievo forzato di organi dai cosiddetti prigionieri politici, che in Cina viene oggi effettuata con ritmi industriali. Il 28 agosto, l’ambasciata della Repubblica Popolare Cinese (RPC) in Italia ha risposto con una nota pubblicata sul proprio sito web. Nella nota, l’ambasciata accusa Panorama di diffamazione e di plagio, esprimendo «severa condanna». Aggiunge anche che in Cina vige lo stato di diritto e che le leggi del Paese vietano sia la vendita di organi umani, sia i trapianti illegali, precisando altresì che le operazioni chirurgiche di questo tipo avvengono tutte sulla base di donazioni volontarie di organi.
L’ambasciata prosegue, poi, affermando che il prelievo forzato di organi sarebbe solo una «diceria», che è stata «fabbricata ad hoc dalla setta eretica “Falun Gong” e da altre forze anticinesi» per «fare della sinofobia e ingannare l’opinione pubblica internazionale». La rappresentanza diplomatica di Pechino a Roma aggiunge: «Come tutti sanno, il “Falun Gong” è una setta antisociale e antiumana, che ha distrutto innumerevoli famiglie e che tempo fa il governo cinese ha bandito, in base a quanto stabiliscono le leggi del Paese».
I media italiani sono non da oggi una vera e propria colonia della propaganda del PCC, e questo è un fatto ben documentato a livello internazionale. Ora, però, l’Italia è anche un Paese in cui un’ambasciata straniera osa denigrare l’operato di una delle sue principali testate giornalistiche, il che va al di là di ogni normale pratica diplomatica, scrive Respinti.
Panorama ha risposto a propria volta, affermando che il contenuto dell’articolo sulla predazione di organi umani è appunto documentato con dati pubblicati su periodici medici peer-reviewed. Ovvero, Panorama ha citato le fonti usate per il proprio articolo, mentre l’ambasciata cinese in Italia no. L’unica fonte per le gravi offese pronunciate dall’ambasciata cinese in Italia è la stessa ambasciata cinese in Italia. Per la Cina ciò che Panorama ha scritto, utilizzando fonti esplicite, è falso perché è la stessa rappresentanza diplomatica comunista a dire che è falso, e di questo i lettori dovrebbero essere paghi, riporta Bitter Winter.
Gli abusi perpetrati dal PCC nei confronti dei gruppi religiosi, delle minoranze etniche, dei dissidenti e, in generale, di tutti coloro che non sono graditi al regime sono abbondantemente provati da anni attraverso migliaia di pagine di documenti, sono stati accertati da organizzazioni internazionali e da ricercatori indipendenti, sono stati riconosciuti da diversi parlamenti e vengono pubblicati quotidianamente, tra gli altri, anche da Bitter Winter. Eppure il portavoce del PCC in Italia dà a tutti dei bugiardi, senza fornire una sola prova. È sicuramente un segno di debolezza e di disperazione del PCC, ma un Paese democratico come l’Italia non dovrebbe tollerare questo comportamento oltraggioso, conclude Respinti.
Giovedì, 15 settembre 2022