Il titolo dice molto del libro. La vulgata vorrebbe Cristoforo Colombo marinaio genovese, di umili origini che grazie a una felice intuizione scopre “per caso” un nuovo continente. I dati storici ribaltano questa narrazione. I documenti ci regalando uno spaccato del tardo medioevo assai diverso: il self made man non è semplicemente possibile, ma è possibile l’epopea di un nobile cavaliere spinto dallo spirito di avventura e dal desiderio, per noi post moderni incomprensibile, di portare la fede ovunque.
Ma partiamo dalla famiglia. Il cognome per esteso è Colombo di Cuccaro, feudo del marchesato del Monferrato. La famiglia serviva i Marchesi e li seguì fino alla fine della signoria, quando Gian Giacomo Paleologo si dichiarò vassallo dei Savoia per ritornare nel Monferrato dopo l’esilio a Venezia con a seguito i Colombo di Cuccaro. La nobile famiglia dei Colombo si trovò così a servire non più un marchesato nel pieno del suo potere ma un vassallo senza futuro e rendite. A quel punto i Colombo di Cuccaro dovettero trovare altre strade per vivere e una di queste portava al mare…
Colombo fu corsaro, mozzo? È plausibile che come cadetto di una nobile famiglia fosse comandante di qualche vascello, magari anche con la licenza di corsa (corsaro appunto). Il figlio Ferdinando riporta episodi che sembrano figli di battaglie atlantiche tra corsari di diverse nazioni, certo è che il futuro Ammiraglio esplora in lungo e in largo l’Atlantico e il Mediterraneo fino ad incontrare il sorgente impero Ottomano a Chio, poche miglia dall’Asia Minore ormai presa dagli infedeli. Forse proprio lì maturò il desidero di trovare una nuova via per l’Asia.
Proprio la ricerca di una nuova via per l’Asia ha solleticato la fantasia di innumerevoli detrattori del Medioevo e della Chiesa Cattolica. La leggenda nera vuole la Chiesa schierata su posizioni “terra-piattiste”, quando in realtà la consapevolezza della forma sferica della terra era nota ed accettata. Inoltre molti episodi conosciuti alle corti della penisola iberica dimostravano che al di là del mare esistevano terre abitate: le indie? L’Asia? Erano popoli da convertire, con cui commerciare? Il punto era comprendere quanto distasse la terra al di là dell’Oceano. Colombo sosteneva che l’intera circonferenza della terra fosse di 20.000 km (sbagliando), portoghesi, spagnoli non ci credevano. Molti fattori ritardarono l’avvallo all’impresa di Colombo: dubbi sulla rotta proposta, i portoghesi che probabilmente stavano cercando di raggiungere l’altra sponda già da tempo per altre vie, gli Spagnoli che erano ancora intenti a cacciare i mori dalle loro terre, non ultime le consistenti richieste di Cristoforo (la decima parte delle scoperte, l’Ammiragliato, la nomina a vice Re del nuovo mondo). L’idea che un popolano potesse attendere così a lungo, perorare la sua causa con continue trattative con le corti spagnola e lusitana, che potesse intrattenersi con i cartografi e studiosi del suo tempo a discutere di una terra non ancora “scoperta” rimane improbabile. Il nobile Colombo attese con frustrazione uno spiraglio che arrivò dopo un decennio di attesa e, quando era ormai intenzionato a rivolgersi altrove, Isabella e Ferdinando di Castiglia decisero: a don Cristoforo Colombo avrebbero concesso titoli e privilegi nel caso di successo, assegnarono le tre caravelle più famose di tutti i tempi. L’avventura era partita.
Quattro viaggi resero Colombo immortale. Dal primo epico e trionfante all’ultimo quasi “normale”. Il mondo era entrato in una nuova epoca e i caratteri distintivi dell’Ammiraglio, la testardaggine, la petulanza, l’incapacità al governo, lo resero inviso alle corti del tempo. Morirà lasciando ai posteri un continente e un segno indelebile nella storia.
Su di lui si è scritto molto, ma le parole di Leone XIII forse chiariscono il motivo per cui è ancora segno di contraddizione. Nell’enciclica Quarto abeunte saeculo, scritta in occasione del quarto centenario della scoperta del nuovo mondo, scrive “…Colombo è uomo nostro”, a sottolineare che Cristoforo non parti per la sete di gloria e di conquista ma per servire Dio, per trovare una via alternativa al Santo Sepolcro, per conquistare nuove anime a Dio. Il nobile Colombo fu l’ultimo dei cavalieri medievali votati al servizio della Cristianità e per questo oggi raccoglie ancora tanto rancore e odio, in un mondo che desidera stare lontano dal Creatore del mondo.
Suggerito a vuole riscoprire le origini del nostro mondo senza i paraocchi del politicamente corretto.
Categoria: Biografia
Autore: Giorgio Enrico Cavallo
Pagine: 268 pp
Prezzo: € 18,90
Anno: 2021
Editore: D’Ettoris Editori
ISBN: 978-88-9328-108-9