Recitando il ruolo che da circa tre secoli si è scelta, la Francia, quale avanguardia rivoluzionaria, prima nazione al mondo, lunedì 4 marzo 2024 ha costituzionalizzato il diritto all’aborto
di Antonio Mondelli
Lunedì 4 marzo, con 780 voti favorevoli e 72 contrari, è stata adottata dal Parlamento riunito in forma plenaria al Congresso di Versailles, l’introduzione nella Costituzione della «libertà garantita alle donne di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza» (IVG) . La revisione costituzionale è stata votata a stragrande maggioranza: il 92% dei parlamentari si sono infatti espressi a favore della riforma.
Nel dettaglio, alla Camera, con 505 voti favorevoli e 26 contrari, la riforma è stata approvata dal 95% dei deputati. Ventisei hanno preferito astenersi e 20 non hanno partecipato alla votazione. I pochi voti contrari (12 provenivano dai repubblicani e 11 da Rassemblement National) sono tutti espressione di sensibilità individuali e non di partito, visto che ad esempio Marine le Pen, leader del Rassemblement National, ha reso noto il proprio voto favorevole.
Il voto a favore ha ottenuto una larghissima maggioranza anche tra gli eletti del Senato. La revisione è stata convalidata da 275 senatori e solo 46 hanno votato contro, ovvero una maggioranza dell’86%. Anche al Senato quasi tutti i voti contrari e le astensioni sono espressione della sensibilità di alcuni membri dei gruppi Les Républicains e Unione Centrista.
D’altronde le maggioranze schiaccianti sopra descritte non fanno altro che rispecchiare la sensibilità sul tema da parte della stragrande maggioranza dei francesi: un recente sondaggio sul punto ha infatti evidenziato come più dell’80% è favorevole a questa iniziativa.
Ma pur se minoritaria esiste anche un’altra Francia. Una Francia che non vuole rinunciare al suo ruolo di “Figlia prediletta” della Chiesa cattolica e che non si rassegna di fronte a questa deriva mortifera.
E così la Conferenza Episcopale Francese, insieme a tutti i cattolici di Francia, ha indetto per il 5 marzo una giornata di digiuno e di preghiera affinché i francesi «possano riscoprire il gusto della vita, di donarla, di riceverla, di accompagnarla, di avere e crescere figli». Mons. Éric de Moulins-Beaufort, capo dei vescovi di Francia, nel medesimo comunicato ha sottolineato come «i cattolici dovranno restare sempre servitori della vita di tutti e di ciascuno, dal concepimento alla morte» e pur «circondando con rispetto e compassione coloro che hanno fatto ricorso all’aborto, sostengono coloro che scelgono di tenere il proprio figlio anche in situazioni difficili».
Mons. Éric de Moulins-Beaufort prosegue poi proponendo un’altra prospettiva: quella della promozione dei diritti delle donne e dei bambini ricordando che fra tutti i paesi europei la Francia è l’unica nazione dove il numero degli aborti non diminuisce ma anzi aumenta. E la Pontificia Accademia per la Vita commentando quanto accaduto ci ricorda che «nell’epoca dei diritti umani universali non può esistere il diritto di sopprimere una vita umana».
Martedì, 5 marzo 2024