Due sfide contro l’Occidente: il laicismo che corrode e i fondamentalismi che uccidono. Il Mistero pasquale aiuti a ritrovare la via della ragione
di Marco Invernizzi
Siamo nell’Ottava di Pasqua di Resurrezione, ancora immersi nella festa decisiva per la nostra Fede, senza la quale nulla sarebbe vero del nostro essere cristiani, o meglio il cristianesimo sarebbe una opinione come tante altre.
“Se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede”, scrive San Paolo nella Prima Lettera a i Corinzi (cap. 15). Ma Cristo è risorto! Non possiamo dimostrarlo perché è un Mistero, che va oltre le capacità della ragione umana. D’altra parte, se la ragione dell’uomo fosse capace di spiegare il Mistero del Figlio di Dio, la seconda persona della Trinità, allora il Mistero centrale della storia umana cesserebbe di essere tale.
Tuttavia, credere nella Resurrezione di Cristo non è irragionevole. Come dobbiamo allora disporci di fronte al grande Mistero?
Innanzitutto bisogna contemplare l’amore di un Dio che diventa uomo per salvare ogni uomo che lo desideri. Dobbiamo anche riflettere sul modo in cui il Figlio di Dio sceglie di salvare gli uomini e il mondo, rinunciando a ogni forma di potenza che non sia l’amore, accettando di subire l’umiliazione, la violenza e la morte di croce. La Resurrezione è il trionfo della pace e della luce, viene proposta a tutti gli uomini, senza alcuna forma di violenza.
È importante contemplare il modo di agire di Dio in questa fase della storia e ascoltare le parole della Rivelazione contenute nella Scrittura, leggendo la Passione del Signore e aspettando con speranza la sua Resurrezione. Lo abbiamo fatto nei giorni del Triduo Pasquale, sull’Appennino modenese, con oltre cento giovani di Alleanza Cattolica. Sono stati giorni splendidi, anche faticosi, durante i quali abbiamo un po’ dimenticato il mondo davanti al Grande Mistero della Croce e della Resurrezione. Ma Cristo non ci chiede di abbandonare il mondo al suo destino, ma di cercare di salvarlo, come ha fatto Lui. Con il suo stile.
Il mondo contemporaneo sembra aggredito da una duplice sfida. La prima viene dall’interno stesso del mondo occidentale. Quest’ultimo non è l’unica civiltà cristiana possibile, ma è stata la nostra e ancora oggi permangono in essa tante espressioni di questa fede diventata cultura e poi civiltà. Una folle volontà di autodistruzione sembra pervadere il mondo occidentale. Oggi si chiama cancel culture, e il card. Ratzinger aveva ripetutamente parlato di un incomprensibile odio di sé dell’Europa. Le altre sfide vengono dall’esterno e cercano di imporsi con la violenza. Cina, Russia, Corea del nord, Iran, Venezuela e altri paesi hanno dato vita a una sorta di “asse del male” che vuole portare a termine la distruzione dell’Occidente. La Russia in particolare adotta un modo di proporsi che può affascinare chi è deluso dal laicismo che domina l’Occidente. Bisogna riflettere e pregare per non cadere in questa tentazione. I valori non si impongono, la sacralità della vita e la centralità della famiglia non possono giustificare la violenza e non possono essere usati per imporre un progetto nazionalista e imperialista che viola la libertà dei popoli, quale quello che unisce la Chiesa di Mosca con il governo di Putin nel tentativo di allargare lo spazio del cosiddetto “Mondo russo”. Ma anche il mondo sunnita si organizza per sfidare gli odiati sciiti iraniani e i loro alleati russi, come dimostra il recente attentato terroristico di Mosca.
Entrambe le prospettive, quella del mito della Terza Roma ortodossa e quella del fondamentalismo islamico, non sfidano soltanto la decadenza e la corruzione dell’Occidente, ma negano il valore stesso della ragione e dei valori universali su cui si fondano il diritto naturale e la Tradizione cattolica.
In questo mondo complesso e contraddittorio, che a volte rischia di fare rimpiangere la semplicità di quello precedente il 1989, l’Occidente (o la Magna Europa) viene aggredito da due nemici esterni e dalla sua depressione interiore. Molti occidentali non riescono a comprendere che il laicismo, oltre che falso, è incapace di resistere alle due religioni che lo sfidano, quella ortodossa e quella islamica. Diversi intellettuali però stanno cominciando a capire che, senza recuperare la propria identità, gli occidentali sono destinati a scomparire. Vanno aiutati e incoraggiati perché rappresentano un segno di speranza, una iniziale inversione del processo rivoluzionario che ha investito da secoli l’Occidente.
Noi siamo cristiani e amiamo la nostra storia. Siamo consapevoli che la nostra identità è minacciata dall’interno e assediata dal di fuori. Sappiamo che il nostro primo dovere è di aiutare tutti coloro che cominciano a capire che il pericolo che sta attraversando la nostra cultura è grande. Certamente siamo aggrediti da una guerra culturale che speriamo non diventi anche una guerra materiale: la follia e l’ambizione possono spingere a gesti estremi, senza ritorno.
Sopra ogni cosa però esiste la Pasqua del Signore che ha vinto il peccato e la morte. Nulla, nessun timore di guerre o autodistruzioni, può togliere agli uomini che credono la certezza che la Sua Provvidenza, nel modo che riterrà, non abbandonerà mai l’umanità redenta. Dopo il buio del Sabato, splende la luce del Cristo risorto.
Martedì, 2 aprile 2024