Riflessioni sul futuro della figlia primogenita della Chiesa
di Ignazio Cantoni
Il 4 marzo 2024 la Francia ha inserito nella propria Costituzione il diritto all’aborto, unica nazione — al momento — ad averlo fatto[1].
Tale ulteriore pessimo allontanamento dalla legge naturale del paese che è da secoli guida morale dell’Europa invita a svolgere riflessioni a diversi livelli: antropologici, etici, politici, in primis[2]; ma anche storici. E, consapevoli che la storia dei singoli come delle civiltà è guidata dalla Provvidenza, ossia dall’iniziativa amorosa di Dio che interagisce con la libera risposta degli uomini, la storia si incontra con la teologia e la filosofia.
Una «profezia» di san Pio X
Papa san Pio X (1903-1914), rivolgendosi a vescovi francesi nel 1911 in occasione della creazione di nuovi cardinali, si espresse in termini che è opportuno riportare per esteso.
«Che cosa poi dirò a voi, cari figli della Francia, che gemete sotto il peso della persecuzione? Il popolo, che ha fatto alleanza con Dio al fonte battesimale di Reims ritornerà pentito alla sua vocazione. I meriti di tanti figli che predicano la verità del Vangelo in quasi tutto il mondo e molti l’hanno suggellata col sangue; – le preghiere di tanti santi, che anelano di avere compagni nella gloria celeste i cari fratelli della loro patria; – la pietà generosa di tanti fedeli, che anche a costo di sacrifizi mantengono il decoro del clero e lo splendore del culto cattolico; – e sopra tutto i gemiti di tanti bambini, che innanzi i tabernacoli effondono la loro anima nelle espressioni che Dio stesso mette sulle loro labbra, chiameranno certamente sopra questa nazione le divine misericordie. Non resteranno impunite le colpe, ma non perirà mai la figlia di tanti meriti, di tanti sospiri e di tante lagrime. Verrà un giorno, e speriamo non molto lontano, in cui la Francia, come Saulo sulla via di Damasco, sarà circonfusa da una luce dall’alto, e udrà una voce, che le ripeterà: O figlia, perchè mi perseguiti? E rispondendo essa: Chi sei tu, o Signore? la voce soggiungerà: Io sono Gesù, che tu perseguiti; dura cosa è per te il ricalcitrare contro il pungolo, perchè colla tua ostinazione rovini te stessa. Ed essa tremante ed attonita dirà: Signore che vuoi tu ch’io faccia? Ed Egli: Levati su, lavati dalle brutture che ti hanno deturpata, risveglia nel seno gli assopiti sentimenti e i patti della nostra alleanza e va, figlia primogenita della Chiesa, nazione predestinata, vaso di elezione, a portare, come per il passato, il mio nome dinnanzi a tutti i popoli e ai re della terra»[3].
Un’ipotesi di comprensione
Tralascio volutamente il tema se siamo di fronte a una profezia nel senso stretto del termine, ossia di una ispirazione straordinaria da parte di Dio al suo servo Giuseppe Sarto[4]; non per disprezzo delle profezie, beninteso[5], ma perché mi interessa molto di più la portata ordinaria del brano, che è magistero e quindi fonte più autorevole di qualsiasi profezia.
Dal testo pontificio mi pare di poter evincere almeno le seguenti cose:
- la Francia tornerà alla fede e conseguentemente alla missione;
- tale ritorno non è necessario nel senso deterministico del termine, ma sarà la conseguenza di atti liberi;
- ciò accadrà in forza dei meriti di tutti coloro che hanno offerto preghiere e sacrifici per essa;
- alcuni di questi sacrifici sono sopportati proprio per colpa della stessa Francia, la quale, così facendo, chiama su di sé per riflesso, contro ogni apparente ragionevolezza, le benedizioni del Cielo[6].
L’espressione «non perirà mai la figlia di tanti meriti, di tanti sospiri e di tante lagrime» richiama alla mente un passo delle Confessioni di sant’Agostino (354-430). Come noto, la madre santa Monica (331-387) ha patito molto per il figlio, lontano da Dio per diversi anni della sua vita, e fonte di grande tribolazione.
In un passo del suddetto libro, Agostino riporta un episodio in cui la madre va a confidarsi con un vescovo, chiedendogli di parlare a suo figlio perché abbandoni le dottrine erronee che al tempo professava. Riporto anche qui il testo per esteso.
Il vescovo le rispose «”[…] lascialo stare dov’è. Prega soltanto il Signore per lui. Scoprirà da se stesso, leggendo, dove sia il suo errore e quanto sia grande la sua empietà”. Contemporaneamente le narrò come egli pure, fanciulletto, fosse stato affidato dalla madre, da loro lusingata, ai manichei e avesse non soltanto letto, ma altresì copiato via via quasi tutti i loro libri. Così aveva scoperto da solo, senza bisogno delle discussioni e delle persuasioni di nessuno, quanto si debba fuggire dalla loro setta, da cui infatti fuggì. Queste parole non bastarono ad acquietare mia madre. Essa anzi insisteva ancor più con implorazioni e lacrime copiose, perché acconsentisse a vedermi, a discutere con me; finché il vescovo, un po’ stizzito e un po’ annoiato, esclamò: “Vattene: possa tu vivere, come non può essere che il figlio di tante lacrime perisca” [Vade — inquit — a me; ita vivas, fieri non potest, ut filius istarum lacrimarum pereat]. Queste parole ella accolse, come ricordava poi spesso nei nostri colloqui, quasi fossero risuonate dal cielo»[7].
Una possibile regola storica e un pressante invito
San Pio X sembra fare della Francia una fattispecie della «regola» che proverei a esprimere come «ogni Monica ha l’Agostino che si merita». E, mentre penso pure, per analogia, che allora anche «ogni Elena ha il Costantino che si merita», è bene cogliere la parte più importante del discorso del Papa, ossia l’invito implicito alla preghiera e al sacrificio — per la Francia, per l’Italia, per l’Europa tutta.
Venerdì, 31 maggio 2024
[1] Cfr. per esempio La Francia sancisce il diritto di aborto nella Costituzione, in in < https://demografica.adnkronos.com/mondo/aborto-costituzione-francia/>; e Francia, aborto diventa libertà garantita da Costituzione: primo Paese al mondo, in <https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/legge-francia-aborto-costituzione-macron_1dGOQj73GGAF2Z522hxrPg> (tutti i link dell’articolo sono stati controllati il 18-5-2024).
[2] Cfr. per esempio Marco Invernizzi, Francia, primogenita nel male, in <https://alleanzacattolica.org/francia-primogenita-nel-male/>; e Mauro Ronco, L’aborto non può essere un diritto. E scriverlo in costituzione è un oltraggio per la ragione naturale e la morale, in <https://www.centrostudilivatino.it/laborto-non-puo-essere-un-diritto-e-scriverlo-in-costituzione-e-un-oltraggio-per-la-ragione-naturale-e-la-morale/>.
[3] San Pio X, Allocutio habita occasione impositionis bereti novis cardinalibus die XXIX novembris MCMXI, in Acta Apostolicae Sedis. Commentarium officiale, anno III, vol. III, Typis Polyglottis Vaticanis, Roma 1911, pp. 655-657 (p. 657).
[4] Rilevo per inciso che con parole simili si espresse il magistrato e diplomatico savoiardo conte Joseph de Maistre (1753-1821): «[…] effettivamente la Francia marciava alla testa delle idee, […] purtroppo, quando sbagliava, l’Europa la seguiva anche nei suoi errori, […] tuttavia la missione provvidenziale di popolo guida era dato a questa nazione per il compimento dei disegni di Dio sul mondo, e che a causa di ciò questa profonda e spaventosa divisione degli spiriti […] sarà il castigo della Francia e dell’Europa, castigo precursore della misericordia». Joseph de Maistre, Verso la penultima rivelazione della verità nello spirito delle masse, trad. it. in Cristianità, anno XLI, n. 267, gennaio-marzo 2013, pp. 63-64 (p. 64).
[5] «Non disprezzate le profezie» (1Ts 5, 20).
[6] «Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5, 43-45).
[7] Sant’Agostino, Confessioni, l. III, 12, 21, in https://www.augustinus.it/italiano/confessioni/index2.htm.