Nel frattempo, si consulta con diverse cancellerie vicine all’opposizione democratica venezuelana e studia un modo per eludere la persecuzione “chavista”
di Stefano Nitoglia
Edmundo González Urrutia, candidato dell’opposizione venezuelana al regime di Maduro, ha dichiarato che il 10 gennaio si recherà a Caracas per prendere possesso della carica presidenziale, che il regime populista-socialcomunista “chavista”, da 26 anni spietatamente al potere in Venezuela, gli ha negato alle elezioni presidenziali, svoltesi nel grande Paese sudamericano il 28 luglio 2024. Di queste elezioni si è autoproclamato vincitore il candidato “chavista” Nicolas Maduro (sul quale, tra l’altro, pende una taglia di 15 milioni di dollari negli Stati Uniti per narcotraffico) con il 51,2% delle preferenze contro il 44,2% del candidato dell’opposizione, Edmundo Gonzalez Urrutia, ma l’opposizione ha denunciato irregolarità, affermando di avere vinto con il 70% dei voti (cfr. Maduro (non) ha vinto, del 2 agosto 2024).
González, riconosciuto come presidente eletto del Venezuela da Argentina, Costa Rica, Ecuador, Stati Uniti, Panama, Perù e Uruguay, il 7 settembre 2024 è stato costretto a rifugiarsi in Spagna, dopo che il 2 settembre era stato emesso un mandato di arresto nei suoi confronti per presunti crimini di usurpazione di funzioni, falsificazione di documenti pubblici, istigazione a disobbedire alla legge, cospirazione e associazione.
González ha detto che non può fornire dettagli su come entrerà in Venezuela a causa delle minacce del governo di Nicolás Maduro, , che nei giorni scorsi ha fatto pubblicare annunci negli aeroporti e nei posti di blocco del Paese con una taglia di 100.000 dollari in favore di chi offrisse informazioni utili alla sua cattura. In precedenza il ministro degli Interni venezuelano, Diosdado Cabello, aveva affermato che, se González deciderà di tornare nel Paese, sarà arrestato.
Le dichiarazioni del candidato dell’opposizione sono state rilasciate nel corso della sua recentissima visita in Argentina, dove il 4 gennaio scorso è stato ricevuto dal presidente Milei e ha incontrato il cancelliere argentino, Gerardo Werthein, e il ministro della Sicurezza, Patricia Bullrich. L’Argentina è stata la prima tappa del tour di González prima di fare il ritorno nel suo Paese. Questo tour lo ha portato a incontrare anche il presidente uruguaiano Luis Lacalle Pou a Montevideo, mentre è stato volutamente escluso dal suo itinerario il Brasile del socialcomunista Lula.
Il 4 gennaio González è partito per gli Stati Uniti, dove il 6 gennaio ha incontrato il presidente Joe Biden che ha confermato il pieno appoggio alla sua causa e i leader del Congresso del Paese. L’incontro con il presidente eletto Donald Trump non è stato ancora definito. Prima del 10 gennaio si recherà, inoltre, a Panama e nella Repubblica Dominicana, Paesi con i quali il governo “chavista” è in conflitto a causa delle dichiarazioni che sconfessano l’attribuzione della vittoria elettorale a Maduro e la convalida del presunto risultato da parte della Corte Suprema di Giustizia del Venezuela.
La leader dell’opposizione venezuelana, Maria Corina Machado, ha ringraziato con un messaggio su X gli argentini e il presidente Milei per il loro sostegno alla causa dell’opposizione democratica, invitando la popolazione a scendere in piazza il 10 gennaio per difendere il giuramento di González.
Riuscirà, González, ad attuare il suo difficile proposito che, al momento, sembra pressoché impossibile? Lo vedremo il 10 gennaio.
Matrtedì, 7 gennaio 2025