L’esito degli inganni e delle inerzie
Un tragico vicolo cieco
Rimediare alle cause – i tradimenti, gli inganni, le inerzie – per guarire dal male. Oltre e nonostante il vicolo cieco attuale, la nostra battaglia cristiana per la vita procederà fino al suo esito vittorioso.
Solamente ora, anche chi per tanto tempo non aveva voluto né vedere né udire sembra prendere atto del tragico vicolo cieco – determinato dalle due inaccettabili proposte referendarie del Movimento per la Vita (MpV) – in cui la cristianità italiana potrebbe presto trovarsi imprigionata a causa sia di una lunga «commedia degli inganni» (1), messa in scena da falsi «avvocati della vita» (2), sia di un’annosa e colpevole inerzia ufficiale.
1. Aborto e contraccezione «cattolici»?
Alle popolazioni cattoliche, a cui non da ora, ma da oltre due anni doveva essere aperta la strada per abrogare, dell’infame legge abortista, «ogni e qualsiasi norma che presuma di autorizzare l’omicidio-aborto o la complicità in omicidio-aborto» (3) e «ogni norma in diretto e stridente contrasto con il diritto naturale e cristiano» (4), viene invece «aperta» la strada moralmente impraticabile delle due iniziative referendarie del direttivo del MpV.
«Ora, con le due proposte del MpV, verrebbero causate direttamente dai cattolici due nuove leggi che introducono:
«A. la legalizzazione dell’omicidio-aborto larghissimamente terapeutico, il suo finanziamento pubblico, l’obbligo per gli enti ospedalieri di eseguirlo in ogni caso;
«B. l’estensione ai minorenni della somministrazione gratuita, da parte dei consultori, di contraccettivi, tra i quali abortivi precoci.
«L’evidente immoralità di queste norme non permette che esse siano deliberatamente causate con la firma o con il voto» (5).
Ma tali due inaccettabili proposte vengono ufficiosamente e scandalosamente raccomandate al favore dei cattolici, specialmente a opera di taluni redattori e collaboratori del «Quotidiano Cattolico» (6), così che ci si deve chiedere se dobbiamo attenderci come imminente una nuova pastorale che faccia posto a una contraccezione e a un aborto «cattolici», e una nuova catechesi che insegni ai cattolici a considerare le norme che estendono ai minori la somministrazione di contraccettivi o di abortivi precoci e che legalizzano larghissimamente l’aborto, come «norme totalmente rispettose del diritto alla vita» (7).
Maldifese con sofismi già da sempre risolti, le due inaccettabili proposte del direttivo del MpV – via via che se ne riconosceva la reale natura – non potevano che seminare scandalo, disorientamento e divisioni nel campo cattolico, causare la ribellione morale dei migliori, provocare autorevoli responsi di confutazione e di condanna (8), attirare la pubblica e ferma dissociazione degli organismi pro vita degli altri paesi d’Europa e del mondo.
2. Gli organismi pro vita stranieri si dissociano pubblicamente dalle due iniziative del MpV
A conferma del danno incalcolabile inflitto dalle due iniziative del MpV non soltanto alla cristianità italiana e alla possibilità di condurvi la battaglia per una autentica difesa della vita, ma anche alla medesima battaglia condotta presso altri paesi, è giunto il pubblico messaggio – che qui traduciamo – della più ferma dissociazione da parte di Europa Pro Vita, la federazione che riunisce tutti i principali organismi pro vita europei:
«Dopo approfondito esame delle due iniziative del Movimento per la Vita, come Europa Pro Vita, in rappresentanza degli organismi cattolici e non cattolici federati per il rispetto della vita, dichiariamo inaccettabili tali iniziative, a causa della loro accettazione legale dell’aborto terapeutico e dell’estensione legale della contraccezione anche abortiva. Nell’interesse della battaglia per la difesa della vita in Europa, dobbiamo dissociarci pubblicamente da tali iniziative. Rispettosamente vi chiediamo di dichiarare pubblicamente la loro inaccettabilità. Auspichiamo vivamente un’altra iniziativa, conforme alla morale naturale e cristiana.
«Inviato alla Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, e, per informazione, alla Commissione episcopale per la famiglia, alla Segreteria di Stato, al Pontificio Consiglio per i Laici, al Segretariato italiano di Europa Pro Vita.
«Il Presidente dr. Tremblay
«Il Segretario Generale dr. Convent» (9).
Analogo e pubblico messaggio di ferma dissociazione è giunto – ben oltre l’ambito europeo – dalla Federazione Mondiale dei Medici per il Rispetto della Vita Umana (10).
Riuscendo evidentemente impossibile riunire tutti gli organismi cattolici e non cattolici federati a Europa Pro Vita e, insieme, tutte le federazioni nazionali della World Federation of Doctors who Respect Human Life sotto la comune denominazione di «ipercritici integralisti», cara al deputato democristiano on. Carlo Casini, è inevitabile concludere, sempre con le parole dell’on. Casini, che è verosimilmente per altri motivi che, al direttivo del MpV, la compagnia dei gruppi federati a Europa Pro Vita e alla World Federation «è una compagnia che non […] piace affatto» (11): perché è compagnia di chi intende realmente opporsi a ogni inaccettabile compromesso che tradisca i principi fondamentali della morale naturale e cristiana.
3. Una lunga e sanguinosa «commedia degli inganni»
La gravità del dramma a cui è oggi esposta la cristianità italiana e il comune dovere di difendere la vita dei fratelli, ci impongono di interrogarci apertamente e francamente sulle cause dello stato di cose attuale: di interrogarci, dunque, sia sulla «commedia degli inganni» e sull’annosa e colpevole inerzia che hanno permesso l’introduzione, la permanenza e la non abrogazione fino a oggi delle infami norme abortiste, sia sulla «strategia» che ha permesso di confinare la cristianità italiana nel vicolo cieco delle due inaccettabili iniziative referendarie del MpV.
1. a. L’infame «legge» 194 è stata introdotta in Italia solo grazie alla complicità e al tradimento dei vertici parlamentari democristiani, è stata varata da un governo composto tutto e soltanto di democristiani, e porta le firme, tutte e soltanto democristiane, di: on. Giulio Andreotti, on. Tina Anselmi, sen. Francesco Bonifacio, sen. Tommaso Morlino, on. Filippo Maria Pandolfi, oltre al sen. Giovanni Leone (12).
b. L’infame legge poteva e doveva – da parte di chi letteralmente si nutre del voto dei cattolici – essere combattuta realmente e sconfitta in parlamento: sia dopo il giugno 1976, sia, soprattutto, prima di allora, quando lo schieramento parlamentare antiabortista era indiscutibilmente maggioritario: ma proprio a schieramento antiabortista maggioritario si hanno i primi e decisivi episodi del tradimento abortista democristiano (13).
c. La permanenza dell’infame legge, dopo la sua approvazione, è stata ed è fino a oggi formalmente e collegialmente difesa, di fronte alla Corte Costituzionale, dai maggiori esponenti democristiani, membri dei governi del democristiano on. Andreotti e del democristiano on. Cossiga (14).
2. a. Ma, nonostante il tradimento democristiano che ne aveva permesso e voluto l’introduzione, e ne difendeva e difende di fronte alla Corte Costituzionale la permanenza in vigore, l’infame legge poteva essere travolta, in ognuna delle sue norme abortiste, grazie all’istituto del referendum abrogativo popolare, sul quale i partiti – e la Democrazia Cristiana – non possono sperare di esercitare un controllo diretto.
b. A disorientare e paralizzare la reattività antiabortista cattolica, perché non potesse aprirsi autonomamente un varco verso l’abrogazione delle norme abortiste, occorrevano altri, che imbrigliassero tale reattività sembrando organizzarla, e impedissero o differissero sine die il doveroso referendum, o, in caso estremo, ne determinassero soluzioni inaccettabili. Per essere credibili, i candidati a tale ruolo dovevano essere «cattolici», o almeno «cristianamente ispirati»: doveva essere il «partito dei cattolici» a esprimere i candidati al ruolo egemone dell’antiabortismo fittizio e compromissorio e di una fittizia e compromissoria «difesa della vita». Non è dunque sorprendente che ai vertici dell’organismo, il MpV, che oggi spinge i cattolici verso il vicolo cieco di soluzioni moralmente inaccettabili, siano tanto numerosi gli esponenti democristiani: sia sfocati uomini di apparato, sia noti colleghi dei principali responsabili del tradimento.
c. Da oltre due anni, la legge infame permane non abrogata grazie alla «strategia» di non referendum praticata pubblicamente fino al 28 giugno 1980 dal direttivo del MpV, e oggi minaccia di ri-entrare referendariamente in vigore – con mutamenti trascurabili, ma questa volta per voto «cattolico» – con la soluzione abortista «minimale» del MpV, appena dissimulata da una soluzione contraccettista «massimale» – descritta, accreditata, «propagandata» e determinata come verosimilmente perdente – la cui funzione è quella di coprire, presso l’opinione cattolica, una possibile vittoria della soluzione abortista «minimale» (15).
Grazie al tradimento democristiano, dunque, la legge infame è entrata in vigore e la sua permanenza è stata, ed è oggi, difesa di fronte alla Corte Costituzionale. Grazie alla «strategia» dei vertici democristiani del MpV, la legge infame permane non abrogata, e minaccia di essere re-introdotta, mediante una duplice iniziativa che viene raccomandata come «un colpo di genio» (16) e come «Strategia globale per la vita» (17), dal voto diretto dei cattolici.
Non possiamo non chiederci: su chi pesa la responsabilità dei voluti o permessi tradimenti, e dei diversi atti dell’unica e sanguinosa commedia? Solo sui protagonisti democristiani?
Su chi pesa la responsabilità del sangue del gregge assalito? Solo sui lupi?
4. Un’annosa e colpevole inerzia
Se il male – che oggi ferisce la cristianità italiana e ogni anno «produce» il sangue di centinaia di migliaia di fratelli, assassinati in forza della legge infame – fosse lieve, potrebbe forse sembrare più opportuno tacere la parte che nel permettere il suo introdursi e il suo permanere ha avuto l’annosa e colpevole inerzia dei pastori.
Ma il male non è lieve. E non è piccolo il bene che poteva e doveva essere compiuto da quanti hanno avuto da Dio la custodia anche e almeno della vita del gregge.
In ordine all’introduzione, alla permanenza e alla non abrogazione fino a oggi della legge infame, causa non meno rilevante del tradimento democristiano è l’annosa inerzia dei vescovi, che del tradimento democristiano è stata la condizione indispensabile.
Solo grazie alla non vigilanza dei pastori tutto si è potuto compiere.
1. Il tradimento democristiano poteva e doveva essere impedito. I traditori, infatti, sono ogni volta eletti dai cattolici solo grazie alla malleveria ufficiosa dei nostri pastori. Se i pastori avessero indicato fino dai primi episodi del tradimento, e a tempo (o almeno in tempo per impedire gli estremi tradimenti), almeno i suoi principali responsabili, perché non ricevessero più neppure uno dei mandati elettorali cattolici così vergognosamente traditi, nessuno dubita che la lezione sarebbe stata perfettamente e rapidamente appresa, almeno da chi calcolava di aggiungersi presto e fruttuosamente alla schiera dei primi traditori.
Tragicamente, ciò non è stato fatto dai pastori. Forse non è pastoralmente prudente che il gregge sappia chi sono i lupi?
2. Ognuna delle infami norme abortiste poteva e doveva essere abrogata da tempo, mediante un appropriato – e moralmente indiscutibile – referendum, che era legittimo non solo attendersi, ma pretendere, stante la chiarezza della dottrina in proposito: «Da chi? Era lecito e doveroso attenderlo e pretenderlo, anzitutto, da parte di quelle forze cattoliche ufficiali e ufficiose che dai vescovi d’Italia ricevono un ufficiale o ufficioso patronato e avallo». Ma come, se non per impulso dei vescovi, ottenerlo? Per questo, ai vescovi è stato insistentemente rivolto l’appello e la supplica del gregge: «si chiedeva loro insistentemente di farsi solleciti assertori e promotori del ricorso al referendum, da svolgersi a opera di forze – e non si può immaginare che manchino – in cui fosse loro possibile riporre fondata fiducia» (18).
3. Gli oggettivi inganni a cui oggi sono esposti i cattolici italiani erano stati segnalati ai pastori in tempo, da tempo e fino all’ultimo, e, come consiglia la Scrittura, opportune et importune (19).
Oggi, non resta che tesaurizzare la memoria delle inerti omissioni e dei mali che già ne sono venuti a tutto un popolo, per sorgere almeno ad allontanare mali futuri e più gravi, e per dare inizio all’itinerario che ponga rimedio ai mali ponendo rimedio alle loro cause.
Ma se per liberare la cristianità italiana dai tradimenti e dagli inganni dei vertici parlamentari della setta democristiana e dalla loro una e molteplice «commedia degli inganni» possiamo e dobbiamo direttamente operare, per ottenere che cessi una lunga e tragica inerzia dei pastori possiamo unicamente moltiplicare il nostro appello e la nostra supplica di fedeli: perché i pastori vogliano guarire sé stessi.
* * *
A Dio possiamo e vogliamo chiedere per noi e per i nostri pastori grazie di matura e cristiana fortezza: perché ci sia dato, nella buona battaglia, di non cedere e di non fuggire, ma, anzi, di animarci a essa con sempre più alto vigore.
La battaglia per la difesa della vita – parte della più ampia battaglia per la riconquista cristiana della nostra nazione – non si arenerà nel vicolo cieco in cui la si vuole imprigionare.
Ognuna delle norme infami sarà abbattuta: un passo sarà compiuto verso la rinascita cristiana del nostro paese.
A quanti, tra i pastori, hanno avuto il pastorale coraggio di non celare la propria ribellione morale di fronte a inaccettabili prospettive di danno e di scandalo, siamo grati: essi sono l’onore e la speranza della cristianità italiana.
Il Consiglio Direttivo
di ALLEANZA PER LA VITA
Roma, 9 settembre 1980.
Note:
(1) «Una “commedia degli inganni” che dura ormai da troppo tempo ed è costata ormai troppo sangue» (ALLEANZA PER LA VITA, Contro l’omicidio-aborto referendum per la vita, Roma, 5-2-1980, in Cristianità, anno VIII, n. 58, febbraio 1980).
(2) Cfr. GIOVANNI CANTONI, I falsi «avvocati» della vita, in Cristianità, anno VII, n. 49, maggio 1979.
(3) ALLEANZA PER LA VITA, I principi programmatici, Roma, 8-12-1979, in Cristianità, anno VII, n. 56, dicembre 1979.
(4) LA COMMISSIONE GIURIDICA DI ALLEANZA CATTOLICA, Memoria giuridica in tema di referendum abrogativo della legge 22 maggio 1978, n. 194, in Cristianità, anno VII, n. 49, cit.
(5) ALLEANZA PER LA VITA, Due iniziative moralmente inaccettabili, Comunicato stampa dell’1-9-1980.
(6) Avvenire, 14-8-1980, si autodefinisce così. Il deputato democristiano on. Carlo Casini, nelle sue confidenze a La Repubblica, 5-9-1980, si spinge anche più in là, e di Avvenire assicura che «è il giornale dei vescovi».
(7) Non è mancato chi ha avuto l’impudenza di tentare il «recupero» delle parole ripetute a L’Aquila dal pontefice «per un superamento dell’attuale legge, moralmente inaccettabile, con norme totalmente rispettose del diritto alla vita», e di cercare di accreditarle quale incoraggiamento e plauso rivolto alla duplice iniziativa – contraccettista «massimale» e abortista «minimale» – del MpV!: «La segreteria nazionale del Movimento per la Vita […] esprime la più viva gioia di quanti […] sono impegnati in una iniziativa referendaria, che terminerà il 30 settembre […]. Pertanto il Movimento si riconosce pienamente nelle parole del Papa ed è convinto che esse siano di conforto e stimolo per quanti [ecc.]» (Avvenire, 3-9-1980).
(8) Cfr. DARIO COMPOSTA S.D.B., «Si deve rifiutare il sostegno alle due proposte referendarie del MpV», Roma, 15-8-1980; CARLO ALBERTO AGNOLI, FRANCESCO MARIO AGNOLI, MAURO RONCO, Infondatezza di sofismi e obiezioni avanzati a difesa della duplice iniziativa del MpV, Roma, 31-8-1980.
(9) EUROPA PRO VITA, Telegramma del 21-8-1980.
(10) WORLD FEDERATION OF DOCTORS WHO RESPECT HUMAN LIFE, Telegramma del 9-9-1980.
(11) La Repubblica, 5-9-1980.
(12) Cfr. Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, anno 119, n. 140, 22-5-1978, p. 3646.
(13) Cfr., per alcuni dei principali episodi del tradimento abortista democristiano dal 1975 al 1979, ALLEANZA CATTOLICA, L’aborto è omicidio, pieghevole del febbraio 1976; AGOSTINO SANFRATELLO, L’abortismo non ha argomenti, in Cristianità, anno VI, n. 40-41, agosto-settembre 1978; GIOVANNI CANTONI, art. cit.; ALLEANZA PER LA VITA, Da Alleanza Cattolica ad Alleanza Per la Vita, in Cristianità, anno VII, n. 56, cit.
(14) Il governo democristiano difende la «legge» abortista, in Cristianità, anno VII, n. 56, cit.
(15) Cfr. ASSOCIAZIONE ITALIANA GENITORI (A.Ge.), Relazione sul convegno romano del Movimento per la Vita (14-15 giugno 1980). Roma, 23-6-1980, pp. 2-6 e 8-12.
(16) Famiglia Cristiana, 20-7-1980, p. 43.
(17) Avvenire, 6-7-1980.
(18) ALLEANZA CATTOLICA, Contro l’aborto, Contro ogni colpevole inerzia, pieghevole del 22-4-1979.
(19) Cfr. anche ALLEANZA PER LA VITA, Appello ai vescovi d’Italia, Roma, 6-4-1980, in Cristianità, anno VIII, n. 61, maggio 1980; Appello alla Segreteria e alla Presidenza della CEI, Roma, 13-5-1980; Lettera al Segretario del Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa, Roma, 31-5-1980; Risposta al Movimento per la Vita, Roma, 31-5-1980, in Cristianità, anno VIII, n. 62-63, giugno-luglio 1980; Telegramma al Segretario Generale della CEI, del 27-6-1980; Un itinerario di soluzione, Roma, 31-7-1980; La questione del referendum antiabortista, Roma, 10-8-1980.