Venerdì 22 agosto, festa di Maria Regina, Papa Leone XIV ha chiesto a tutti i cristiani di pregare e digiunare per la pace e la giustizia. Anche Alleanza Cattolica si unisce alla richiesta del Pontefice.
di Marco Invernizzi
Il mondo di oggi è particolarmente segnato da un odio che viene da Satana e irrompe nella storia con una particolare prepotenza. Non è più l’odio dell’epoca delle ideologie (1789-1989), quando il “principe di questo mondo” amava nascondersi dietro a idee universali, e in nome della giustizia si presentava come odio di classe, cercando con la violenza di conquistare il mondo.
Oggi l’odio è diventato più primordiale, disprezza qualsiasi regola, non ha paura di manifestare la propria violenza senza alcun pudore e non ha timore di essere giudicato: è la forza contro il diritto. E’ come se l’Europa stesse ritornando all’epoca delle invasioni barbariche e del paganesimo.
I protagonisti della grande maggioranza delle decine di guerre che affliggono l’umanità oggi (la “terza guerra mondiale a pezzi” secondo la felice espressione di Papa Francesco) non sentono nemmeno il bisogno di giustificare la propria violenza. Qualcuno ha cominciato ad accorgersene, per esempio Maurizio Ferrera sul Corriere della Sera del 21 agosto dove ha scritto, a proposito della guerra in Ucraina, del sovrano disprezzo dell’ordine liberale instaurato dopo la Seconda guerra mondiale, da parte della Russia di Putin che ha invaso un Paese sovrano, già dal 2014, e oggi ne occupa con la violenza il 20% del territorio. Lo stesso Putin è riuscito a imporre nel negoziato che sembra stia per cominciare che questo territorio (non suo) verrà spartito fra aggressore e aggredito, come dire che la violenza del più forte ha preso il sopravvento sul diritto del più debole. Chiaramente, un ordine storico, come quello successivo alla Seconda guerra mondiale, può essere cambiato, ma non si può rinunciare al diritto.
Nella festa di Maria Regina pregheremo tutti secondo le intenzioni del Papa, appunto per chiedere pace e giustizia. Però dobbiamo cercare di non essere generici: nel negoziato iniziato con l’incontro in Alaska il 15 agosto fra i due Presidenti Putin e Trump, alcuni capi di Stato e governo europei hanno chiesto il “cessate il fuoco” come segnale iniziale del negoziato e questa tregua è stata rifiutata dalla Russia, evidentemente perché sta avanzando militarmente sul territorio ucraino. Pregare e digiunare per ottenere il dono della pace significa fare in modo che finiscano al più presto i combattimenti e soprattutto i bombardamenti sulla popolazione civile che continuano tutte le notti sopra la popolazione ucraina. Pregare e digiunare per la pace e la giustizia significa, come dice il Compendio della dottrina sociale della Chiesa, ribadire che esistono delle regole nel diritto internazionale: “Quella internazionale è una comunità giuridica fondata sulla sovranità di ogni Stato membro, senza vincoli di subordinazione che ne neghino o ne limitino l’indipendenza” (n. 434).
Ora, l’impressione è che la giustizia stia sfuggendo di mano rispetto al conflitto in Ucraina. Si parla di spartizione di territori che appartengono a uno solo dei contendenti, addirittura è stato anticipato che la Russia vorrebbe limitare la sovranità dell’Ucraina per quanto riguarda la forza del suo esercito e l’uso della lingua russa.
Insomma, ci vuole attenzione alla giustizia e bisogna evitare di confondere la pace con il pacifismo, perché la pace non può consistere nella rinuncia all’indipendenza e alla sovranità di uno Stato a vantaggio di un altro.
Naturalmente, ci vuole anche realismo. Il Presidente Usa ha fatto bene ad avviare la trattativa rompendo gli indugi, anche a costo di mettere chi ha compiuto un crimine sullo stesso piano di chi il crimine ha dovuto subirlo. Tuttavia, bisogna capire se questo “realismo” è solo manifestazione della forza che prende il sopravvento sul diritto o se, almeno nella prospettiva di chi ha fatto sedere Putin al tavolo delle trattative, espressione di forza che intende ristabilire (per quanto possibile) il diritto. Saranno i prossimi mesi a rispondere alla domanda.
Intanto non facciamo mancare la nostra preghiera perché la guerra finisca al più presto, in attesa della giustizia, ma evitiamo di chiamare giustizia una eventuale spartizione di un territorio che è stato conquistato soltanto con la violenza delle armi.
Una riflessione particolare riguarda la festa di Maria Regina. Il Regno di Maria è la promessa della Madonna affidata a Fatima ai tre bambini, Lucia, Giacinta e Francesco, dopo la diffusione degli errori del comunismo: “infine, il Mio Cuore immacolato trionferà”. Come disse Benedetto XVI a Fatima nel 2010, il mistero di Fatima non riguarda soltanto quanto accaduto, cioè la fine dell’Unione Sovietica, ma riguarda il futuro. Un futuro che prevede la persecuzione della Chiesa (che è continuata anche dopo il 1989) e la conversione della Russia, ma soprattutto prevede una nuova evangelizzazione che porti al trionfo di Maria su Satana, che vuole la guerra e la distruzione del mondo. In questo senso, le apparizioni di Maria a Medjugorje, che continuano dal 1981 ad accompagnare l’umanità che sta subendo le guerre e l’apostasia dell’Occidente, sono il segno che Dio non ha abbandonato gli uomini al loro destino di morte, ma vuole assisterli e condurli verso un periodo di pace, annunciato anche a Medjugorje come a Fatima. Queste apparizioni, i cui effetti benefici di conversione sono stati riconosciuti dalla Chiesa il 19 settembre 2024, meritano di essere prese sul serio, anche perché la parrocchia di questo piccolo paese dell’Erzegovina è, da quasi mezzo secolo, il luogo al mondo dove si verifica il maggior numero di conversioni.
Venerdì, 22 agosto 2025
